Sbuccia cipressi

Pubblicato il 8 febbraio 2012 da andrea

Non è un nuovo utensile da cucina, ma la scaltrezza vispa di chi prende in prestito una paletta meccanica attaccata al trattore per spalare la neve e la riesce a piegare, (cosa non facile, soprattutto andando piano) e pretende di raddrizzare la struttura di ferro sbattendola a forza contro un cipresso secolare che nel 1944 era già grande e serviva da bersaglio a soldati tedeschi alticci con le loro pistole automatiche.
Dei tedeschi se ne vedono ancora i segni, come si vedranno le ferite inferte dai colpi di pala, strumento che, come ovvio, non è stato possibile raddrizzare e necessita degli attrezzi di un fabbro capace.
Sono brutti tempi quelli nei quali non si ha rispetto neanche per le piante.

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0 Responses to Sbuccia cipressi

Gielle ha detto:

8 febbraio 2012 alle 10:01

A rischio di rompere un braccio della pala mettendola sotto sforzo per traverso quando l’unica cosa serve è smontarla e metterla sotto la pressa di un fabbro, oltre a sfregiare una pianta per niente, ma questo riesce bene.

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angelica ha detto:

8 febbraio 2012 alle 10:05

…ed ancora una volta l’incuria, l’incapacità, la supponenza dei vari “cretinetti” lascia il segno! Angelica

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serena ha detto:

8 febbraio 2012 alle 10:24

Questo è un danneggiamento sciatto e inutile come chiunque lo abbia compiuto e il modo per passare due volte da incompetenti: rompere l’attrezzo e danneggiare il tronco di un cipresso.
Missione compiuta!!!!!

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Andrea Pagliantini ha detto:

8 febbraio 2012 alle 14:59

Poco fa, alle ore 13,36 il mio cellulare ha ricevuto una chiamata da numero anonimo e stranamente a come mi comporto di solito, ho risposto a questo tipo di chiamata.
La voce all’altro capo del telefono mi ha intimato di rimuovere questo articolo con le testuali parole “E’ meglio se rimuovi quella cosa su internet altrimenti ne potresti pagare le conseguenze”. (Alludendo a questo post).
Ho fatto notare che la chiamata era registrata e che si trattava di minacce gravi, a quel punto ho riattaccato e rifiutato la seconda chiamata anonima, facendo immediatamente una chiamata a chi di dovere per fare presente il testo della chiamata ricevuta.
Le conseguenze minacciate dall’anonimo interlocutore non sono state approfondite se saranno fisiche, verbali, o saranno danneggiamenti verso qualcosa.
Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno conseguenze fisiche nei miei confronti, a qualcosa di mia proprietà o a qualche animale o a qualche pianta o chissà a cosa altro…..

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Dario ha detto:

8 febbraio 2012 alle 16:04

Il mondo cambia ma certi tipi rimangano uguali, se possibile peggiorano.
Ma so che un cipresso gli sopravviverà.

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silvana biasutti ha detto:

8 febbraio 2012 alle 16:29

Non riesco a capire – davvero – il perché della telefonata. A tutta prima pensavo fosse il babbo del ragazzino fotografato sul giocattolo, ma evidentemente mi sbagliavo.
Ma non riesco a capire neanche che razza di accrocchio di dementi si sia riunito colà.
Ribadisco quanto già scritto settimane fa: gli alberi si vendicano: occhio!
Ciò scritto, mi continuo a domandare: “perché?”. Perché ferire un albero, una creatura che (apparentemente) non può difendersi?!
Brutti tempi, questi.

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Liz ha detto:

8 febbraio 2012 alle 17:21

Brava Silvana, concordo con lei. Se veramente gli alberi si vendicano dovrebbero farlo al più presto!
Mi so dare soltanto una risposta: questa persona per sentirsi davvero forte, grande, se la prende con chi “apparentemente” non può difendersi.
Perché non cambia di specie vivente? come se la caverebbe, per esempio, con un cinghiale? o un lupo? Certamente a pari condizioni, cioè senza fucile!
Sulla telefonata “anonima” è facile individuare l’autore e senza dubbio va denunciata, cosa che hai già fatto.

