Anni fa, quando il pranzo avanzato della domenica veniva messo in pentole e tegami, veniva affettato pomodoro cetriolo e sedano in una grande insalatiera e ci si scordava il pane, mai il fiasco del vino.
In questo luogo, oltre ad esserci un piazzola naturale sotto le piante di castagno, c’era un fontino di acqua sempre gelata e la possibilità di fare delle belle mangiate all’aperto, mentre i grandi chiacchieravano e noi ragazzetti ci nascondevamo o giocavamo a pallone fra i ricci e i ginocchi che si bucavano.
Poi qui, le prime scorribande in cerca di castagne giusto in questo periodo.
Adesso l’acqua non arriva più, è stata deviata per altre esigenze, il bosco è sempre bello, ma ho risparmiato di farlo vedere nel dettaglio di come è ricoperto di rifiuti, bottiglie, taniche, cartaccie.
Forse anche questo è un luogo da conservare solo nei ricordi di come era e di come veniva rispettato.












Ma un raduno di piccoli “partigiani” frequentatori di questo blog non si potrebbe organizzare in questi luoghi incantevoli?
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Giusto ricordo di quel gran bel posto che era “i’santino” (sara’ per l’assonanza per “i’saLVino”..) dove, quando ero piccolo e s’era al Salvino, accompagnavo il mi babbo a prendere l’acqua con la fiasca. L’acqua buona da bere perche’ quella dell’acquedotto e’ sempre stata troppo calciosa.
Che fine fanno tutti i fontini, le sorgenti? Ci siamo accorti di quanti non buttano piu’ perche’ deviati, imbrigliati, o semplicemente per mancanza di manutenzione?
Non male l’idea di Gracco Babeuf
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@ Babeuf
in primavera potrebbe essere una bella idea fare una grigliata in quel posto
@ Filippo
si, il posto è proprio Il Santino e se il luogo non è più lo stesso, l’unica cosa che non possono farci è scipparci dei ricordi.
Fontini e sorgenti non sono stati solo imbrigliati, ma anche dispersi, ne ho un ricordo vivo e di una belle discussione con un tizio che mentre era a fare lo scasso per una vigna, decise che non valeva la pena riparare una tubazione rotta con lo scavatore, e tutta quell’acqua adesso scorre libera di essere dispersa.
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Mi impegno personalmente a non lasciar cadere questa idea. Intanto vi ringrazio per averla raccolta.
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Bellissimo…ho un ricordo un pò vago del mio primo picnic…avrò avuto 7/8 anni”’mi sà che c’eri anche te…..
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Mi sa che di anni ne avevi anche meno.
Era una domenica di agosto e si andò a finire il pollo arrosto del pranzo al Santino dopo essere passati dall’orto a prendere pomodori e cetrioli.
C’era già altra gente a mangiare quando arrivammo, il bosco era pieno di mangiatori al fresco.
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Fra l’altro fu proprio al Santino dove udii per la prima volta il distillato di saggezza (che ancora mi porto appresso e che continuamente cito) riassunto nella frase folgorante che chiuse il seguente incontro, sara’ stato il 77 o il 78:
(gitante in ginocchio impegnato a far vento alla brace accesa sotto i castagni)
-Allora? Com’e’? Si fa una bella grigliata?
-Ehhh… ma qui gli e’ piu’ i’ppatire d’i’ggodere…
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sono di antincendio e giuro che se sento parlare un’altra volta di grigliata nel bosco dò foco a voiiiiii 🙂
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@monica
visto che per la primavera stiamo organizzando una grigliata partigiana a cui obbligatoriamente devono partecipare gli “avventori” di questo blog (pena una serata tete a tete con testa pelata) sei pregata di:
a) ti fai mettere di antincendio in quei giorni cosi sei con noi e non rompi..
b) non sei di turno, ma vieni con noi e accendi te il fuoco, cosi in tuoi colleghi non romperanno..
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