






Venezia, 1716. Cecilia è un’orfana che la madre ha affidato all’Ospedale della Pietà, e come le altre ospiti dell’istituto ha imparato a leggere, scrivere e soprattutto suonare uno strumento musicale, nel suo caso il violino. Le musiciste più dotate dell’orfanotrofio si esibiscono in pubblico dietro ad una grata perché non possono farsi vedere in volto, e sono di fatto prigioniere finché non vengono date in sposa a qualche pretendente disposto a pagare una cospicua dote all’istituzione.
Quando la loro offerta musicale subisce la concorrenza di un gruppo parallelo, le ragazze vengono affidate alla guida di un prete di grande talento ma fallimentare come impresario musicale. Si tratta di Antonio Vivaldi, malato e caduto in disgrazia, ma ancora in grado di commuovere profondamente il pubblico. E Vivaldi intuirà in Cecilia un talento simile al proprio, e un’analoga passione per la musica.
Un film splendido con al centro il riscatto femminile nella Venezia dei primi del Settecento, Primavera è liberamente tratto dal romanzo Stabat Mater di Tiziano Scarpa (Premio Strega 2009).
Grande interpretazione della giovane Tecla Insolia, come grande è l’interpretazione di Fabrizia Sacchi, Andrea Pennacchi, Michele Riondino, opera prima del regista Damiano Michieletto.
E’ durante il periodo in cui si svolge il film che nella vita reale il Maestro Vivaldi iniziava a comporre il suo capolavoro delle “Quattro stagioni”, autore caduto nel dimenticatoio e riscoperto con il ritrovamento di alcune partiture ai primi del Novecento grazie al musicologo Alfredo Casella che nel 1939 organizzò con il conte Guido Chigi Saracini la prima settimana della musica di quella che diverrà l’Accademia Chigiana, totalmente dedicata ad Antonio Vivaldi.
Il film è da vedere e rivedere, è necessario il passaparola per decretarne il grande successo che merita.