Il Garibaldi innamorato di Piombino – La finestra di Stefania

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Appena entrati si respira l’atmosfera del passato in questo ristorante che una volta, in parte, era una macelleria…Gli antipasti sono otto e il pesce azzurro fa da padrone e via allora con il polpo in insalata con fagioli,il tonno bollito,le acciughe all’aceto, il pesce sciabola fritto e altre prelibatezze..per poi continuare con la pasta con le “lampade” o la zuppa “alla corsa” il tonno in padella oppure delle acciughe fritte.

Per i più golosi è da provare la crema servita con le lingue di gatto e in stagione la torta di pesche.

Non passa innosservato il vino che fa da padrone in tutti gli angoli del locale con una carta ben assortita….

Stefania

RISTORANTE IL GARIBALDI INNAMORATO

VIA G. GARIBALDI 5

PIOMBINO – LIVORNO

Tel 0565 49410

Leggi anche:

Girogustando per Ristoranti“, “Merende, stuzzicherie e pizzerie“.

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0 Responses to Il Garibaldi innamorato di Piombino – La finestra di Stefania

  1. Avatar di michele michele ha detto:

    ….assolutamente..da provare….anche il posto dove e’ situato il ristorante e’ molto carino…..credo la parte piu’ caratteristica di Piombino….

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  2. Avatar di Stefania Stefania ha detto:

    @ Michele prima o poi Andrea ci dovrà presentare ufficialmente…per discutere di ristoranti ;-))

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  3. Avatar di Filippo Cintolesi Filippo Cintolesi ha detto:

    Mi associo anch’io alle lodi per il Garibaldi innamorato e per la zona in cui si trova.

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  4. Avatar di michele michele ha detto:

    @Stefania

    Molto volentieri……se passi dalla Leopolda per l’anteprima mi trovi li cosi’ parliamo di vini ristoranti ecc….

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  5. Avatar di Stefania Stefania ha detto:

    @ Michele purtroppo non posso venire alla Leopolda…troveremo un’altra occasione

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  6. Avatar di Elisabetta Pellegrini Elisabetta Pellegrini ha detto:

    Mi dispiace dissociarmi alla grande: eravamo stati due anni fa in settembre al “Garibaldi Innamorato” e ne eravamo usciti entusiasti, tanto che ieri sera abbiamo deciso di tornarci per portarci mia sorella (premetto che siamo di Pistoia, 175 km da Piombino). Dunque, prenoto per tre.
    Nonostante la telefonata risalisse solo ad un paio di ore prima, al nostro arrivo la ragazza/signora con i capelli rossi fa una smorfia strana con la faccia, non un sorriso nè un saluto, solo una smorfia: sembra si fosse scordata della nostra prenotazione, poco male il posto c’era, tuttavia l’impressione era che non sembrava felice di vederci.
    Sorvoliamo su altre sfumature, arriviamo al dunque.
    Il menu non c’è, e questo mi piace perché mi fa pensare che sia un posto dinamico, sempre in divenire, ma senza menu bisogna quantomeno avere l’accortezza e la capacità di spiegare nel dettaglio le pietanze. La ragazza dai capelli rossi, invece, farnetica e mentre ci dice frettolosamente cos’ha (le chiedo spiegazioni sulla ricciola e mi guarda con due occhi così), guardando qua e là nel locale anziché guardare noi, malcapitati clienti. Ordiniamo due antipasti in tre e, dice lei, per i primi passerà dopo.
    Ah, dimenticavo, senza menu né comanda, bellissimo, ci piace molto che un cameriere non usi il taccuino, ma se non si è dotati di buona memoria si rischia di combinare dei guai…

    L’attesa è breve per i primi tre antipasti che sono freddi. Poi arrivano gli altri 5 caldi, 8 in totale che, ovviamente, la ragazza dai capelli rossi non aveva avuto minimamente il garbo di descrivere (ci aveva detto che l’antipasto consisteva di 4 assaggi di antipasti freddi e 4 caldi).

    Le due donne in sala, la rossa di cui sopra ed un’altra signora mora, sembrano molto confuse, i piatti fluttuano loro in mano per un bel po’ prima di posarsi su un tavolo (tant’è che la ragazza dai capelli rossi esclama all’altra “Non ci capisco più niente, ho perso il giro!”).

    Comunque, a parte il polpo che è veramente immangiabile – duro, calloso, gommoso da non poterlo masticare (cucinato con la pelle ma forse questo fa parte della ricetta, non so) – il resto degli antipasti va benissimo, ciò che, invece, ci non ci piace affatto è il modo con cui vengono serviti: le due donne passavano lasciando, letteralmente, il piatto quasi “al volo”, tant’ è che nessuno di noi tre è mai riuscito a capire cosa fosse la pietanza che ci accingevamo a mangiare per la velocità con cui diceva il nome del piatto. L’unica cosa che abbiamo capito è stata “sciabola fritta”.

