La vigna di Siena

Nell’ Orto de’ Pecci sono state piantate in questi giorni esemplari di viti rare rilevate e trovate negli orti e negli spazi appena fuori le mura cittadine in un progetto voluto da Città del Vino, finanziato manco a dirlo dal Monte dei Pascoli e aiutato dall’Università di Siena.
Salamanna, Gorgottone, Mammolo, Tenerone e altre varietà senza nome le viti moltiplicate e piantate finalizzate ad un progetto di conoscenza e utilizzo di questi vitigni dal fascino medievale.
Qui su Città del Vino.

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0 Responses to La vigna di Siena

  1. Rispondo indirettamente al quesito di Filippo Cintolesi, e cioè: “Sono a piede franco?”
    Risposta:No. Il materiale vegetale era talmente poco che si è pansato bene di non rischiare e di usare un porta innesto.

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  2. Avatar di Elisabetta Viti Elisabetta Viti ha detto:

    …qlkosa di buono,alla fin fine, vien fatto…

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  3. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Bene hanno fatto a non fare il piede franco su una quantità così modesta di viti perlopiù rare e da salvare ado ogni costo.
    Appena possibile voglio andare all’Orto de Pecci a portare un saluto vertinese a quelle vecchie glorie e sto pensando, se mi sarà permesso di inventarci qualcosa su un terreno pianeggiante esposto sud qui nel Chianti Storico.

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  4. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Grazie della prompta responsa, Fe’. Niente piede franco, dunque.
    Mah. Avranno anche fatto bene. Io penso che esigenze di produzione all’orto dei Pecci non ce ne abbiano (di azionisti che devono rientrare, nemmeno, presumo). Penso anche che eventuali urgenze di conservazione genetica di materiale rarissimo non siano risolte al meglio affidando il germoplasma al solo orto dei Pecci. Credo infine che l’iniziativa installata al suddetto orto, interessantissima, meritoria, diocenediamille, sia essenzialmente di tipo culturale. Penso cioe’ che essa si inserisca nel piu’ generale progetto di riproposizione di un orto quasi-medievale (sarebbe interessante poi, ma un po’ fuori tema, sviscerare questa questione della medievalita’), e a fronte del valore che avrebbe avuto una vite nostrale dalla testa ai piedi, non credo che rischiare una fillosseratura sarebbe stato cosi’ fuori dalla graziadiddio.
    Poi, essendo paranoici, basterebbe fare il filare di sabbia pura e la vastatrix s’attacca al tram.

    Comunque, a parte queste discussioni sul piede della vite, molto ganzo il progetto stesso di propagare il materiale genetico delle viti senesi. Va da se’ che se c’e’ qualche santo (o santa) cui potersi votare per ottenere un pezzettino di tralcio, anche un occhio soltanto, di quelle viti, mi piacerebbe poterne disporre e piantarne. Declivita’ ed esposizione a piacere. Unica costante del terreno: parecchio sasso. Ops. Si dice: scheletro. Grossolano, grazie.

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  5. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Mi accodo a schianto a questo commento per chiedere, in tema di viti salamanne, gorgottone, pulcinculo e saitequali, se eventualmente la signora universita’ o il signor monte o le signorine associazioni di categoria, o l’enoteca italica, o i vari consorzi, non si potessero fare patrocinatori di una messa a disposizione (edizione..?) di un banale codice ampelografico a pronto uso di villani e gazzillori per l’identificazione (sicura) di vitigni strani e fuori moda. Non credo sia stato necessario fare l’analisi del dna del materiale viticolo per poterlo identificare. Ecco, piacerebbe a molti del volgo essere in grado di sgamare questo o quel vitigno nei tantissimi piccolissimi appezzamenti vitati e allevati in modo strano che e’ ancora (finche’ il nonno di turno non crepa) possibile trovare qua e la’.