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anna maria ha detto:

8 febbraio 2012 alle 18:04

E’ incredibile. Tieni duro . Hai tanti amici che ti spalleggiano compreso i due vecchietti dell’Erbolino
Grazie comunque per tutto quello che fai e riporti
Anna Maria

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filippo cintolesi ha detto:

8 febbraio 2012 alle 18:48

Mi pare infatti che la vendetta degli alberi non si sia fatta attendere. Come chiamare altrimenti questa storia?

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Laura ha detto:

8 febbraio 2012 alle 21:17

Davanti casa ho un paio di pini diventati pericolosi per la nevicata che andrebbero eliminati.
Servirebbe qualcosa di più pratico di una pennata per segarli, avendo la circonferenza più larga di un melo.

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Gian Marco ha detto:

8 febbraio 2012 alle 23:13

Sarebbe bene che tutti pagassero le conseguenze delle proprie azioni. Per il momento suggerisco di lasciare in rete questo post, almeno fino a quando le ferite sul cipresso saranno visibili.
Ciao!

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Daniela ha detto:

8 febbraio 2012 alle 23:40

E’ consolante il cipresso non sia stato preso a testate….. ci sarebbero stati molti più danni.

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vita ha detto:

9 febbraio 2012 alle 0:15

anche io non capisco il motivo della telefonata intimidatoria, del resto tutti noi non sappiamo chi è stato e solo andrea lo ha visto o se lo immagina, di cosa ha paura? cosa teme, di cosa si vergogna il tizio?! farebbe bene ad incassare i commenti e zitto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Andrea Pagliantini ha detto:

9 febbraio 2012 alle 9:59

Un cipresso che ha resistito alla Wermact non ha difficoltà a reggere e sopravvivere a chi del cul fà trombetta.
Sono brutti tempi quelli in cui non si ha rispetto neanche per le piante.

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Rossano ha detto:

9 febbraio 2012 alle 11:41

Al di là del rispetto per il cipresso (che è legittimoe scontato) sono curioso di capire su che base questa persona avrebbe chiamato Andrea minacciandolo… ho letto e riletto il post scritto da Andrea e non trovo assolutamente nessun riferimento personale a nessuno nè tanto meno parole offensive nei confronti dell’autore del gesto. Voglio capire le minacce da dove saltano fuori, da quale tipo di rancore (se ce ne fosse uno) sono mosse…. insomma se avessi fatto io il gesto e Andrea avesse pubblicato sul blog la notizia (come effettivamente ha fatto) non vedo in che modo avrei potuto pretendere la rimozione del post in questione… da un punto di vista giuridico non ne vedo la possibilità… da un punto di vista “fisico” non ne vedo i motivi! Se per ogni cazzata bisogna intimare la gente… bè credo che siamo veramente caduti in basso e il “culo di paglia” non è tipico di questa terra… bò io non ci capisco più niente… e forse neanche voi…. eheheehheheh

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mario ha detto:

9 febbraio 2012 alle 14:14

….che sia lo spirito della WERMACT…ad aver compiuto ”l’atto intimidatorio”? ..sicuramente il modo di agire potrà assomigliare un po’ 🙂

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Andrea Pagliantini ha detto:

9 febbraio 2012 alle 14:47

Il tutto si riduce ad una grave carenza di fosforo, ma non nel cipresso.
Una casse ferrica e fosforica di microlelementi che nessun tipo di concime fogliare può apportare ed essere usato in soccorso.
Se il cipresso ha retto l’urto della Wermact, può tranquillamente resistere ad una mancanza tragica di microelementi dei tempi moderni.

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an ha detto:

10 febbraio 2012 alle 13:32

Il comportamento irrispettoso, provocatorio e danneggiatorio di beni mobili e immobili è ben visibile quando esso avviene.
La minaccia telefonica aumenta la consistenza del danno ed è conseguente alla pochezza intellettuale di chi usa la violenza e la prepotenza per dimostrare di esistere.

