L’intento è quello di marginalizzare i terreni per trarne il massimo della qualità facendoli soffrire, ma l’esperimento di selezione clonale di resistenza al fuoco delle viti migliori ha avuto esito negativo.
Nessuna vite ha resistito alle fiamme e nella vigna sono rimaste vive solo le colonne di cemento e la certezza dei signori Howard e Marion di pagare fior di stipendi ad una massa di incompetenti che avrebbero dovuto rivoluzionare e insegnare a tutti come si fa vino in Toscana.
Bischeri.
Andrea Pagliantini 
Con i pali di legno anneriti ci sarà venuta ottima carbonella….
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Hanno chiesto il contributo per buttare via l’uva per oltre quattro ettari dove ci saranno si e no cinquanta viti e poi entro novembre i “signori” devono sgombrare la cantina e ripagare i vari danni provocati
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proporrei una cerimonia megagalattica per celebrare questa gente… che ha quanto ho capito, si leveranno dai coglioni a breve…
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Non ho capito niente….
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La cantina e le vigne le hanno in affitto fra le quali c’è quella bruciata.
Hanno tempo fino a novembre per levarsi dai coglioni e rimettere i danni hanno causato.
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Sarebbe bello che il paesaggio tornasse a non essere inquinato da questi farabutti che già tanto hanno fatto fregandosene delle regole e delle leggi.
Abbraccio a te Pagliantini.
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I poveri Howard e Marion si sono (hanno dovuto?) circondati di una massa di avidi incompetenti e questo e molti altri sono i risultati.
La definitiva uscita di scena di questo contesto di soggetti coinciderà con un sospiro di sollievo dal punto di vista del rispetto ambientale da colate speculative e da metodi poco eleganti.
Voler spianare boschi, colline, costruire senza tante regole, bruciare vigne, altre abbandonarle, ammazzare cipressi, potare olivi a dicembre per disintegrali, usare il nome del Maestro per farsi conoscere e cercare di vendere il vino legandolo al suo nome, usare nomi di un luogo collettivo sicuramente non loro per storia e vissuto…… vadino, vadino….
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L’azienda, se ben condotta e se non affidata a banditi di ogni tipo, avrebbe avuto le potenzialità per diventare una bella realtà vinaria.
Peccato l’arroganza e l’incompetenza hanno fatto sciupare tutto.
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Vadino………. vadino, non saranno rimpianti….
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…ma una “bella” letterina di commiato , ci vorrebbe….x “ringraziarli” del “ben diddio” che hanno fatto…..Non vi sembra?….poetica,ironica e pungente!…Un saluto…
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Per fortuna ci sono persone che amano Vertine e non cedono ai soprusi di chi vorrebbe devastare questo piccolo gioiello…… a Vertine dovrebbero farti un monumento Andrea.
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Nessun monumento, (specie per me), è stato costruito anche troppo da queste parti.
Si deve parlare solo di mantenere ciò che c’è ed evitare che incurosi vengano di nuovo a devastare il posto.
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Considerando che il Testa Pelata era il procuratore “legale” aziendale, non c’è da meravigliarsi che siano finiti nei casini per i modi poco ortodossi e spicci con i quali è stata gestita tutta la vicenda dall’inizio ai nostri giorni.
E in ufficio non sono poche le pratiche li riguardano 🙂
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Fate con calma con quelle pratiche.
Con il buon uso di quelle carte si può contribuire non poco al risanamento del bilancio pubblico grazie a tutte le manfrine che “nascondono”.
Trombateli per il bene nazionale quei fetenti fuori legge.
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