Che mondo sarebbe senza nutella

Il 20 aprile del 1964 entra in commercio una crema di nocciole e cacao che lentamente soppianta la merenda di pane inzuppato nel vino con lo zucchero o le colazioni fatte a crostate e biscotti fatti e cotti nel forno di casa.
E’ la modernità, è la rivoluzione industriale di un paese agricolo che non ne vuole sapere di zappa e di terra e ne rinnega le origini e i ricordi nell’onda del boom economica che fa buttare via i vecchi mobili di legno per mettere in casa la formica verde o rossa e il truciolare.

A onor del vero però la nutella sul pane con il mascarpone è buona davvero.

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0 Responses to Che mondo sarebbe senza nutella

  1. Avatar di silvana biasutti silvana biasutti ha detto:

    E quando da Milano sono arrivati e hanno comprato i poderi – che venivano letteralmente ‘tirati dietro’ – gli han pure venduto i “mobili di legno”, vedi madie, seggiole amiatine, armadioni contadini e così via. Era ineluttabile, ben più della Nutella. La campagna e la terra, dove la gente aveva lavorato e sudato, spesso solo in cambio di un tetto, e sempre mal retribuita, andavano abbandonate per andare in fabbrica a fare la rivoluzione, e a spalmare la Nutella – comunque buona e (quasi) sana – sul pane.

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  2. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Salvo poi, per chi è andato via, covare in cuore una teribile nostalgia del vento sul viso e l’armonia della parola senza rumori infernali di contorno.
    La nutella sul pane per tutti era un segno di emancipazione e decente tenore di vita.
    Le restrizioni della campagna erano tali che i sacrifici per arrivare all’agognato barattolo di cioccolata stando davanti una catena di montaggio per arrivarci erano un miraggio di libertà e di benessere con la formica rossa o verde in casa.
    Ora siamo alla terra, nel senso di terra, nel senso che può essere una grande risorsa di qualità e benessere per uscire da una crisi di idee, progetti, valori, umana.

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