Quando la sera, le signore escono dai loro rifugi anti atomici di contrasto al bollore, la città è spopolata già da qualche ora dai turisti e nel freschetto viene bene fare due passi fino al Duomo o sedersi sui muriccioli davanti alla Pinacoteca, dove si è usi fare due chiacchiere gustando un gelatino.
A quell’ora c’è modo e verso di notare dei particolari che la frenesia del giorno, con le cose da fare, o la ressa della gente, impedisce di vedere.
La porta d’ingresso al complesso museale del Santa Maria della Scala e quella alla sua sinistra, di giorno sono aperte, con le ante rivolte all’interno e quindi è difficile che attirino l’attenzione come avviene quando sono sbarrate.
Un complesso ospedaliero sorto sulla via Francigena già agli albori dell’anno mille, gioiello e vanto che ha dato lustro alla città e alla sua crescita economica, sociale, artistica, prima gestito dal clero, poi, dal ‘400 passato direttamente alla gestione comunale.
Non più ospedale dal 1995, riconvertito a polo museale che ha continuato a dare lustro alla città, anche se, ultimamente, i suoi immensi spazi sono un po’ ai margini dell’attività culturale cittadina. Gestito (dall’onnipresente) Opera Laboratori Fiorentini.
Quel legno crudo, con qualche chiodo sporgente, nelle intemperie delle stagioni, merita la passione e il restauro da parte di qualche valente e capace artigiano.
Feci un preventivo di restauro 4/5 anni fa il portone era già messo male. Non lo avevo più riguardato da vicino e dicuramente questi anni di inviria hanno lavorato a fondo
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Le immagini sono recenti e mostrano lo stato dei portoni, sicuramente le intemperie degli annni hanno aumentato le rughe e le fessure.
Speriamo che queste poche righe siano colte e facciano ravvedere, il complesso del Santa Maria è una parte storicamente nobile del tessuto sociale di Siena, ci sono nate e ci sono state curate tante persone, oltre ad essere un valente museo, che ora pare girare tutto intorno a un book – shop e a poca fantasia.
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