Acciughe sotto pesto

Pietanza popolare del senese, diventata d’elite per via del prezzo della materia prima.

Due modi per prepararle, uno in più per mangiarle.

Preparazione comune: levare il sale dall’acciuga col dorso di un coltello e darle una rapida sciacquata.

Variante A: eliminare la lisca e le interiora.

Variante B: mantenerle.

Disporre le acciuge in un piatto o un contenitore di vetro e coprirle con olio, aglio e trito di prezzemolo.

Si comincia a mangiarle dopo un giorno, non dopo due ore come dicono alcuni.

Al massimo, la mattina per la sera.

Dovessero avanzarne, ma serve autodisciplina perché ciò avvenga, si fa l’acciugata: si condisce la pasta (quella che vi pare, ma è meglio quella lunga) con le acciughe fatte sciogliere in padella.

La differenza fra variante A e B sta nel tasso di ferinità di cui si dispone e nella previsione di fame. Una sorta di spread.

Dario.

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0 Responses to Acciughe sotto pesto

  1. Avatar di Rossano Rossano ha detto:

    Grande Dario! Sopratutto per lo spread! ehehehehe

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  2. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Con i prezzi hanno le acciughe sotto sale conviene più investire nei bossoli le contengono che nei buoni del tesoro 🙂

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  3. Avatar di Dario Dario ha detto:

    Solamente per l’acciugata, venendo la voglia ma mancando la materia prima, si sopperisce bene con la pasta d’acciughe.
    Ma non deve contenere l’olio: solo pesce e sale.
    Anche qui, Toscana è maestra: Balena (di Firenze) e Triglia (di Vecchiano, Pisa) sono le marche da usare.

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  4. Avatar di mario mario ha detto:

    ….si mangiano con il pane” vero” ?

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  5. Avatar di Filippo Cintolesi Filippo Cintolesi ha detto:

    Sostituendo il prezzemolo con il dragoncello, in tutto o in parte, si decolla per il paradiso…
    Il su’ bello e’ che fanno veni’ sete e la mantengono.

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  6. Avatar di Bante Bante ha detto:

    Mai senza dragoncello (in percentuale, non da solo), e quello senese lo trovi solo dal Bigio alle serre del Giuggiolo. Poi, se ti ci casca anche un cappero o due anche meglio.

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  7. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    ….dragoncello “senese” ???..o’icchè l’è?…donde viene?….

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  8. Avatar di Bante Bante ha detto:

    Viene dalla Francia, via Francigena. Santa Caterina Andò ad Avignone per convincere il Papa a tornare a Roma. Tornò a Siena senza il Papa ma con il Dragoncello, che in Francia chiamano Estragone e di cui fanno larghissimo uso: nelle omelette, con il pollo e in moltissime salse.

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  9. E’ anche la colazione dei giorni del Palio…

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  10. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    …Grazie Bante e Stefania,…e tutti quanti…Non sapevo che ci fosse un dragoncello “senese”…proverò….Un saluto

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  11. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Si’, chiamano (ultimamente) senese il dragoncello vero, quello francese, per distinguerlo da quella sola del dragoncello russo che non sa d’un piffero. Se lo vuoi per piantarlo lo trovi al Giuggiolo, vero. Ma se lo vuoi per mangiarlo, dal Lorenzini per 3 euri te ne danno una sacchettata che non finisce piu’, di quello isdraeliano. Identico a quello senese, segno che e’ la varieta’ giusta di tarragone, quella francese. Per fare un pesto come si deve per affogarci qualche acciughina da farci una colizione degna per un cinque o sei persone, andrebbero pelate non so quante piantine. Coi sacchetti del Lorenzini invece si va che e’ una bellezza.

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  12. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    …Grazie ,Filippo,x le tue inf….Ma proprio da te ,che sei e ti dici “buongustaio”,non mi aspettavo che tu usassi i sacchetti del Lorenzini…(.!!!! ) con tutta la terra che hai ,sai quante piantine potresti tirar sù !…suvvia,Cintolesi…è un vero peccato….Un saluto a tutti Elisabetta

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  13. Avatar di Liz Liz ha detto:

    Sì, fanno venire sete ma sono una goduria. Se vi capita e magari non le avete assaggiate, quelle del Cantabrico sono ottime.

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  14. Avatar di Filippo Cintolesi Filippo Cintolesi ha detto:

    I sacchetti del Lorenzini contengono dragoncello, mica plastica… Gli isdraeliani a quanto parte sono ottimi e convenienti produttori di dragoncello, perche’ non approfittarne?
    Il dragoncello sul sasso del Chianti non viene bene. Viene bene nella terra di Siena che e’ agli antipodi da un punto di vista credo si dica pedologico.

