Le immagini mettono in luce un paesaggio idilliaco usato ed abusato nel nome e nelle caratteristiche fisiche anche da chi non c’entra niente.
Ma molto spesso nello sfondo di questo paesaggio idilliaco passeggiano trattori che spargono diserbante o trattamenti sistemici in tutte le stagioni e rappresentano la grande contraddizione mentale in chi con le azioni e con la mente ama e rispetta la terra, le piante vi sono sopra e il conseguente prodotto finisce nei piatti o nei bicchieri.
E’ vero che in questa nicchia di olivi e prato verde uccelli, api, insetti di ogni specie vivono, giocano, lavorano e soggiornano, ma è anche vero che nei corsi d’acqua una volta ricchi di pesce di ogni tipo non si trova una lisca didossata e vigneti intensivi condotti con agricoltura lanzichenecca riversano nelle vene e nei corsi d’acqua metalli pesanti e insetticidi.
Se non si riescono a coltivare vaste aree con un’agricoltura più pulita e e responsabile, fatta anche di meno scarpe a punta e maneggioni, il “biologico” tanto decantato è solo una chimera venduta a caro prezzo.
guardo sempre con difficoltà (sospetto) la dizione “agricoltura biologica ” “prodotto “biologico” che troppo spesso si trova in etichette a dispetto e con buona pace di tutti i soggetti che certificano questo stato”. è solo una moda o una fregatura “commerciale”.
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La collina che ho davanti casa è divisa centralmente da una strada che delimita due vigne.
La prima a conduzione biologica, la seconda normale. A distanza di così pochi metri l’una dall’altra chi mi assicura che i prodotti sparsi nella vigna normale non ricadano anche in quella biologica?
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adrea pagliantini mi piace come scrivi!mi sento un po analfabeta.
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Concordo con Adele su come riesci a usare un linguaggio facile per argomenti difficili e a farci capire che bisogna conoscere le persone che coltivano il proprio terreno con amore.
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Arrivare ad un’agricoltura più pulita e rispettosa di chi beve o mangia è un punto di arrivo mentale e culturale, altrimenti sarà solo un modo per tirare a campare facendo ciò si è sempre fatto tanto per pigliare il contributo per il biologico.
Produrre pulito è un approccio culturale e di affetto verso se stessi e verso il luogo in cui si vive altrimenti è vendere la solita nebbia corredata di parole e a caro prezzo ai tanti candidi ingenui presi per le mele.
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