Essere a cena, stappare una bottiglia, parlare del più o del meno o viceversa.
Accorgersi all’ultima goccia che la bottiglia è finita.
Segno che il vino era bono parecchio e suscita ricordi di nostalgia.
Al contrario, aver parlato fino all’ultima stilla di quel liquido equivale ad elevarlo al rango di messia.
E un messia ha una strada già segnata.
Un Barabba, un Ponzio Pilato o un giornalista vero che alla fine lo imbulletta ad una croce di rovere francese nuovo parecchio tostato: tannino croccante.
Gesù dopo aver preso il vino lo passò ai suoi discepoli: uno di loro prese il calice e disse:al naso profumi netti abbastanza persistenti di frutta matura e fiori rossi con una nota vanigliata data dal legno con un sottofondo vegetale. In bocca si percepisce immediatamente la nota vanigliata che sparisce subito per lasciare posto alle note fruttate e di sottobosco con un bel tannino croccante……
"Mi piace""Mi piace"
Infatti risulta che Pietro, oltre ad essere stato il primo papa, è anche il fondatore dell’AIS di Roma.
Metteva vino comune nelle acquesantiere e di colpo diventava vinsanto.
Ne beveva parecchio assai e narrano le leggende dicesse ai suoi fedeli fosse tè alla vaniglia che tutti schifavano e se lo teneva per se nella casa colonica che esisteva prima che allargassero di un niente l’annesso agricolo nel centro di Roma.
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Notizie dai blog su Il Vangelo / Cristo o Barabba?