Nel maggio scorso, ripulimmo La Fonte pubblica di Vertine ( qui e qui ) allo scopo di riportare alla luce un luogo in cui erano intrecciati ricordi di giovinezza, di quando veniva frequentata da donne a fare il bucato, persone che avevano l’orto e altri che andavano per prendere l’acqua fresca per la cena.
Era un piacevole punto d’incontro.
Con un paio di giorni di lavoro, riuscimmo a far riemergere l’antica fonte (pare sia del 1400) e a riaprire la strada che proseguiva oltre.
Il solo scopo era quello di ridare luce ad un luogo pubblico della memoria e ridarlo a chiunque aveva voglia di vederlo o farci una passeggiata.
Ieri pomeriggio la triste sorpresa di vedere che all’angolo del muro (come si vede bene dalle foto) sono stati rimosse e portate via delle pietre d’angolo bellissime.
In terra non vi è assolutamente nessun segno di frana, i sassi che mancano e costituivano il muro, sono spariti.
Certamente chi ha compiuto quest’opera non è uno dei tanti turisti che adesso ci vanno e vogliono portarsi a casa un ricordo.
Mi duole dirlo, ma sicuramente chi ha fatto razzia di quelle pietre è con ogni probabilità qualcuno dei dintorni, ben attrezzato per compiere un operazione del genere.
Non è importante sapere chi sia stato, angoscia il fatto che se non si ha rispetto neanche dei luoghi dove si vive, la speranza è pari a zero.
Mi ero ripromesso appena fossi stato più efficiente di tornare a dare una nuova ripulita all’erba e ai rovi rinati.
A questo punto credo che l’incuria e la vegetazione che ricresce sia una delle forme migliori per preservare quel posto.
Peccato.
Andrea Pagliantini 
quello che è accaduto alla fonte di vertine è veramente un atto vandalico degno di qualcuno privo di rispetto per i luoghi antichi e di notevole valore storico…ancora peggio se è davvero stato qualcuno del luogo…non c’è veramente rispetto nè per te che hai fatto il lavoro nè per il luogo…spero solo di scoprire il prima possibile chi è stato!!!
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Macche’ atto vandalico.. Quei conci hanno fatto comodo, ovvio. Ben squadrati, anche perche’ d’angolo, ben stagionati dal sole e dalle intemperie di secoli, tra poco faranno senz’altro la loro bella figura in qualche muro di annesso agricolo della zona. Che gli crolli in capo l’annesso e i connessi.
Ecco a che vale ridare accesso a luoghi che stavano meglio nascosti dalle macchie. I serpi hanno sicuramente miglior cura di certe cose.
Per dirla con Pasquino: quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini. Ibo’ che schifo.
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L’affronto è stato fatto al luogo, non certo a chi si è adoperato per pulirlo.
Io preferisco non sapere mai chi possa essere stato, farei parecchia fatica a digerire sia stato qualcuno del posto che non ha il minimo rispetto per i luoghi in cui vive.
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Schifo è proprio la parola giusta!!
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E’ pezzi di merda la parola giusta!
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in questo paese di M…a le cose che si salvano allo scempio sono quelle che non vedono la luce, nascoste ben bene, alle mani di questi approfittatori.
Peccato che questi stronzi, non leggeranno il blogghe.
Saranno dei poveri imbecilli,inetti che non sanno il valore dell’oggetto in questione……. e avranno detto, mira che troiaio! queste due pietruzze e mi servono per l’aia!?!
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Mi spiace deluderti Vita, ma credo che gli imbecilli inetti di cui parli, lo leggano eccome il blog, lo avverto e bene dalla carica di odio che mi circonda e da tante storielle sul mio conto che buttano in giro.
Ci schianto dal ridere di fronte a questi picciotti e infamotti.
In ogni caso se per salvarsi la Fonte deve tronare fra i rovi, sono ben felice di non tagliarli più e raccontare la storia di che stronzi è fatto questo mondo.
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Hai ragione ….. bisogna nascondere le cose di valore dai deficienti.
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E invece no. Dopo il primo momento di rabbia depressiva, col cazzone che cose come la fonte di Vertine stanno meglio frai rovi. Stanno bene proprio dove e come furono concepite: alla luce del sole, al pubblico passaggio e godimento. Perche’ contribuiscono anche a fare da termometro del livello di reazione della comunita’. Non soltanto ci danno una misura del livello (basso) raggiunto dal senso civico e di pubblica appartenenza che alcuni hanno; ci danno anche la misura del livello (altrettanto basso se niente succede) raggiunto dalla capacita’ che il sociale locale ha di reagire a manifestazioni di questo genere. E’ bene, se cio’ ha da essere, che questo deserto morale stia ben visibile. Che tutti possano vedere come un villaggio, una comunita’ locale, oltre che tenere per quarant’anni sotto i rovi un luogo della propria vita pubblica di ieri, se ne sta ora a guardare senza nulla dire o fare di fronte al letterale smantellamento di questo luogo ad opera di un teppistucolo o di un cleptomane che vede occasione di guadagno pure in quattro pietre.