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Elisabetta Viti ha detto:

10 febbraio 2012 alle 15:48

Non demordere,Andrea! Siamo con te!!!Grazie x l’attenzione con cui vivi il territorio,di cui le piante sono “sentinelle”importantissime,e grazie x lo scrupolo che hai nel riportare gli scempi e barbarie,che lo saccheggiano…Viviamo in un’epoca buia…dove non c’e’ rispetto x nessuna forma di vita,ne’ umana,figuriamoci quella vegetale…Ma ci siamo noi a sostenerti e a fare “gruppo”x darti una mano..Xke’ non organizzare qlkosa? Un “D-DAY”come una sorta di omaggio a quell’albero,come monito a non proseguire lo scempio,x ricordare che senza gli alberi non possiamo vivere…Vedi tu..Un grazie di cuore Elisabetta

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angelica ha detto:

11 febbraio 2012 alle 7:02

Rispondere con una intimidazione alla denuncia di un danneggiamento è una ” accusatio manifesta” soprattutto della paura e della incapacità di questo individuo ad assumersi le conseguenze del suo gesto, fiducioso che l’anonimato sia impenetrabile alla pochezza del suo essere uomo e quindi cittadino! Angelica

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Andrea Pagliantini ha detto:

11 febbraio 2012 alle 14:28

A neve sciolta e temperatura più piacevole si organizza un pranzetto all’aperto con un brindisi alle piante ferite.
L’allegria e vivere rispettando questi luoghi sono il miglior antidoto verso la prepotenza e chi ne fa un uso manifesto per intimorire piante non si possono difendere.

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mario ha detto:

11 febbraio 2012 alle 15:55

…magari invitare ”il prepotente” e cercarlo di capire …cercarlo…

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filippocintolesi ha detto:

11 febbraio 2012 alle 16:26

Il giorno che riuscissi a capire certe persone mi preoccuperei.

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Elisabetta Viti ha detto:

11 febbraio 2012 alle 23:11

Ho l’impressione che il “tizio”che ha fatto lo scempio all’albero sia ,semplicemente,una persona rozza,sinceramente rozza,e come tale,non abituato a rispettare ma solo ad “usare”la natura.Un albero puo’ servire,dunque, anche x raddrizzare una paletta meccanica.Che male c’e’??? Siamo noi ,gli esagerati!!!Poi credo,si sia sentito semplicemente “scoperto”,xke’ non pensava che qlkuno dasse cosi’ valore a un simile gesto…di cui,forse,se n’e’anche vantato x come aveva risolto la cosa…Ma anche te,Andrea,noti sempre tutto!!!che mai sara’,qlke graffio su un albero,x giunta vecchio!! suvvia…ma non avete altro a cui pensare…..un saluto Eli

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Andrea Pagliantini ha detto:

12 febbraio 2012 alle 10:59

Mi dispiace ma non voglio arrivare a capire quali siano le cause portano a compiere questo tipo di azioni e molte altre, se riuscissi a dare una spiegazione a questi comportamenti, allora mi preoccuperei seriamente.

@ Elisabetta
se prendere a colpi di pala meccanica un cipresso secolare ti pare normale, se sfregiare cose varie per divertimento ti pare normale………

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Elisabetta Viti ha detto:

12 febbraio 2012 alle 12:29

Il mio ultimo intervento era sarcastico,Andrea.Ho solo “interpretato”come poteva aver ragionato il “tizio”in questione..La penso esattamente come te,sul rispetto da dare alle piante,a ogni essere vivente e non.Provo ,cmque a capire,anche forse sbagliando,cosa porta a compiere gesti simili…Sicuramente un’ignoranza gretta.I vecchi contadini di una volta erano ignoranti ma avevano la “cultura” della terra,l’esperienza e tanto buon senso, che guidavano le loro azioni…oggi tanta gente s’improvvisa in tante cose,ma manca sopratutto un’educazione non materialistica della persona..Il discorso e’ complesso..Scusami se son stata poco chiara e ti son sembrata irriverente nei tuoi riguardi.Non era mia intenzione.Buona domenica Elisabetta

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Andrea Pagliantini ha detto:

12 febbraio 2012 alle 14:56

Non ti devi scusare di niente Elisabetta, non sei certo te ad avere comportamenti rozzi, incivili e danneggianti.

