Insieme alla pasta d’acciughe Triglia e Balena, la birra Whurer, la spuma in bottiglie di vetro, il caffè con l’ovo dentro e il cornetto (gelato) con sopra un filetto di acciuga, è un mito dell’infanzia.
Nelle botteghe o nei bar c’erano contenitori di vetro sul bancone che contenevano caramelle d’orzo, rabarbaro e menta oltre che le Cinzia e le Rossana della Perugina.
Ma orzo e rabarbaro erano e sono di pertinenza della Fallani nei ricordi come nei sapori.
La caramella d’orzo veniva cercata dai nonni per placare il mal di gola e il raffreddore, mentre la caramella di rabarbaro serviva per cavare la sete o per penitenza ai bambini essendo amara e scura.
La ditta Fallani esiste e riscuote grandi successi e riveste le caramelle con la stessa carta e disegno di allora, segno che le cose buone e i miti moderni campano a dispetto delle epoche e delle mode che lasciano il tempo che trovano.
E ne vogliamo parlare di queste caramelle, vinte da babbi e nonni dopo una delle tante partite a carte tra circoli e barrini? Quante ne ho mangiate, tenute in tasca d nonno Sghenghere, insieme alle Nazionali senza filtro…Alla fine era un misto di orzo e tabacco…
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ah che ricordi le buchette nel bancone di Emiro dove c’erano tutte le caramelle (io ricordo anche quelle che frizzavano)….poi il sacchettino di carta e la pesa nella bilancina….se spendevi 1.000 lire ne avevi prese una vagonata….
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Le caramelle dei barre erano al gusto di portacenere 🙂
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Erano la conclusione di una briscola con una scopa fra la coppia perdente a chi doveva pagare le caramelle ai giocatori con le sigarette accese sui tavoli verdi di formica per fumare tabacco e plastica e non c’era tavolo che non avesse gli angoli bruciati 🙂
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