Ci sono luoghi che non attraggono i recensori delle guide che preferiscono poggiare il culo su sedie di velluto e locali frequentati dal bel mondo si deve far vedere, di cui si deve scrivere per trarne giovamento.
Poi esistono luoghi molto frequentati per lavoro, studio o necessità come gli ospedali, dentro ai quali esistono mense dove si può consumare un rapido pasto prima di tornare alla propria occupazione o corsia di appartenenza.
Non esiste guida che parli di questi locali dove passano centinaia di persone al giorno, eppure il bacino di utenti è ampio e non si potrà ridurre se non dopo la scoperta del vaccino della vita eterna.
Alla mensa dell’ospedale Le Scotte di Siena il menù è variabile e appetibile, cucina semplice, casalinga, gnocchi di patate, arista, passata di ceci, baccalà, rosbiffe e contorni piacevoli, in più le carote tagliate a rondelle e cotte con vino bianco e aceto che sono un lontano e prelibato ricordo della scuola materna.
Con il garbo di usare olio di oliva come si deve per le cotture e il condimento e il cambio di quei panini di gomma rimbalzante con del pane mangiabile, questa mensa potrebbe essere utilizzata anche per cerimonie quali battesimi e prime comunioni.
Il personale è cordiale e gentilissimo.
Andrea Pagliantini 
….pensa che cretino che sono, che ce l’ho proprio davanti al mio ufficio, e non ne ho mai goduto!!!!! Godo però i miasmi che si insinuano la mattina all’otto sotto le porte di accesso!!!
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…il lesso più bòno in assoluto si mangia all’ospedale [cit.]
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Devo dire che anche i pasti serviti durante il ricovero non sono niente male: serviti in piatti di “coccio” con favolosi coperchi che tengono il tutto molto caldo e non stracotto e con posate di metallo!!!
Anna Maria
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Per quello che riguarda il cibo dei ricoverati, un salto di qualità è stato fatto intorno al 2000, grazie a Francesco Ghelardi, allora Dirigente Amministrativo della Azienda Ospedaliera Senese, presso la U.O. Gestione magazzini ed attività economali. Purtroppo Montonaiolo. Da bambini d’estate ci si rapava a zero (al tempo non usava più, tanto che il barbiere ci chiese di avere il permesso direttamente dai nostri genitori) e si metteva il cartone nella ruota didietro della bici. Poi, a cinque anni, mi propose di andare insieme ad imparare a leggere e scrivere dalla sua sorella più grande, un paio di volte alla settimana, così arrivammo alla prima elementare già ‘imparati’ e facemmo un figurone. Un ragazzo sveglio.
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Nelle corsie posso testimoniare personalmente della bontà di un brodo caldo la sera di un certo giorno in cui mi faceva un gran freddo, una gran fame, non sentivo la solita uggia alle gambe e non spaevo se piangere o ridere.
Il più buon piatto mai assaggiato in vita mia appena poco sopra le carote dell’asilo cucinate dalla grande Livia.
E nelle corsie, per mia esperienza io ci mangiavo bene….. purtroppo mai mi è toccato il giorno del lesso e quando lo fanno sarei ben lieto di farmi ricoverare per assaggiarlo…. se ci fanno anche la salsa verde (con dentro l’ovo sodo) però.
Della mensa ospedaliera ribadisco il fatto che se usassero olio decente il livello qualitativo ne aumenterebbe a dismisura.
Olio nei dintorni dell’ospedale c’è e buono…. anche quello del vecchio caro istituto agrario che dall’ospedale si guardano in faccia.
Non credo l’uso dell’olio come si deve possa pregiudicare pesantemente il prezzo di un pasto alla mensa, non in un luogo come l’ospedale che è circondato dagli ulivi, compreso un albergo con quel nome………. anche se gli ulivi in questione vengono dal sud e sono stati castrati per essere qui..
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