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mario ha detto:

12 febbraio 2012 alle 15:43

…eppure.poi smetto..,…capirlo perchè l’ha fatto ..potrebbe anche aiutare a prevenirlo..e magari ”aiutarlo a non farlo più”..

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Andrea Pagliantini ha detto:

12 febbraio 2012 alle 20:15

Mario non ti ci spremere la testa che non ne vale la pena.
Garbo, delicatezza e diplomazia non hanno senso di fronte a gesti di violenza verso il mondo intero, parenti compresi…. tanto per non avercela solo con gli “inferiori”, stranieri, animali, piante…..

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Ric ha detto:

12 febbraio 2012 alle 21:49

Caso da servizi sociali rieducativi o da strizzacervelli parecchio bravo.

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Elisabetta Viti ha detto:

13 febbraio 2012 alle 1:00

…e allora,visto che tiri in causa lo strizzacervelli,e visto anche che ho lavorato 2 anni all’ex osp.psichiatrico prima che chiudesse,posso dirti con certezza,condividendo il pensiero di Mario,che ognuno di noi agisce con una logica,talvolta incomprensibile ai piu’:ma basta trovare la chiave giusta x interpretarla…agendo cmque con fermezza verso questo “tizio”..che ha sbagliato.Un saluto Elisabetta

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mario ha detto:

13 febbraio 2012 alle 11:18

grazie Elisabetta!…credevo di essere ”io il bisognoso ”..non sono invece l’unico a pensarla così!

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Liz ha detto:

13 febbraio 2012 alle 21:19

@Elisabetta, lei parla di ospedale psichiatrico, è lì dove viene analizzato lo stato psichico dei pazienti. Non credo che sia compito del vicinato o amici “capire” la logica di azioni non-logiche, ma senz’altro possono aiutare a questa persona portandola da uno specialista.

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Andrea Pagliantini ha detto:

13 febbraio 2012 alle 22:00

Una sociologa ha fatto un quadro devastante per quanto riguarda soggetti capaci di simili comportamenti che di fatto cercano visibilità, pretesto, scuse per qualche sfuriata becera per dimostrare di esistere, per dimostrare virilità e superiorità verso chi all’apparenza è più debole, indifeso, in difficoltà pur di dimostrare una virilità latitante.
Gesti inconsulti, danneggiamenti, prepotenze, violenza, soprattutto provocazioni pur di ridurre tutto ad una sbecerata di piazza che ai loro occhi è un punto di orgoglio e supremazia come un cane piscia a una pianta per far capire c’è passato.
Casi da asl e da augurarsi di avere un’attività lontana da soggetti del genere in cui possono fare danni in qualsiasi momento, sfogandosi eroicamente contro beni immobili e mobili…..

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mario ha detto:

13 febbraio 2012 alle 23:14

…può essere uso e …costume comune sempre delegare ”le strutture” a fare quello che ,talvolta con poco,possiamo benissimo fare da noi ?

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Gielle ha detto:

14 febbraio 2012 alle 9:55

Servono bravi professionisti con soggetti del genere.

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mario ha detto:

14 aprile 2012 alle 11:23

…rileggendo ”ad argomento oramai chiuso” mi vien da pensare come sta il cipresso? e come starà ” quel disgraziato bisognoso” ?

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Elisabetta Viti ha detto:

14 aprile 2012 alle 15:03

…ma allora sei un “tenerone”!!! , Mario…x avere un “pensiero” x quel vandalo….

