
Anno XXV dell’Era Eroica, gagliardamente sui colli fatali del Chianti, il lento articolare dei raggi delle ruote sul breccino, porta companatico e successo: chino su un sol dell’avvenire sornionamente sepolto.
Il volto sereno e felice di Vasco è l’essenza del fare per il gusto di fare, il risultato di esserci, il non voler sfigurare nell’orto, nella campagna, nella vita, senza strafare.
Pedalare per vedere il mondo, per una salsiccia condivisa, per un bicchiere di vino, mentre si racconta di ruzzoloni per la discesa ardita di Torre a Castello, prima di tornare a governare i gatti a Vertine.