” Tre jorna doppo il G8, mentre infuriavano le polemiche in tutta Italia, Montalbano era arrivato tardo in ufficio.
Appena fermò la macchina e scinnì, s’addunò che due imbianchini stavano passando una mano di calce su un muro laterale del commissariato.
< Ah dottori dottori!> fece Catarella vedendolo trasire.
<Vastasate ci scrissero stanotti!>.
Montalbano non capì di subito:
<Chi ha scritto?>.
<Non sono a conoscenza di chi fu che scrisse di pirsona pirsonalmenti>
Ma che minchia voleva dire Catarella?
<Era una lettera anonima?>.
<Non si dottori, non era gnonima, dottori, murale era. Fu proprio a scascione di questa muralità che Fazio stamattina di presto mandò a chiamari i pittura per scancillari>.
E finalmente il commissario si spiegò la presenza degli imbianchini.
<Ma che c’era scritto?>.
Catarella arrussicò violentemente e tentò un diversivo.
<Con le bombolette spraghi nivure le avevano scrivute le parolazze>.
<Va bene, che c’era scritto?>.
<Sbirri farabutti> arrispunnì Catarella tenendo l’occhi vasci.
<E basta?>.
<Nonsi macari asasini c’era scrivuto. Farabuti e asasini>.
<Catarè, ma perchè te la stai pigliando tanto?>.
Catarella parse sul punto di mettersi a chiangiri.
<Perchè cca dintra nisciuno è farrabuto o asasino, a cominzare da vossia, dottori, e a finiri a mia ca sono l’ultima rota del carretto>.
Montalbano gli posò a conforto una mano sulle spalle e si avviò verso la sò cammara. Catarella lo richiamò.
<Ah dottori! Mi scordai: grannissimi cornuti c’era macari scrivuto>. ”
Citazione da “Il giro di boa” di Andrea Camilleri edito da Sellerio, pagine 13 e 14.
Andrea Pagliantini 
Nel cinema c’erano solo tre persone a vedere questo film relativo a un fatto accaduto solo dieci anni fa.
Una pagina vergognosa fatta di violenza e torture fisiche e morali nei confronti di persone di ogni età, condizione e provenienza svolte all’interno della scuola Diaz e successivamente dentro il carcere di Bolzaneto.
Nessuno dei funzionari, dirigenti o agenti ha avuto un’ora di sospensione dal servizio per via di Genova, mentre non è chiaro, o forse lo è anche troppo chi ha fornito le giuste coperture alla momentanea sospensione democratica in quelle ore.
L’angoscia di quanti indossano con dignità, orgoglio e onestà la stessa divisa di fronte a questi fatti, ho scelto di farla manifestare all’agente Catarella del Commissariato di Vigata, personaggio uscito dalla penna di Camilleri, ma rappresentante limpido e onesto di tutto un corpo che non può essere rappresentato o avere a che fare con le squadracce hanno operato a Genova in quei giorni.
Spero che il film abbia un bel successo di pubblico.
E’ la nostra coscienza e la nostra storia recente che ha bisogno di una rinfrescata.
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Ascoltavo qualcuno stamattina, alla radio, dire che non abbiamo memoria (tanto meno quella storica!).
Purtroppo ancora non riesco a compitare più di tanto al computer, quindi non riesco a depositare quello che sento e che penso. I tempi sono sempre più bui (e l’assenza di spettatori che tu denunci lo testimonierebbe).
A presto, caro Andrea!
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Prima elimineremo tutti i sovversivi; poi elimineremo i loro collaboratori; poi i loro simpatizzanti; poi chi rimarrà indifferente, e infine elimineremo gli indecisi.
(Jorge Rafael Videla)
“Tutto è caricato nella memoria arma della vita e della storia. La memoria punta fino a uccidere i popoli che la mettono a tacere e non la fanno volare libera come il vento”.
“La Memoria”, León Gieco
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Si, bella roba anche il signor Videla, che se gli dico testa di qualcosa in pochi si offenderebbero.
Mi piace ricordare chi ha onorato la stessa divisa con le persone che di getto mi spuntano in mente: Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Beppe Montana, i ragazzi delle scorte di Falcone e Borsellino, Calogero Zucchetto e quanti ogni giorno con coscienza e lucidità si occupano di rendere questo paese meno fetente.
Queste sono le persone danno lustro al corpo di Polizia, non gli invasati erano a Genova nel luglio 2001.
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