I vecchi dakota erano saggi. Loro sapevano che il cuore di un essere umano che si estranea dalla natura, s’indurisce; loro sapevano che la mancanza di profondo rispetto per gli esseri viventi e per tutto ciò che cresce, presto lascia morire anche il profondo rispetto per gli uomini. Per questo motivo l’influsso della natura, che rende i giovani capaci di sentimenti profondi, era un importante elemento della loro educazione.
(Orso in Piedi, Dakota)
Patrizia Todisco è il magistrato che ha disposto con un’ordinanza la chiusura delle acciaierie dell’Ilva di Taranto per danni alla salute di chi lavora all’interno e vive all’esterno.
Il dato di fatto è che gli stabilimenti producono acciaio e malattie oltre a dar lavoro a migliaia di persone.
La bonifica dell’area e la messa a norma dello stabilimento costa milioni e milioni di euro e il fatto strano è che avvelenatori e avvelenati, ovvero proprietà e dipendenti sono uniti nel non voler chiudere lo stabilimento.
Dove si dovrebbero trovare attualmente i dirigenti sarebbe troppo facile da immaginare e se il governo nominasse un commissario a dirigere il gruppo e non volesse ridurre le malattie dell’Ilva ad un conflitto con la magistratura, farebbe meglio figura.
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Intanto, l’uomo del Monti spreca ulteriori raccomandazioni.
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Salute e lavoro non sono incompatibili fra loro, la gente di Taranto e i dipendenti dell’Ilva che muoiono di tumore non sono folclore locale ma una triste realtà.
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