Nei supermercati tedeschi extravergini puzzolenti e rancidi

La Carapelli denuncia Andreas März (Merum) per diffamazione … ma perde la causa!

Comunicato stampa della redazione di MerumSi stima che il 95 per cento dei cosiddetti “extra vergini” sugli scaffali siano in verità dei semplici “vergini” se non addirittura degli oli “lampanti”.
È colpa della situazione completamente illegale che regna nel mercato dell’extra vergine se l’abbandono degli oliveti e la sofferenza delle aziende olivicole aumenta giorno per giorno.
È impossibile per le aziende agricole competere con i prezzi dell’industria. I produttori agricoli, con i loro prezzi di vendita, sono fuori mercato anche se vendono sottocosto.
Una delle poche pubblicazioni che “dice non solo il peccato ma anche il peccatore” è la rivista Merum. Merum è pubblicata in lingua tedesca e diffusa in Germania, Austria e Svizzera. Con spirito critico, indipendente ed appassionato Merum racconta il mondo del vino, dell’olio di oliva e di altri prodotti agroalimentari italiani.
Merum, in passato, ha accusato ripetutamente l’industria olearia per la falsa denominazione dei loro oli. Il basso livello dei prezzi dell’extra vergine, il crescente abbandono degli oliveti da parte di tanti produttori per gli alti costi di produzione e la bassa redditività è una colpa da attribuire, secondo Merum, all’industria olearia ed una legislazione sbagliata.“Come la maggior parte degli ‘extra vergine’ del supermercato, anche i campioni della fabbrica d’olio Carapelli (Firenze) sono stati giudicati scadenti. I panel del Laboratorio della Camera di Commercio di Firenze hanno riscontrato che gli extra vergine Carapelli sono denominati in modo errato. Indipendentemente dalla degustazione da parte degli esperti della Camera di commercio, la qualità scadente degli oli Carapelli è stata confermata anche da un ulteriore panel ufficiale (ARPAT/Firenze).”“Invece di denominare correttamente i suoi oli, il gruppo Carapelli, domiciliato a Firenze, se la prende con il singolo esaminatore. … Il modo più efficace per far tacere la stampa critica nella sua attività contro l’anarchia vigente nel mercato dell’olio di oliva, è quello di intimidire gli esperti.”“Fino a quando oli puzzolenti, rancidi e prodotti di qualità superiore che profumano di olive fresche porteranno lo stesso nome, i produttori di qualità in Italia e in tutto il bacino del Mediterraneo non hanno la possibilità di coprire il loro costi.”“I manager dell’industria dell’olio sanno cosa significherebbe per loro una differenziazione dell’offerta dell’olio. Se il consumatore avesse libera scelta tra la massa e la classe, questo potrebbe significare una minaccia per il loro giro d’affari.”

 

 

In una ricerca di mercato, condotta nell’estate 2005, Merum in collaborazione con la rivista tedesca Der Stern, il canale televisivo pubblico ZDF e la rivista di Slow Food Germania, era riuscita a dimostrare che la maggior parte degli “extra vergine” venduti sugli scaffali tedeschi è di qualità scadente.

Su richiesta di Merum, i panel ufficiali del Laboratorio della Camera di Commercio di Firenze avevano esaminato alcuni degli oli in commercio in Germania riscontrando una situazione qualitativa preoccupante.
Successivamente il panel ufficiale dell’ARPAT (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) a Firenze aveva preso in esame i 31 campioni di “extra vergine” reperiti dai giornalisti nei supermercati tedeschi.
Soltanto un unico olio possedeva i requisiti di idoneità, previsti dalla legge, per la categoria extra vergine. Nove oli furono classificati come semplici “vergini” e 21 oli addirittura come “lampanti”. Ciò significa che 30 oli su 31, la maggior parte imbottigliati in Italia, erano stati etichettati in maniera scorretta.

Questa indagine era stata pubblicata nel 2005 da Merum, da Der Stern, da Slow Food Germania e dalla tv ZDF. In Italia nessuna pubblicazione ha voluto diffondere questi risultati scandalosi. Anche da parte delle autorità italiane non vi fu alcuna reazione, nonostante le informazioni fossero ben note.
Nel 2006 uno dei colossi attaccati, la Carapelli, fece invece causa (penale e civile) ad Andreas März di Merum perché, secondo l’azienda, le affermazioni pubblicate su Merum “offendevano la reputazione dell’immagine professionale e la serietà professionale della Carapelli”. L’azienda chiedeva un risarcimento dei danni e il pubblico ministero una reclusione di sei mesi per l’imputato.