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mario ha detto:

14 aprile 2012 alle 22:21

…non proprio ,carissima, ma poichè come lui ce ne sono a centinaia e son da ”estirpare il loro senso incivico” ..vorrei comprenderlo, capirlo, ed aiutarlo a non farlo più…forse sulla salute del cipresso certamente tenerezza ..tanta..

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Elisabetta Viti ha detto:

14 aprile 2012 alle 23:22

…ti fanno ONORE le tue parole, e il tuo gran cuore ,Mario , col tuo tendere la mano a chi è “serrato”in una cieca arroganza…Anch’io ci provo sempre, a capire ciò che “muove” certi gesti altrui…Resta spesso l’amarezza, di non riuscire a comunicare, a “scalfire” tanta “grettezza” solidificata negli anni…Dalle piante non temo niente, e donano tanto…Un saluto Elisabetta

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Andrea Pagliantini ha detto:

15 aprile 2012 alle 9:51

Il cipresso è sopravvissuto alle pallottole della wermacth e ne conserva ancora il segno e sopravviverà alle più larghe e profonde ferite moderne conservandone per sempre le cicatrici.
Il cipressone secolare è molto saggio e resistente.

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an ha detto:

15 aprile 2012 alle 14:40

Umanamente non starei a usare il mio tempo per comprendere le ragioni di chi danneggia una pianta per puro divertimento perchè non ci sono scusanti ai gesti di vandalismo fatti con piacere o, peggio perchè non c’è la testa per arrivare a comprendere la gravità delle cose si fanno e si minaccia chi fa notare questi gesti idioti come ulteriore eroismo all’aver danneggiato una pianta secolare.

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mario ha detto:

15 aprile 2012 alle 18:44

…si puoi aver ragione …ma non perdi tempo a comprendere e poi prevenire quando ti accadono cose del genere diverse voltee ripetutamente a te ed ai tuoi simili?

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Elisabetta Viti ha detto:

15 aprile 2012 alle 19:34

…condivido, Mario…c’è “speranza” anche x gli imbecilli, in qlke modo….che,cmque vanno “contenuti”,…e talvolta,in extremis, una sana e poderosa “scarica”di botte ,assestate bene,val più di mille parole…E’,quasi un gesto, doveroso, d’affetto…nel “loro”linguaggio…un saluto Elisabetta

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Andrea Pagliantini ha detto:

15 aprile 2012 alle 23:25

Elisabetta, la soluzione che proponi nel link metto qui sotto non c’è scritta e non è prevista e quindi non esiste in alcun modo.
Questo è vangelo e non si commenta….. si attua e si rispetta.

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/costituzione.htm

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Elisabetta Viti ha detto:

16 aprile 2012 alle 10:45

…Si,andrea, hai ragione e condivido integralmente.Pensavo e mi riferivo a una sana scazzottata ” benevola”, che spesso,da piccini,capitava di avere coi compagni di giochi quando non si arrivava a farsi rispettare…e che non creava disagio a nessuno.Era quasi “fisiologica”.Nulla più. Lungi da me incoraggiare violenza fisica o altro!.Mi son spiegata male.Scusatemi.Un saluto Elisabetta

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mario ha detto:

16 aprile 2012 alle 17:27

…potrebbe essere anche ”un vangelo da aggiornare” ???(non solo x tutelare il cipresso 🙂 )

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Liz ha detto:

16 aprile 2012 alle 19:56

Secondo me “il vangelo” non va toccato!!!
Per il resto, visto la vostra vocazione e buon cuore: adottatelo!

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Andrea Pagliantini ha detto:

16 aprile 2012 alle 22:24

@ Mario
più che di aggiornarlo, quel tipo di vangelo, andrebbe solo attuato e rispettato con l’aggiunta di qualche postilla presa dai comandamenti e la scrematura di tanti articoli…. della lunghezza della pera coscia al dettaglio se ne può fare a meno per esempio…
Non rubare, non ammazzare, non metterla nel culo al prossimo per non riprendercelo, non danneggiare cose pubbliche o private…… semplici regole di convivenza dentro una società per capirsi, altrimenti diventa una buriana.

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