Due passi fra pietre antiche prima che si faccia sera e l’oscurità avvolga pensieri e passi.
Ogni volta angoli e prospettive nuove di un posto conosciuto pietra per pietra e ognuna carica di ricordi e volti di persone che mancano o che sono qui con me, anche se lontane .
Il posto adatto per camminare magari insieme alla gioiosa voglia di saltellare di Alessandra priva di guinzaglio e per cercare di armonizzare la mente fra pensieri e affetti veri ma difficili, rondelle di schiena bizzose, alligatori che si trovano per incanto, ma sterilizzati da questo posto e dalla salva di raffiche di bene di cui si è certi di essere capaci.
Una camminata delle tante per me fra mure dell’anno mille, una camminata virtuale per chi passa e ha la voglia di vedere e allargare queste foto.












Come detto già qualche post precedente … questo posto è meraviglioso, non mi stanco mai di vedere le splendide foto che lo raccontano.
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Si, Claudio, questo posto è bello e ricco di tanta storia.
Però non è immune dai tempi e anche fra queste stradine strette e fra questi fiori vivaci si avverte il peso dei tempi e dei valori che essi impongono.
Camminarci la sera quasi prima di buio quando in giro non si trova che qualche gatto o dei piccioni che vanno a dormire nella torre è infinitamente bello e rilassante.
Ma poi a ben vedere il contesto intorno, tutto il mondo è paese.
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Mi fate invidia..ricordate qualche anno fa le prime immagini di “cinico tv” di Ciprì&Maresco? Quelle in cui ci veniva mostrata la desolazione delle periferie e l’incuria del nostro amato/odiato belpaese?
Ecco, dovessi mostrarvi le mie pietre, i miei angoli, le mie stradine dovrei far ricorso a quelle immagine di desolazione e degrado assoluto..non ho immagini di luoghi incantati, di angoli deliziosi di piacevoli passeggiate all’imbrunire nei miei ricordi..ma cemento, asfalto e incuria ovunque..giocavamo a calcio in mezzo alla strada, fermandoci quando passava un’auto, con i vigili che regolarmente ci portavano via il pallone..parchi attrezzati nemmeno sapessimo cosa fossero..ovunque case fatiscenti e mostri costruiti abusivamente..l’unico verde che ci era concesso era quello delle piante di tabacco..
passeggiate all’imbrunire nemmeno a parlarne…la piazza era il non-luogo di ritrovo..un manipolo di zombie, senza sapere il come ed il perche, si ritrovava a bere nei bar, perche cosi era stato insegnato loro, a giocare a biliardo e a carte, ed a bearsi dello schifo che c’era intorno..
non ho una “vertine” nei miei ricordi..solo il deserto brulicante di non luoghi..
la mia vertine sono le persone care che ho ancora laggiù..altro non c’è
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