Carmine Iorio, il tempo di nascere nel lontano 1892 e diventare orfano di padre dopo qualche mese.
Inizia la carriera lavorativa a 5 anni portando acqua varie volte al giorno da una fontanella ai campi o ai cantieri.
A sei anni va con la madre dietro ai raccoglitori di grano per prendere le spighe lasciate in terra.
A sette porta le oche al pascolo della vicina, poi passa alle pecore, alle vacche, alle bufale, ai cavalli e qui interrompe la carriera perchè l’Italia con le pezze al culo lo chiama militare e lo spedisce in Cirenaica a portare la civiltà nella guerra del 1912.
Lì rimane per tanti, troppi anni mentre l’Italia combatte anche nelle trincee della prima guerra mondiale e a Carmine Iorio, il vino forte e nero e un conseguente forte mal di testa cambieranno la vita e renderanno ancor più appassionante la lettura della storia che il bravo Gian Antonio Stella ha ricamato.
Un libro che si legge d’un fiato, appassiona, diverte, ricorda come eravamo messi noi italiani non molto tempo fa. Un libro letto al volo nell’insonnia di una notte.
Carmine Pascià (che nacque buttero e morì beduino) di Gian Antonio Stella
Rizzoli € 13,50


