Sono Franco e Loris e il paziente su cui operano è un glorioso OM 655 forte dei suoi parecchi quintali di ghisa, delle sue leve di marcia da culturisti, della forza da toro cieco una volta messo in moto.
Poche persone capiscono di meccanica di trattori quanto loro, veri cardiologi dei cingoli e delle quattro ruote gommate agricole.
Quando le mie ragazze hanno iniziato la loro attività agricola – io ero più giovane – ho desiderato spasmodicamente guidare un trattore.
Loro (a cui però non ho mai confessato apertamente questo, rimasto pio, desiderio) hanno incominciato a scorazzare in su e in giù con quello su gomma e con un altro – meraviglioso – antichissimo su cingoli.
Guardandole in quei su e giù, in cui mostravano tanta dimestichezza, ho capito che stavo invecchiando (sennò non me ne sarei accorta).
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dalla posizione in cui stanno operando scommetto che registravano la frizione
non c’è verso…
però questi si che meritavano il nome “trattori”
per eguagliare un 80 cavalli cosi oggi devi pigliare il 150!
il mio 555 fiat del 74 però nemmeno scherza !!!
ciao Andrea e salutameli se li vedi dario (casalvelino)
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Silvana, di da parte mia alle figliole di andar caute sul trattore che è uno sport che alla lunga non fa bene e sai di che parlo.
Esatto Dario, frugavano nei dintorni della frizione e c’è il caso li rivede nei prossimi giorni e te li saluto sicuramente…
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Registrare? Altro che registrarla… come si vede dalla sesta foto, nell’operazione a cuore aperto si e’ trattato di un vero e proprio espianto. Un galletto che fissava il filtro dell’olio della frizione nel suo bicchiere se n’era andato a spasso per la coppa, la pompa non puppava piu’ l’olio e la frizione aveva lavorato a secco. Il bischero del sottoscritto non aveva dato il giusto peso all’odore un po’ strano che era andato a sommarsi ai tanti puzzi che la bestia produce e aveva quindi fuso una bronzina come minimo.
Aspetto con ansia che la trentacinquina di chili abbondanti di ferro torni a far compagnia agli altri quasi cinquanta quintali rimasti nel campo. Gratitudine infinita ai due artisti che hanno speso una domenica mattina di febbraio lavorando sopra e sotto un trattore in un campo pietroso.
Se di trattori cosi’ “oggi non ne fanno piu'”, e vero anche che di persone cosi’ oggi non se ne trovano piu’ parecchie. Mi considero un privilegiato a conoscerli.
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