«La presentazione del vino è d’importanza cruciale, qui entriamo in un terreno profondamente arcano» afferma Adam Lechmere, editore della rivista Decanter , una delle più note del settore. «Ai consumatori non importa tanto se il loro vino rispetta l’ambiente oppure no, non è sullo stesso piano della carne e delle verdure. Non siamo ancora pronti a fare con il vino quello che faremmo per il pollo e la sua filiera”.
Estratto da un articolo del Corriere della Sera in cui si parla di bottiglie fatte di carta applicabili al vino.
Andrea Pagliantini
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Cao Andrea, il Corrierone è un giornale a cui sono molto affezionata: non è l’unico che compro, ma lo guardo sempre; tuttavia è un giornale molto distante dal vino, almeno quanto lo è Milano da una vigna (le più vicine a San Colombano, nella lodigiana…)
Ancora una volta, si parla di vino senza considerare che il vino non è un unicum, né come prodotto né come suoi consumatori….
Certo, i consumatori di vino, in generale non hanno (quasi) mai camminato tra le vigne diserbate con prodotti che ora vengono gradualmente – con industriale lentezza – ritirati dal mercato, in modo silente. Come non sanno (gli stessi consumatori, in generale) che a volte le cosiddette medicazioni non sono propriamente dei gelati alla crema…
Però ci sono dei consumatori di vino che queste domande se le pongono, e sono in aumento esponenziale.
SE – un “se” grande come una casa – si facesse del marketing vero (che non vuole dire imbrogliare!) nella Toscana Felix in cui vivo, le cosiddette autorità (spesso poco lungimiranti e autorevoli) avrebbero già iniziato da tempo una campagna per riconvertire tutto (tutta la Toscana) al bio; non (solo) per prendere i contributi, ma per offrire al mondo (massimamente in un momentaccio come l’attuale) opzioni di consumo che concretamente contengano una (almeno una) scelta di tenere in conto l’ambiente.
Ciao a tutti.
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LO sai che sarebbe davvero un’idea fantastica quella di bonificare l’intera Toscana da irrorazioni pesticide??
Io non so che senso abbia dire sia biologco un prodotto solo perchè è distante dieci metri da un vicino che spruzza o disperde di tutto nel terreno, a me sa vagamente di rpesa per il culo… basta una ventata per vedere le proprie coltivazioni impestate di nebbie non consentite… o il diserbante sparso per le strade per tenerle pulite, tanto per fare un esempio.
Sarà follia, ma una Toscana veramente libera da queste usanze sarebbe una fomra di stare meglio di salute e una forma di marketing che avrebbe qualcosa di geniale.
Fermo restando che le vinge lungo il corso dei fiumi s efossero dichiarate biologiche ci sarebbe da sganasciarsi dal ridere e non prenderle in considerazione.
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Caro Andrea, mica sono stata “con i denti in bocca”, come dicono a Milano, in tutti questi anni. Ogni volta che mi sono trovata nei dintorni di un amministratore (o di un politico) di ‘peso’, l’ho detto.
Io sono sommamente convinta che sarebbe un segnalone (come quello del Monti che gira su un’auto blu che è una vecchia lancia , blu.
Anche qui, sarebbe un po’ demagogico, ma l’importante sarebbe che fosse VERO. In tal caso il “demagogico” va a fare in c.
Ci pensi/ate: tutta la Toscana BIO, per davvero, con un colpo di reni ritroverebbe un 30% dell’immagine (reputazione) perduta tra una cantinona e una fila di casette a schiera piazzate là dove il paesaggio è meglio.
Be’, finora nessuno mi ha dato retta, forse perché il mio accento è troppo nordico. Ma io dico sul serio. prima si fa, e poi si vende tra virgolette, al mercato. In altre parole: si fa e poi si dice, non il contrario.
Sarebbe una botta!
Ma certamente ci sarà qualcuno più lesto dei bradipi toscani, che lo fa e poi ci mangia la pappa in testa…
Ad esempio, l’ho anche detto all’attuale sindaco di Montalcino – brava persona, ma preparazione culturale, in termini di navigazione nei tempi moderni, sensibilità alla bellezza (del paese in cui è nato, accidenti!), ZERO – reazione nulla. Occhiata sfuggente e allarmata (“oddio questa che cosa sta ancora studiando!…”)
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Io l’idea la trovo geniale per un colpo di reni d’immagine e di sostanza che cammin facendo si è persa campando di rendita con il mito esausto dei cipressini e della bellezza dei luoghi. BAsta fare dei giri in macchina per vedere quanto ci siamo dati da fare per riempire i paesaggi di cose non c’erano……
L’idea è perfetta, ma da dove cominciare? Sindaci, comuni, assessori ecc. mi piglia il prurito… consorzi, denominazioni ecc. lughi in cui comandano quelli comprano più marchi, idem, produttori che hanno le vigne dove ci stava il granturco fatto da cponsulentoni pagati a peso d’oro ancora più dura….
Che fare?
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a greve….accanto al cartello c’e’ ogm free…..non e’ molto ma e’ un inizio…..a radda con paolo cianferoni s’era provato a intavolare una disussione tra tutti i produttori a firmare un accordo che vietasse l’uso di diserbanti…..cosa che il sindaco sponsorizzerebbe con un cartello simile sotto la scritta radda…solo che siamo rimasti 4 bischeri e basta a portar avanti la cosa…ed alla fine e’ caduta li….a montalcino che e’ piu’ virtuosa e piu’ sveglia oltre la cartello del divieto d’accesso alla birra ci potrebbe stare anche questo…
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Facciamo una petizione, con raccolta di firme, spiega(zione) ai firmatari, presentazione in regione all’assessore. Dicendo anche che se qui si imitano i bradipi, magari ci pensano nelle marche o altrove, e darebbe parecchio fastidio….
