
E’ sempre tutto perfettamente apparecchiato sui grandi tavoli di quercia appoggiati su basi di travertino, nel refettorio di Monte Oliveto Maggiore.
Sotto le sacre pitture, sobri e candidi scodelle e piani, olio del posto in riverenza al nome, aceto di nerbo, sale e pepe, bei calici da degustazione (ma niente bottiglie di vino, segno che il frate-vinaio ha da passare) e belle bottiglie d’acqua con il tappo a gabbietta, di quelle che si usano per l’Idrolitina.
Il frate – cuoco è sempre il più agitato perchè in devozione al motto dell’ordine Olivetano “Hora et Labora”, prima che si siano svolte tutte le sacre preghiere di rito , la pappa al pomodoro si è calcinata, e la ribollita appallata