Il Tribunale Penale di Pistoia il 12 maggio 2009 ha assolto Andreas März dal reato ad egli ascritto (diffamazione) perché il fatto non sussiste. Né la Carapelli né il PM hanno presentato ricorso contro la sentenza. Ciò comporta che le seguenti affermazioni (tradotte dal tedesco) – non essendo diffamatorie – sono liberamente pronunciabili:

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0 Responses to Nei supermercati tedeschi extravergini puzzolenti e rancidi

  1. Pensa che quando la ZDF fece uno speciale sullo scandalo stavamo facendo una fiera a Monaco di Baviera.
    “Italiano, no crazzie!” mi sono sentito dire innumerevoli volte dai visitatori finchè un italiano emigrato in Germania mi ha spiegato cosa stava succedendo.
    Era dicembre e qualche olivetta che mi ero portato attaccata a qualche rametto di olivo mi salvò e fece diventare quella fiera la più bella a cui ho mai partecipato ma.. mi hai fatto venire voglia di farne un post 😉
    Grazie mille Andrea!

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  2. http://parcodeibuoi.com/2005/12/esperienzedassaggio.html

    ..ecco qui cosa successe nel dicembre 2005 all’indomani dell’inchiesta durante la nostra partecipazione a Food & Life

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  3. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Bella questa tua esperienza in presa diretta.
    Alla gente, viene fatto bere un mare di cazzate, ma poi quando può assaggiare e confrontare, fà presto a capire e farsi un’idea.
    Assurdo che notizie del genere non circolino,ma ormai si sa come girano le cose.
    Gli argomenti di interesse generale non sono le cose che possiamo trovare nel piatto da cui dipende la salute di chi consuma e la vita di chi le fà.
    Sono più interessanti escort (che non sò neanche che vuol dire, o almeno se quello che penso, ho in testa un vocabolo più antico e pratico)e le banalità che quotidianamente ci propinano.
    Nel mio piccolo, quando trovo notizie del genere, di certo non esito a inserirle.

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  4. Avatar di gianna ferretti gianna ferretti ha detto:

    Ciao Andrea, sai i nomi degli altri marchi di olio extravergine oltre alla Carapelli? grazie! ciao

    gianna

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  5. Avatar di gianna ferretti gianna ferretti ha detto:

    Anche oggi su Google news nessun quotidiano italiano ne parla, gli stranieri invece rilanciano la notizia

    http://news.google.it/news/search?um=1&ned=it&hl=it&q=+carapelli

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  6. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    No Gianna, i nomi non li sò e visto il tempo che è passato per poter fare tranquillamente il nome della Carapelli, hai voglia ad aspettare!!!!!!!
    O perchè ci si deve vergognare a raccontare le nostre porcate al resto del mondo?
    Dirle credo sia sempre sinonimo di controllo e sicurezza… e per sapere che succede in Italia a parte sgozzamenti fra parenti, morsi di cani, liti condominiali con efferato delitto, sarà possibile lo si debba spesso sapere dal’estero?

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  7. Avatar di gianna ferretti gianna ferretti ha detto:

    Comunque Carapelli non è piu’ made in Italy, non è della SOS Cuetara? non che questo possa consolarci…

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  8. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Non consola perchè il megacapannone della fabbrica non ce l’ho molto lontano.
    Come dice il proverbio?
    Chi va con lo zoppo impara a zoppicare e quindi anche degli stranieri arrivati in Italia, si adattano agli usi e costumi locali!!!!

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  9. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Gianna, i giornali inglesi non fanno testo, sono tutti fogli sovversivi pieni di comunisti che ce l’hanno con il povero Silvio e con l’Italia!!!!!!

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  10. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Ciao Andreas,
    si, ho letto il link che hai allegato e sono allibito.
    Era nel conto arrivassero attacchi del genere, ma domandiamoci se le testate che rispondono ad una inchiesta giornalistica come la tua, sarebbero state in grado o avessero voluto o potuto farla un’inchiesta del genere.
    La stampa italiana è narcotizzata, inutile star qui a spiegarne i perchè, si limita a ricordarci che d’agosto fà caldo, di gennaio fa freddo, che un branco di cani ha azzannato due o trecentomila persone in un giorno, che un marito trucida la moglie, se extracomunitario, meglio ecc…..
    Non credo una testata di casa nostra possa commissionare un’inchiesta del genere e pubblicarla.
    Se lo fanno testate e giornali esteri, non vedo dove sta lo scandalo, fanno solo il loro mestiere.

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  11. Avatar di Filippo Cintolesi Filippo Cintolesi ha detto:

    La credibilita’ di Caricato e’ implicita nello stile piccato del suo commento. Una petizione di principio dall’inizio alla fine. Una levata di scudi aprioristica e faziosa. E pure di sapore un po’ razzistico e xenofobo. Gia’ avevo poca stima di quella rivista online. Dopo quello che ho letto non me ne rimane punta. Invocano l’omerta’ e l’insabbiamento in nome dell’ “equilibrio” e della pacatezza. Disgustosi.

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  12. Avatar di Filippo Cintolesi Filippo Cintolesi ha detto:

    Fra l’altro mi piacerebbe (si fa per dire) far assaggiare a Caricato e soci qualcuna delle bottigliette del mio “Erbolo” 2004, lui che fa del sarcasmo sugli oli “da invecchiamento”…

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  13. Pingback: Il suicidio dell’olio italiano secondo il New York Times | Andrea Pagliantini

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