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  15. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Un mio zio per tenere fede al fatto che le acciughe fanno venire la sete e la mantengono si faceva mettere su un foglio di carta gialla un paio di acciughe col sale addosso e poi le mangiava come erano con diverso pane e ottimo fiasco di conforto.
    Liz si tratta di acciughe spagnole vero quelle che suggerisci?
    Chi vende le acciughe come dio comanda andrebbe tutelato come patrimonio dell’umanità!!!
    Mi sa che prima o poi inventeremo anche qualcosa a base di acciughe e dragoncello che come dice Filippo viene bene nella terra gialla di Siena, con la terra del Chianti viene troppo acuto e stento.

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  16. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    …Si, so della difficoltà di coltivare con successo il dragoncello…E so anche che usato fresco, in cucina , non ha eguali, e cambia molto il risultato dei cibi…Ovvio che, x praticità ,uno ricorra a quello confezionato…

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  17. Avatar di Bante Bante ha detto:

    Ci so’ annche ‘vasi.

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  18. Avatar di Rana87 Rana87 ha detto:

    …acciughe: altri bei ricordi…le 5 terre prima del disastro…

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  19. Avatar di Liz Liz ha detto:

    Sì Andrea, è il mare che bagna la costa galiziana. Le acciughe sono grandi e carnose. Io invece bevo dell’acqua con qualche goccia di limone e la sete quasi sparisce.
    E’ vero quello che dice Bante, qualche vaso in giro di dragoncello per averlo sempre a portata di mano.

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  20. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    …grazie,..proverò a tenerlo in vaso…grazie davvero,..

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  21. Avatar di Filippo Cintolesi Filippo Cintolesi ha detto:

    Sono d’accordo, qualche vaso col dragoncello ed e’ a posto il bisogno di foglioline per una scaloppina, o una frittata. Ma se si tratta di fare il pesto per le acciughe….Non so quanti vasi servirebbero. Io non ce la farei a pelare le piante necessarie.

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  22. Avatar di Liz Liz ha detto:

    Sì Filippo concordo, per il pesto ci vuole una buona dose, non ce la farei neppure io, in questo caso fai benissino a prendere i sacchetti del Lorenzini.

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  23. Avatar di Dario Dario ha detto:

    Ne approfitto per una dichiarazione di intenti: quando riuscirò a procurarmi il necessario dragoncello preparerò una degna compagine di acciughe che si abbineranno all’ultima bottiglia di Salvino 2004 presente sopra il 43esimo parallelo.

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  24. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Salvino 2004 e acciughe sotto dragoncello sopra la linea gotica?
    E’ la morte sua.
    Peccato di quel vino tutto profumo ne siano rimasti pochissimi esemplari.

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  25. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Sopra il 43mo parallelo ce ne sono ancora diverse di bottiglie di 2004. 🙂
    La latitudine N di Vertine e’ 43° 28′ 11″ (il 43mo passa dalla val d’Orcia).

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  26. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Filippo controlla bene, alle volte ci si trovasse in padania senza saperlo insieme a tutti i cipressini della Val d’Orcia……

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  27. Avatar di Bante Bante ha detto:

    43° passa da Gallina.

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  28. Avatar di Dario Dario ha detto:

    Avete ragione voi.
    Diciamo che c’è un 43° metafisico, che per me è sempre stato rappresentato dalle Badesse. Superatele, mi sentivo a casa.

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  29. Avatar di Dario Dario ha detto:

    ovviamente arrivando da nord…

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  30. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Confermo: il 43mo passa dalla val d’Orgia, oltre che dalle parti di Roccastrada.
    In Padania passa il 45mo, per esempio da Voghera per la precisione, appena fuori la stazione andando col treno verso Pavia.
    La linea metafisica delle Badesse (che immaginavo appena piu’ a nord, diciamo Monteriggioni) suppongo sia invece la linea ghibellina che separa le terre “del babbo” da quelle “d’ibbabbo”. Da questo punto di vista, pero’, il Chianti e’ sicuramente “a nord” di tale linea.

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  31. Da noi il 43° parallelo è a Gallina, di la nell’Adriatico a Grottammare 😉

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  32. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Il 43 parallelo di questo passo sarà come la via Francigena che sbuca da tutte le parti 🙂

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  33. Avatar di patrizia patrizia ha detto:

    ….ma le acciughe aveto provato a lavarle nell’aceto? dopo che con il coltellino avete levato il sale, provate a mettere in un piattino fondo le acciughe con l’eceto, dx. sx. un minuto o +( anche 1/2 ora) asciugate e procedete con il prezzemolo!!!
    Patrizia

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  34. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Ottimo suggerimento Patrizia, al buono non ci deve mai essere fine e il tuo suggerimento sarà messo in atto, grazie.

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  35. Avatar di Clara Clara ha detto:

    Ciao
    Mi sai dire l’origine del nome
    Sotto pesto ???
    Grazie

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  36. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Credo sia un modo tutto senese per definire un qualcosa che finisce sotto un trito di prezzemolo, olio e aglio, più qualche capperino.

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