Le api sono arrivate quando la stagione era arida e i fiori erano ridotti a paglia secca ed era un inutile sorvolare sul niente che non ha sapore nè polline.
Da questi laboriosi insetti che (non vivono oltre le 48 ore) di giorno compiono voli di carico e scarico e la notte all’interno dell’arnia immagazzinano il miele, dipende l’esitenza del mondo, la fertilità del suolo e la vita di qualsiasi pianta esistente.
Due sono i nemici mortali: la varroa e l’uso e l’abuso e l’uso di pesticidi in agricoltura (oltre ai vigneti inerbiti, mai sfalciati prima della fioritura e carichi di rame e zolfo nella migliore delle ipotesi, di prodotti sistemici nella gran norma).
Il miele di un eccitante profumo, è una piccola quantità venuta fuori dai fiorellini fra gli ulivi dopo la pioggia di settembre.
A partire dalla prossima primavera le api avranno un parco giochi di quasi tre ettari di prato ulivato, un bosco di querce e arbusti più il violazzurro della lavanda e il giallo dei girasoli, in un ambiente pulito e monitorato dalla tecnologia.
Intanto il miele, sarà fatto dono a passionisti e amanti rispettosi del luogo.
Ricordando: “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’ uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita” (A. Einstein)
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Si prendono più Mosche con una goccia di miele che con una botte d’aceto.
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Belle le foto!
Nel testo un errore: le api vivono dai 30 ai 45 giorni.
passando da fasi diverse di attività lavorativa:
nutrici, ancelle, spazzine, sentinelle, ceraiole, bottinatrici.
In pratica sono le nonne che escono a far ela spesa di nettare, melata, polline, propoli ed acqua.
le altre non escono ad eccezione di qualche volo di purificazione e stano in casa a fare cose.
I maschi vivono sino a 2 mesi e volano nel cielo dove incontrano, o meno, le regine da fecondare, altrimenti albergano in alveare e ventilano, mangiano e si fanno coccolare.
La regina vola una volta nella vita per la sua fecondazione ed un aseconda per sciamare.
Poi sta sempre dentro l’alveare e depone uova:
soltanto un uovo–> nascerà un maschio
un uovo + uno spermatozooo—> nascerà una femmina.
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post dolcissimo 🙂
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Più avanti ci saranno dolci pensieri per tante persone 🙂
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Intanto in Europa s’è deciso (insomma, deciso: si intende ponzarci su) che il polline è un componente naturale del miele e che non bisogna scriverlo sull’etichetta:
http://www.europarlamento24.eu/nellue-il-polline-va-considerato-un-componente-del-miele/0,1254,74_ART_2154,00.html
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Divenendo un ingrediente del miele, non ci sarà l’obbligo di precisare l’eventuale contaminazione da OGM??? 😦
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se l’addendum è Ogm prima ti devi far autorizzare e poi lo devi scrivere. Se è polline nostrale no.
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Quindi per quello che ho capito il trabocchetto c’è….
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C’è un’ape che se posa
su un bottone di rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
Trilussa
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Ma che bontà, come si fa per averlo?
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Al momento diciamo che è solo un prototipo, se poi (come si spera) la qualità oltre che la quantità saranno più ampie, si potrà pensare di farlo conoscere.
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ape
Non dice e neppure accenna,
traspare.
Ognuno è perfetto
come all’amore risponde;
e fiore, frutto e seme
è lo stesso.
Anche ape è lo stesso.
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