Un tocco vivace e colorato a sdrammatizzare vie grigiotte altamente illuminate in cui la notte è impossibile vedere le stelle, questi elefantini disposti nella zone centrali a in Milano.
Nella Contrada della Torre si troverebbero a casa loro, in altre città ovunque attirerebbero curiosità, ma anche qui la gente che passa non scivola via come pioggia da una grondaia, ma si ferma, guarda, bambini si siedono e giocano, mentre gli irrecuperabili danno qualche occhiata frettolosa prima di entrare nei soliti negozi luccicanti o, nei casi più compassionevoli, non riescono a distrarre gli sguardi dalla disposizione delle vetrine stando con la lingua di fuori a patire perchè “possono permettersi solo questo nèèèè”.
Un tocco di fantasia e creatività di Alberto Pasquini e Massimo Fabbro che in collaborazione con l’assessorato alla cultura riempiranno la in città fino al 15 novembre di 80 esemplari colorati realizzati da artisti diversi dando vita a questa Elephants parade, dove i cuccioli di elefantini in miniatura delle opere esposte saranno vendute all’asta con incasso devoluto al fondo di tutela dell’elefante asiatico.
Colonne di giappponesi festanti e composti in fila indiana scattano centinaia di foto a queste opere, mentre l’amministrazione ha contattato lo “staff salsicce fra gli ulivi” per un evento di brace, griglia, salsicce, rostinciana, buristo, pomodori dell’orto, bruschette,olio e vino buono sempre con moderazione, in una via del centro ancora da decidere.
Unico neo è che le olivete diventano ottime sale da pranzo per eventi occasionali, mentre nel centro città c’è il rischio dello smog, e con il pericoloso rischio questi eventi piacciano e diventino una struttura permanente per curare l’isteria da logorio della vita moderna con la somministrazione non abusiva di semplicità e leggerezza.
Finalmente si capisce perchè tutti quei viaggi a milano negli ultimi tempi, c’è anche chi pensava ti ci volessi trasferire a fare l’agente di borsa con le scarpe a punta!!!
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Come luogo il piazzale davanti alla stazione Cadorna dovrebbe andare bene, oppure qualche via poco distante…Il profumo della salsiccia alla brace deve invadere tutta Milano da via Turati a Via Moscova…e come minimo cento volontari al braciere!
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Ma che bello, finalmente una città che torna a vivere e perde tanta della sua isteria ritrovando cose semplici e sane e belle da vedere!!!
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L’ho visti giusto sabato, portando aggiro un par di sguizzeri.
Diciamo che nella Torre ci starebbero bene se avessero la proboscide all’insù.
@monica: bastassero l’elefanti a far perdere l’isteria a questa città… difatti ci sono punto riusciti
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Le stelle e tante ne ho viste anche a Milano. Ho nostalgia
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Io voto per porta Venezia, sito di mescolanze, meticcio e vivace.
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Belli ‘sti elefanti! Io so’ uno di quelli che sicuramente mi ci troverei parecchio bene in mezzo! Ehehehehe
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Questi mancano alla mia collezione!
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priprio carini eeeeeeeeeeee colorati
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Ha ragione Dario, qui l’isteria è endemica e non c’è cura per guarirla, siamo affetti da un egoismo ancestrale che non ci fa più gustare le cose belle della vita come lo stare insieme davanti un piatto cotto alla griglia e un bicchiere di vino, mentre chi è accanto rode dall’invidia per i motivi più idioti e soffrigge nella sua bile.
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Alle spalle del Castello Sforzesco, cioè Parco Sempione. Una bella zona verde nel cuore della città, spaziosa e con qualche ulivo sparso si potrebbe ricreare l’ambiente dell’oliveta senza difficoltà.
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Andrea, Andrea! La nostra chiaccherata era in forma ristretta….Ora però visto che gli eventi stanno prendendo una nuova piega, ti invito quanto prima a salire a Milano, per accordarsi sulla data e il luogo…Come dice Silvana, Porta Venezia potrebbe essere il posto giusto.
Saluti
Giuliano P.
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Se si tratta di fare un’opera buona per levare un poco di acido e di isteria in quelle zone, posso anche essere disponibile quando fate le salsicciate in trasferta milanese.
Che cosa bella nèèèèèèèèèè!!!!!!
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Signor Giuliano, mi scusi se in un impeto di gioia per aver visto la città addobbata con questi elefantini colorati mi sono lasciato scappare stralci di un colloquio confidenziale che tale doveva rimanere almeno finchè non avevamo le idee più chiare.
E’ anche vero però che dal nostro colloquio tutto era chiaro fino al punto di trovare e definire un luogo dove spostare dagli ulivi ad una via del centro la grigliata con degustazione di sani prodotti chiantigiani.
Credo che il parco Sempione o Porta Venezia, che noi vertinesi siamo amanti delle porte, potrebbero andare bene, ma ne parleremo con calma e non qui più avanti, ma perchè non prova a scendere lei?
