C’è da eliminare fisicamente il presidente francese De Gaulle e una congiura di militari scontenti sulla conduzione della questione Algeria, incarica un professionista inglese di provvedere all’uccisione del presidente.
Fra intrighi, colpi di scena, servizi segreti e donne formose, armaioli belgi e fotografi genovesi, candidi turisti e falsi vecchi combattenti, il metodico, pignolo antieroe funzionario della polizia francese Claude Lebel, dedito nel tempo libero all’allevamento dei piccioni, stringe una rete a maglie fitte e mette in trappola lo Sciacallo.
Romanzo di Frederick Forsyth del 1971, da cui il film di Fred Zimmerman del 1973.
Ricordo bene sia il film che il libro, entrambi godibilissimi, e approfitto per segnalare un libro appena uscito da Marsilio – Vertigo – scritto dal fotografo di Mubarak, racconta i torbidi intrighi della società egiziana appena prima di piazza Tahrir e della caduta del Faraone. Una storia – con note autobiografiche, mi par di intravedere – che dà ulteriori conferme (ce ne fosse mai bisogno) del marcio che ammorba tutti gli incesti tra politica e affari. Il Giorno dello Sciacallo, ambientato in tempi, contesto e civiltà diversi me lo ha però ricordato. Forse perché la musica è simile!
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Divago un poco Silvana… sentendo Vertigo mi viene in mente un altro film bellissimo, il titolo originale de La donna che visse due volte.
Chiudo la divagazione per dire che lo zio di Ruby non aggiunge niente di nuovo al malaffare si incrocia o vede ogni giorno.
Non occorre guardare le capitali o l’Egitto per incrociarlo, basta mettere a fuoco quanto si ha intorno per socrgere una certa mafietta locale che decide chi ha da vivere e chi ha da campare.
Non sto parlando di democristianesimo sudista, ma delle nostre latitudini quotidiane che a rigor di logica hanno altra colorazione.
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Be’, ma c’è ancora qualcuno che pensa alla mafia come fenomeno siciliano?!
Spero di no, la si incontra dal mattino fino a notte inoltrata.
E’ che qui – per ora – non ti fa fuori a colpi di lupara, però t’ammazza da vivo.
Ps: “La donna che visse due volte” è un bellissimo film!
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Qui non si spara a lupara, ci sono modi più eleganti per fucilare le persone.
Hanno capito che il rumore nuoce agli affari e quindi chi non si uniforma, chi ha una testa pensante, chi è minimamente onesto è messo all’indice e messacrato in mille modi.
Bello anche il film ” I compagni” di Monicelli cara Silvana.
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