    Intanto, in tavola non era ancora arrivato né un sorriso né un gesto cortese – non dico servile.

    Continuiamo fino all’ultimo antipasto, poi arriva di nuovo la ragazza dai capelli rossi e ci chiede cosa vogliamo per primo: io chiedo la granseola (non mi azzardo a chiedere spiegazioni, mi basta sapere che è un crostaceo), i miei commensali due primi a base di acciughe e peperoni. Prima di congedarla le chiedo solo con che tipo di basta è abbinata. Bastava che rispondesse: linguine e tutto sarebbe finito lì. Invece ha esordito dicendo che” si può scegliere il tipo di pasta che si vuole, però le linguine ci mettono molto a cuocere, tu aspetti un po’ di più (non avevo furia affatto!), allora gli altri dovrebbero prendere le linguine anche loro perché altrimenti i tagliolini cuociono prima…” Insomma, ci guardiamo tutti esterrefatti per quella filippica e mio marito le chiede “Scusi, ma il cuoco con che tipo di pasta abbina la granseola?” E lei “Con le linguine”. Ma allora!!! Incredibile, tanto discorrere per niente, le linguine erano “di default”.
    Per me, dunque, linguine alla granseola e per gli altri tagliolini alle acciughe e peperoni.
    Arrivano dopo pochi minuti e, con grande sorpresa, arrivano pochissimo dopo anche le mie linguine: da lontano si vedeva che erano CRUDE. Erano rigide, stavano quasi “in piedi” nel piatto, e di un colore bronzato, insomma senza assaggiarle si capiva che non erano al dente, ma crude. Si vedeva l’anima interna! Non mi era mai capitato prima: 80 grammi di linguine crude e sugo inesistente: nessuno di noi tre ha potuto mangiarne più di una forchettata.

    Il loro primo non era il massimo, ma almeno i tempi di cottura c’erano. I tagliolini non legavano molto con le acciughe (in realtà erano alici, non acciughe) ed i peperoni.
    Basiti, lasciamo il piatto intonso e chiediamo il conto, non ci va di discutere con queste “sversate”.
    Mentre aspettiamo il nostro conto, assistiamo a questa cena: due signori pagano, salutano ed escono. Poco dopo rientrano: il conto era sbagliato in maniera grossolana, rendono i soldi alla coppia che saluta ed esce.
    Arriva il nostro: 4 bottiglie di acqua minerale anziché 2 (ha idea, in tre persone quattro litri di acqua) e 3 menu a presso fisso (erano due, più un primo, tutto qui). Questo è stato davvero troppo: ennesimo conto sbagliato, stavolta per 15 euro (totale di due antipasti, tre primi, due bottiglie di acqua naturale e un ¼ di vino: 81 euro). Facciamo notare l’errore: non solo le due cafone non si scusano ma la rossa insiste a dire che abbiamo bevuto 4 bottiglie di acqua e che io oltre al primo ho mangiato qualcos’altro!!!?!? Cosa!?!?!? Neanche la pasta, era cruda!!! Incredibile, ribattere così in faccia ad un cliente. Ci scusiamo noi per la mancanza di feeling e lei, confusa, dice “Forse mi sono sbagliata con un altro tavolo”.
    Credo fermamente che non entrerò mai più lì dentro se non per staccar dal muro l’attestato Slowfood per l’anno 2009, che per tuta la sera ho avuto davanti e le cui parole mi rimbombano nella testa “luogo del mangiarbere, dell’accoglienza e della convivialità”. Nell’ipotesi che il cuoco fosse malato, passi la prima affermazione, ma le altre due proprio no.

    Io vi scrivo perché vorrei che ci tornaste e che poi, magari, mi scriveste per dirmi che è stato un caso, che le due donne avevano avuto una giornataccia, che erano scontrose per problemi loro, che il personale era ridotto, che il cuoco era malato (?!?!).
    Siamo rimasti tutti e tre veramente amareggiati da tanta superficialità e scortesia, nessun accenno alla professionalità, né passione per il proprio mestiere (bellissimo, tra l’altro). Solo approssimazione, lavorano “un tanto al chilo”, come si dice qui a Pistoia.
    Mi scuso per essere stata prolissa ma, credetemi, l’amarezza è tanta.
    Elisabetta Pellegrini

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  7. Avatar di Stefania Stefania ha detto:

    @ Elisabetta…e pensare che è incominciato tutto un anno fa quì per caso….
    http://andreapagliantini.simplicissimus.it/category/la-finestra-di-ste74/ e ora ritrovarmi a spiegare la recensione di un ristorante, fa sentire un attimo strano…sono contenta che hai espresso il tuo giudizio sulla serata, spero sia stato solo un caso e che le due signore abbiano avuto una giornata storta…appena ne avrò l’occasione cercherò di fare nuovamente un salto al ristorante e constatare di persona se è rimasto tutto uguale….
    Stefania

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