La vigna di carta

C’è stato un periodo in cui è stata condotta con garbo ed era produttiva, poi quando la vigna ha iniziato a costare cara, il vino ancora di più e non tutti se la potevano permettere, ha smesso di essere curata e di vegetare (è stata potata persino a maggio e settembre prima della vendemmia) per produrre esclusivamente vino e uva di carta per i carichi di cantina.

Sono i danè il vero sol dell’avvenire.

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0 Responses to La vigna di carta

  1. Avatar di francesco francesco ha detto:

    Scommetto che quando il vino costava per davvero, queste viti hanno sempre prodotto il massimo della resa!!!

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  2. Avatar di alessandra alessandra ha detto:

    E se distillato il vino di carta produce ottima grappa?

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  3. Avatar di mario mario ha detto:

    Questo schifo di vigna è iscritta al Chianti Classico?

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  4. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    “Per diventare ricchi servono tre cose: guadagnare e non spendere, promettere e non mantenere, prendere e non restituire”.
    Mi sembra calzante a tema questo antico proverbio senese sentito da Giuliano Ghiselli, attore, storico e pozzo infinito di cultura popolare.

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  5. Avatar di mario mario ha detto:

    Ripeto, la “vigna” è iscritta al Chianti Classico?

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  6. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Si, la “vigna” è iscritta a Chianti Classico.

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