Per fave si può intendere chi scrive o chi si fa pagare errori a caro prezzo passandoli per scelte qualitative,dei veri geni della lampada da tutelare.
Subito dopo la vendemmia riparte il ciclo per il riempimento delle botti con una smossa al terreno e lo spargimento di qualche quintale ad ettaro di concime come stallatico o pollina e poi il seme di favino, quella meravigliosa piantina riesce a fissare azoto al suolo che, arrivata alla fioritura, viene trinciata o interrata per dare nutrimento e freschezza alla terra.
Di norma si semina a filari alternati stando attenti a non andare troppo a ridosso delle viti, intorno maggio lo si interra per non fargli rubare l’azoto ha partorito.
I cereali assorbono, i legumi cedono ricchezza al terreno delle in vigne.
bella lezione, grazie Andrea
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Rimango allibita per la facilità di linguaggio hai nel dire cose legate al vino e alla campagna e da appassionata starei ore ed ore a leggerti o sentirti.
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Mi associo: starei ore a leggerti, sentirti o a mangiare le tue fave al momento giusto 🙂
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Tengo a precisare che “il fava scrive” di inzio post sono meritatamente io, appellativo che mi merito tutto e ne ho il petto pieno, come un vecchio generale sovietico in pensione, ma senza onorevoli vitalizi, con sopra un secchio di medaglie appese.
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