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  6. Avatar di mario mario ha detto:

    ..ma quale colombano avranno messo?saranno tutte vere autoctone o ci saranno varietà …”appositamente utili a qualcuno ”?(scusate il mio scetticismo…ma non conosco la situazione)

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  7. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    No, no Mario, questa cosa è seria e meritoria.
    Aver rimesso insieme le viti erano negli orti dentro e fuori le mura ed averle censite e moltiplicate è davvero una bella cosa.
    Riuscire poi ad esportarle nel Chianti in un certo terreno pianeggiante esposto sud dal suolo galestrino sarebbe una gran bella cosa, come sarebbe una gran bella cosa ripensare a ciò si era prima dell’avvento dei neroni stranieri.

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  8. Avatar di mario mario ha detto:

    bene e speriamo che ”non ci sia troppa malvasia nera”..(quella apparsa come dal niente accanto a vitigni ”autoctonamente misteriosi”)

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  9. Rispondo a nome della patrocinante Associazione Nazionale Città del Vino, capofila del progetto.
    L’iniziativa rientra in un più ampio progetto di riqualificazione storico-paesaggistica e ambientale di Siena e delle sue valli che si chiama “Senarum Vinea”. Si sta peraltro valutando l’ipotesi di poter un giorno (lontano?) mettere a disposizioni di quanti saranno interessati, questo materiale vegetale.
    Per spegnere poi lo scetticismo di cui sopra, la mappatura di questi vitigni recuperati sarà presto disponibile sul sito: http://gis.sienaprovincia.consorzioterrecablate.it/ a cura della Provinciadi Siena.

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  10. Avatar di mario mario ha detto:

    ..”mamma mia”! ma basterà quel materiale (in un giorno forse lontano) per cambiare tutto quello fatto ”nel chianti 2000” ??

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  11. Avatar di filippocintolesi filippocintolesi ha detto:

    Dai, Mario: se vuoi cambiare (o disfare, o semplicemente contrastare) quanto fatto con Chianti 2000, hai a disposizione ogni anno una miriade di filari dispersi in altrettanti orticelli familiare, condotti dal nonno o dallo zio di turno, ovunque in Toscana. Il materiale genetico “introvabile” non ci manca. Vero e’ che con il tempo saranno sempre meno trovabili i vitigni di cui si parla, quindi onore al merito di iniziative come queste. Ma ciascuno nel suo piccolo puo’ fare il suo.

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  12. Avatar di mario mario ha detto:

    ..non contrasto niente x almeno 2 motivi..”non ho la forza ”per farlo e non mi piace demolire ..ma criticare lo posso ancora fare ..spero..e non comprendo bene il fatto IN GENERALE E SENZA FRAINTENDIMENTI che prima si spende e spande in un certo verso ..e poi si rispende e spande (forse solo parole e discorsi ..ma oggi ci costano anche quelli!)in un altro ..proprio non lo capisco.. tutto qua!

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  13. Avatar di mario mario ha detto:

    ..insomma ..un ente x ogni barbatella ”misteriosa” piantata..fate voi ..

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  14. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Mario, lo spendere è sinonimo di spandere, spesso serve a quello e il costrutto non ci si vede e neanche necessita ci sia.

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  15. Avatar di mario mario ha detto:

    …io sono riuscito a contarne già 14 di enti e simili…compresa l’europa con il suo ”sostegno ”… Senesi …sveglia!

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  16. Avatar di mario mario ha detto:

    …eh sì…ce ne sono uno… x ogni barbatella da piantare … (o da estirpare x sempre)poeri noi !

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  17. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Ci vorrebbero viti facessero due vendemmie l’anno per reggerli tutti 🙂

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  18. Avatar di mario mario ha detto:

    ..con questa ”siccità”…se ne facciamo mezza ,di vendemmia,sarà già tanto…il sistema non potrà reggere..anche se stanno facendo di tutto …per fargliele fare ”le 2 vendemmie”…una per noi e …una per loro..!

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