Dentro i filari il passaggio fresco di una botte trainata per i trattamenti e un’aroma persistente nell’aria che sa di coccoina (la vecchia colla con la palettina) o di sciroppo di orzata o propriamente una fragranza che li racchiude: odore di mandorla.
Una sfumatura olfattiva non comune fra le vigne, di una certa età ma ben messe, con lievi fallanze e una nuova forma di aromaterapia se applicata alle viti, che non se ne capisce il senso.
Non ci ho capito niente, ma è normale o no quell’odore fra le vigne?
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Ma lo fanno con le mandorle amare arsenicate?
Interessante il “laghetto”. Si può pescare di frodo?
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Non è normale quell’odore fra le vigne e se Roberto ha messo il dito sulla piaga in quel laghetto io non ci pescherei anche se si vedono solo tre lasche rinseccolite.
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veleno?
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Potrebbe essere un metodo per combattere il mal dell’esca ma rimango sul condizionale dovrebbe perchè il verbo presente è mi inquieterebbe parecchio.
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