9 agosto 1991. E’ pomeriggio. Un pomeriggio caldo, per strada solo il canto delle cicale ed olivi tutti bruciacchiati, insieme al panorama mozzafiato di uno Stretto sonnacchioso. Percorro i tornanti che mi portano verso Campo, vado per strade di campagna a raccogliere more. Sono dolcissime le more raccolte tra i rovi in questo periodo. Mi arrampico su per la strada, fino a mezza costa. Resto incantata davanti alle sponde di Ganzirri e Cannitello che si avvicinano e non si toccano, si confondono tra mare e cielo….penso quanto sia bello vivere in questo posto, in questo paesaggio incantato.
Penso alla magia di questa terra, mentre scendo di nuovo verso il mare, per la strada di Campo Piale da dove lo Stretto si vede ancora meglio… Dietro la curva una fila interminabile di macchine, gente che accorre, che urla. Che succede? Un incidente, una macchina è caduta nel burrone. Dio mio! E’ morto… Ma come è successo? Boh, forse ha perso il controllo della macchina. Ma si sa chi era? Sì, era il giudice Scopelliti. Capisco che non ha perso il controllo della macchina. Come è successo? Nessuno sa niente, nessuno ha visto.
Si è fidato anche lui di questa terra; ha pensato forse che qui, in questo posto di incanto, tra il suo cielo ed il suo mare, non aveva motivo di aver paura, non aveva bisogno di prendere precauzioni, perché cosa può succederti di male in un sonnacchioso pomeriggio di agosto, tra le cicale che friniscono e questa magia dello Stretto?
Guardo giù….la macchina è lì, crivellata di colpi. Tutti si accalcano sull’orlo del burrone. Parole confuse, come se hanno paura di essere dette… “Si sapeva che finiva così, era troppo onesto e non si faceva corrompere”.
Ci saranno i funerali, in grande, quelli di Stato. Poi calerà il silenzio, di nuovo, su questa terra che dorme.
Antonella
un grande ricordo …grazie Andrea
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Più che altro il ricordo di chi quel pomeriggio infame si trovava in quel luogo…
Antonella a raccogliere more.
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