Per il resto non starei a dipingere in Milano così tetramente, certo, non è allegra e cordiale come Roma o come L’Avana, il sole è quello che è, tanta gente lasciamo stare, affetta un pò da cinismo, puzzetta sotto il naso e parecchia isteria, ma qualche speranza bisogna provare a dargliela ancora, mica tutti sono da buttare via.
Speriamo gli elefantini colorati siano l’inizio di una nuova visione e non una nuova moda ocme quella di portare cangurini al guinzaglio mentre si va a fare la spesa. Anche per questo non ci riuscirei mai ad abitare, altro che andarci a fare l’agente di borsa con le scarpe a punta.
E a Francesca un forte abbraccio.
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Giuliano! Mica sarà il Giuliano P(isapia)!
Beh forse no, del resto anch’io – ogni tanto – mi firmo S.B.
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Bisogna mettere sempre nel conto che ogni inziativa sia pur semplice e divertente come le grigliate nelle olivete senza interessi in mezzo che non sia mostrare un gioiello di posto e passare una giornata divertente, muove invidia e muove isteria, ma non credo sia da perderci il sonno e se davvero questa cosa viene trasferita nella capitale isterica per eccellenza, è facile venga a darvi una mano.
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A Milano, nascerà mia nipote ohé! Clinica Mangiagalli, dove abbiamo fatto lotte storiche (per tutti/, mica solo per i/le milanesi), ohé.
E – tanto per fare un po’ di storia -: a Milano, per la prima volta nella storia del dopoguerra, sono state dismesse proprio “le scarpe a punta”, quelle per cui l’Italia è stata famosa nel mondo, dagli anni sessanta agli ottanta (fino all’avvento dello stile ‘country’, che si pretendeva evocasse la Toscana!).
Caro Andrea, uno di questi giorni mi faccio sentire da te (è una promessa!).
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Bene chiarire da come va l’andazzo dei commenti che se si fanno delle cose ogni tanto non è per fare schifo a qualcuno ma per mettere insieme gente affine che ha qualcosa di non banale da dirsi in un posto da favola e con qualcosa di buono da mangiare, lo scopo è questo e rimane solo questo.
Di non affini a questo pensiero e ordine di cose in questo modo semplice di stare insieme non c’è motivo di stare a perdere fiato senza guardare la provenienza che si arrivi dalla buca, dal Giappone, da in milano o dal Kenia ecc. ecc.
Per capirsi, non ci saranno grosse affinità con chi parla sempre di soldi, traffico, tempo, lagne varie su tutto che si sarebbe fare meglio e più veloce e più prosaicamente spendendo meno tornando ai soldi e contandoli agli altri.
Silvana, con il discorso Giuliano ho già detto troppo e prematuramente, appena ci saranno cose più vispe e chiare vedrai che non mancherò di dirti.
E soprattutto i più cari auguri per il nuovo arrivo ovunque esso nasca e se sarà milanese sarà della versione giusta.
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@ Silvana, tanti auguri per la nascita della nipotina!
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non starebbero male neanche a Piacenza…in piazza Cavalli all’ombra del Gotico!!!!
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Grazie, siete tutti carissimi a farmi gli auguri per questo prodottino che conosceremo solo a marzo. Già si discute col figlio – che pare assai gravido – perché io auspicavo che nascesse ariete, ma lui imperterrito mi ha ribattuto che sarà pesci, e che di arieti “ne abbiamo abbastanza” (indovinate come mai!).
Comunque sarà una piccina – mi hanno confidato – e la madre è genovese (città, Genova, che amo assai, con quell’aria che il mare c’è, si vede, ma soprattutto si sente nel cibo e nei comportamenti della gente). Quindi nascerà avendo già una discreta familiarità con gli olivi….
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Salutone a Mauri, che a breve vedrà qualcosa di suo qui nelle pagine del blog, ma per stare al commento di Silvana (Genova città scavata fra mare e montagne, sono tosti i genovesi) e per pura curiosità (non volendo far dilatare i tempi di sosta nella pancia della mamma della piccolina in arrivo)…. ma se dovesse nascere toro, sarebbe una disgrazia?
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Caro Andrea, vabbé che a volte ci si impiega un po’ di più, ma arrivare fino a maggio mi pare un’esagerazione…se invece la domanda è “ma se invece ti fosse nata una nipote del ‘toro’?”, allora ti posso rispondere che sarebbe (stata, o un’altra può anche darsi che sia, magari in futuro) tosta e un po’ ‘crapona’, amante delle belle (e buone cose) della vita, amantissima della terra, sensuale, generosa e per niente volubile.
ps: confido solo a te e in privatissimo che sono stata a lungo ‘fidanzata’ con famoso e bravissimo astro-nauta.
T’è piaciuto l’oroscopo?
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Era una richiesta un pò interessata avere un’idea di cosa fosse un toro dal punto di visto astronautico, lo confesso, non era intenzione prolungare la sosta nella mamma di una creatura che deve sbocciare molto prima di maggio.
Tosto e capone sono i tori???? Noooooooo… mica mi ci rivedo 🙂
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