
Come dice nostro Signore: “L’importante è volersi bene e trovare i punti in comune, piuttosto che mettersi a cercare le differenze”.
Perchè è volendosi bene che si sta meglio, si portano avanti le questioni che più stanno a cuore, si mettono i mattoni meglio, si risolvono le questioni a stretto giro di piazza prendendosi sotto braccio (come accadeva in tempi migliori) davanti a una pasta a crema, un bicchiere di spuma, oppure in ampi banchetti dove ognuno è libero di mangiare ciò che vuole, stando vicini a chi più gli è fraterno e può portare a ciò che ognuno ha più in cuor suo… Beati monoculi in terra cecorum.
Ma non per egoismo, ma per solidarietà umana, per amor pilatesco del bene comune – che poi è solo il proprio – ma mascherato di quella finissima pastafrolla di ipocrisia che è il bene della famiglia – che in teoria ai locchi, sarebbe tutta una comunità – ma in pratica è una frangia sempre aperta al conforto degli amici e degli amici degli amici che non hanno nel cuore chi insinua dubbi o ha il dono leggero di non volersi chinare, amando chi ama, senza ego in eccesso da dover pasturare. Tira una brutta aria.