Stanotte sono uscito dal frantoio che erano più delle due, con la serie di numeri che ora vado a riportare.
Numeri che parlano da soli e che dimostrano quanto da queste parti sia difficile la coltura dell’olivo e quante cose devono essere pensate per il prossimo anno.
Ma ora solo numeri, le considerazioni e i pensieri futuri andranno in un prossimo post.
Olive raccolte 380 kg, olio prodotto 64 kg, resa 16.8 %, la qualità ancora resta da verificare, non l’ho assaggiato.
In concluisione, quanto basta per consumo familiare e per fare dei regali qua e là, niente di più, niente di meno.

Mi dispiace di inondare il tuo blog di domande o di commenti ma ci trovo un sacco di spunti.
In che frantoio hai portato le olive,a Pianella?
A parte la scarsità delle olive,ed in alcuni casi i forti attacchi di mosca,o sentito dire in giro che nel senese le rese sono state mediamente più alte degli anni passati.
E’ vero?
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Ti rispondo volentieri, non preoccuparti,.
Ho portato le olive al frantoio di Vertine, qui poco distante da me, aperto nel 2000 e già da allora ci portavo le olive dell’azienda di cui ero responsabile, che è sempre qui nell’orbita Vertine.
E’ vicino, lavorano bene ed ogni anno migliorano organizzazione, servizi e tecnologia, conosco tutti e mi trovano lo spazio appena ne ho bisogno, quindi efficientissimi.
Francamente non so dirti le rese con precisione, quel poco che sò, riguarda le mie e quelle che mi è capitato vedere al frantoio, e ad un altro frantoio su Castellina dove ho accompagnato un amico.
A lui hanno dato una resa del 18%, non male, ma non mi lamento neanche io.
Per darti una risposta precisa sulle rese, sono passato a consultare i miei vecchi appunti aziendali ed ho viso che negli scorsi anni le rese in questo periodo variavano fra il 14 e il 16%, mentre quando si andava in là nel mese di novembre e le olive erano molto più mature si andava a toccare 17-18,5%.
Non è la resa che fa piangere, è la quantità,il clima idiota che non ha prodotto inverno e tutta una serie di considerazioni che appena avrò radunato metalmente metterò in vista sul blog.
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Rispondo anch’io a questo post, anche se non c’incastra nulla (o quasi). E’ il caso di fare un posticcino sul discorso dei prezzi, o meglio dei costi. I costi non tanto dell’olio, ma dell’olivicoltura. Di questa olivicoltura estrema che non esito a qualificare “paesaggio”. Chi crede ancora all’olivicoltura in ambienti estremi come quelli terrazzati si puo’ tranquillamente definire un “giardiniere” di questo paesaggio, perche’ contribuisce largamente al suo mantenimento. Bene, questo mantenimento ha costi astronomici. E chi fruisce del mantenuto paesaggio (albergatori, ristoratori, agriturismi, eccetera) non sempre (quasi mai) contribuisce al conto delle spese. Chi deve pagarlo questo conto? Il consumatore dell’olio? Ok, ma e’ pronto? E’ disposto? Sappiamo a quanto ammonta la bolletta? La composizione del costo dell’olio? Sara’ bene fare un post sull’argomento. Spiegare bene cosa significa mantenere olivi su terrazze, cosa in termini di resa di olivi per ettaro (o banalmente: olive raccolte per giornata di lavoro di raccolta). E che si sappia qual’e’ l’alternativa a questo regime.
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