Occhei si parte?
Si può cominciare convocando anche giornali… anche perché potrebbe interessare davvero anche i più bischeri. Poi si tratterebbe di convincere che NON BASTA dirlo…
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Caro braganti@ m’è caduto l’occhio sul tuo commento “a Montalcino che è più virtuosa e più sveglia…” mi immagino che tu faccia del (giusto) sarcasmo, perché a M. più svegli e più virtuosi…mah!
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cara biasutti..ovviamente, che Toscani saremmo senza sarcasmo…;-)
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Bravo Braganti! E io che misforzo di usare solo la categoria dell’ironia…ogni modo, con Montalcino il sarcasmo è opportuno.
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Pingback: Andrea Pagliantini » Blog Archive » Toscana biologica
io so’ per fa’ casino! eheheehhehe
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Questa idea lanciata da Silvana ha prodotto il post di oggi, vediamos tando molto bassi dove si può arrivare…
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ennesima polemica tra Chianti e Chianti Classico (Storico) in quel di Cosenza… ormai la mia è una “guerra”!
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Cosenza???
Fermo, fermo Rossano che mai succede in bella terra Calabra fra il Chianti Storico e i suoi vicini?
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Niente Andrea… so’ io che so’ polemico! Ieri sera sono andato a mangiare in una pizzeria… bellina eh! dove facevano anche la ciccia… qui hanno una “ammirazione” della Toscana che fa spavento… e ho visto tra gli scaffali dei vini il “Chianti” di banfi… quando l’ho visto ho chiamato il cameriere ed ho chiesto se loro sapevano che cosa era quella roba… se avevano idea di che cosa avevano comprato e cosa offrivano alla gente… il cameriere con decisione mi ha risposto che sanno che quello non è “Chianti vero” sanno che non ha niente a che vedere con il Chianti Storico… e io gli ho risposto: bene sono contento… ma la geente che viene qui lo sa??? Non ho avuto risposta… solo una risatina sarcastica che fa capire che vendono quello come se fosse vero Chianti… mi sono incazzato ed ho preso una birra media… (rigorosamente industriale con mal di stomaco incorporato)…. o come mai so’ diveenato un a scimmia anche sulla birra??? Una volta mi ricordo bevevo qualsiasi cosa… adesso no… qualsiasi cosa “artefatta” o comunque poco genuina… la sento subito e non riesco a godermela… tutto quello che i piace costa i soldi e non sempre posso spendere… questo è un problema grosso per me.
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A Villa San Giovanni, in un ristorante dove di vino non c’erano grandi cose, scelsi un bianco di una cantina sociale senza tante pretese ma piacevole.
Arrivò un cameriere cerimonioso con la bottiglia da aprire e il tovagliolo a traverso il braccio.
Lente operazioni di scassolatura e poi apertura della bottiglia, si porta il tappo al naso e lascia intendere e poi dice che può andare.
Avevo osservato tutta la scena e gli faccio notare che il tappo è di silicone ed era inutile ci infilasse il naso.
“LO sò, è per fare scena, ma fra migliaia di clienti non era mai successo qualcuno si accorgesse del tappo”.
Banfi per tornare in tema, è un imbottigliatore come tanti ce ne sono quindi nessuno scandalo, imbottiglia masse di vino.
Se poi sei sempre in zona Cosenza e ti va di girare, ti segnalo i fichi dei fratelli Marano di Amantea che sono una delizia assoluta,la liquirizia di Rossano, i liquori Passaro e se riesci a mettere le mani su qualche bottiglia di Nerone di Calabria dell’azienda Criserà vicino Villa San Giovanni o del suo Stretto Passito, vedrai che mi ringrazierai.
Se poi hai tempo e ci vuoi passare di persona, arriva a Catona, poco fuori Villa e cerca di Enzo e dì ti mando io e sei lettore del blog…
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Oddio Andrea mi immagino la scena! Anche perchè con il tuo modo di fare se io fossi stato lì sarei cascato sotto il tavolo dalle risate! I fichi (come ti ho già detto per telefono) li ho comprati e devo dire che sono spettacolari! Per quanto riguarda il resto purtroppo non ho avuto modo visto che ho letto questo messaggio e quello che mi avevi mandato in email solo al mio ritorno a casa… in compenso ho comprato una bottiglia di gaglioppo in purezza e un savuto superiore… quest’ultimo che ho già bevuto devo dire che non era per niente male!!!! Ma quelli che mi hai detto me li segno e li compro appena ne avrò l’occasione!
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Ogni tanto ci ripenso a quella scena di Villa e del cameriere e ci scoppio dal ridere, bei tempi, ma andiamo avanti.
La prossima volta che scendi vai a trovare Silvio Marano ad Amantea dove vengono fatti i fichi, se poi scendi verso settembre e capiti nella zona della stazione ti guida al suo laboratorio il profumo di spezie, canditi e fichi nei forni…. e poi Silvio ama infinitamente la Toscana, quindi il connubio è perfetto.
Nerone di Calabria Criserà,nerello calabro e sangiovese, più lo stretto passito, di greco e zibibbo…….. messo nel frigorifero è da farcisi male da quanto è buono.
Ce ne sono tante di cose buone da quelle parti, peccato siano quasi sconosciute al mondo.
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