Ci tornero’ eccome a frullare le erbacce e le macchie di quel posto, anzi: che si rubino anche il paramento di pietra della vasca dove le donne appoggiavano le pocce quando lavavano i panni. Il valore, i valori, sono sempre relativi. Relativi ai soggetti che dovrebbero essere il metro, la scala di misura di tali valori. Se i soggetti sono inesistenti, sono inesistenti anche i valori.
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Di questa storia ne parla anche il Cittadino di Siena
http://www.ilcittadinoonline.it/index.php?id=16136
Mentre si riprendono cose che qui non ha senso dire, ho il tempo per pensare se sia il caso di dare una nuova ripulita o aspettare che tutto sia di nuovo ricoperto e protetto dalla vegetazione.
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Ripulire e valorizzare è un dovere morale e una scuola di igiene che ci servono a sopportare il resto del tempo la gente in malafede che ci circonda. Altrimenti si finirebbe per dargli ragione: meglio non fare, meglio non sbattersi, tanto il fesso che lo fa per te si trova sempre. Ma a noi ci rende contenti vivere cosi? No, e allora rabbia per rabbia si fa una cosa utile al mondo.
(Vita, non credo che se le sia portate via per l’aja, lo sanno eccome).
Ha ragione Filippo, intanto avete riportato alla luce una cosa che merita di starci, perché solo facendo così si educa la gente, i figli, a guardare oltre il proprio naso e il proprio comodo.
Andrea, dici che dai fastidio e che ti odiano e forse hai ragione. Continua però a fare il rompi in giro, perché non puoi fare diversamente e gente come te ce n’è bisogno come il pane.
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L’idea di lasciar perdere tutto e far risprofondare quel posto fra i rovi è frutto della rabbia del momento.
Adesso, a freddo, ritengo che non appena sarò in condizione, la prima cosa che farò, sarà andare di nuovo a pulire La Fonte dalle erbacce sono rinate.
Possono pure portare via pietra per pietra, non importa, andrò a tenere pulita la nicchia lasciata vuota, ha retto seicento anni, se è vero risale al 1400.
I figli di chi c’è adesso, avranno a futura memoria l’ imbecillità partorita dei tempi.
Ho tanti ricordi in quel posto, e queste non sono pietre che possono rubare.
Non mollo, appena sarò in grado di farlo, andrò con gran gioia a ripulire dalle erbacce.
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condivido a pieno le belle parole dette da Mammamsterdam.Io sono più sbrigativa e sanguigna come Andrea e anche io qui in via Simone Martini mi sono fatta un bel pò di nemici…
quando sondo il terreno con chi ci abita, questi stronzi rispondono che fanno bene a tagliare gli alberi, così non ci sono più rovi e animali vari! e che l’area si rivalorizza con una bella colata di cemento! Ma io non mollo e con Italia Nostra vado avanti e voglio controllare che il costruttore non cambi le carte in corso d’opera. Mi arrabbio troppo che diventerei anche terrorista…….. ma poi ingoio il rospo e mi fermo.
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Vita, hai tutta la mia comprensione.
Abbiamo punti di vista che a molti non piacciono e soprattutto non prevedono colate di cemento nella valorizzazione dei posti.
Specie se questi posti sono le ultime oasi di verde rimasto all’interno di una città come Siena.
Andiamo avanti.
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Ho perso le parole……………..che siano i barilotti infamotti? 😉
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Non ne ho idea chi possa essere stato…… di certo non è stato qualche turista a portarsi via i sassi come souvenir.
Non me ne importa neanche di sapere chi sia “l’eroe” di questo gesto, magari, potranno portare via fino all’ultimo sasso della Fonte, ma non potranno portare via i miei ricordi.
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speriamo che almeno “i ditini” se li siano schiacciati… comunque ricorda, la merda viene sempre a galla! allora poi rideremo!
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magra consolazione…… pare che alla merda non ci sia mai fine.
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seppure in ritardo dico la mia su un affronto alla memoria, anche quando è quella privata di una sola persona. I luoghi che vengono saccheggiati sono segno dei tempi: imbecillità pubblica nascosta dentro le case private, questo vuol dire rubare pietre di tutti per farsene abbellimento personale… Anche qui, di maestri indicibili ed esempi schifosamente esecrabili, se ne contano decine. Educhiamo(ci) a sopravvivere all’imbecillità, rifiutandola!
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Di ricordi e di persone da questo posto ce ne passano tantissimi.
L’affronto è fatto ad ognuno di loro, ad ognuno che ha vissuto nel corso dei secoli e ha rispettato sempre il luogo.
La tristezza per il gesto aumenta, quando penso che per forza di cose chi ha portato via le pietre, non è essere immondo di lontano.
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