La cultura schiava del profitto: un’ intervista a Marco Pierini di Orlando Pacchiani su La Nazione

Marco Pierini, dopo la traumatica chiusura del Museo di Arte Moderna nel palazzo delle Papesse e dopo i cinque anni alla guida della Galleria Civica di Modena, sarà fra i venti direttori dei principali poli museali italiani, guidando la Galleria Nazionale dell’Umbria.

Da Modena se ne era andato sbattendo la porta quando il comune ha programmato un evento eno – gastronomico alla Galleria Civica. Troppo lontano dalle sue idee?

Più che lontano direi inconciliabile. Purtroppo è una deriva che ha colpito molte città italiane, è un errore pensare che con il patrimonio culturale si possa fare qualsiasi cosa pur di incassare. Ci muoviamo con logiche manageriali, ma a tutto c’è un limite.

Anche a Siena si disse che le Papesse dovevano essere prima contenute, poi chiuse per problemi di budget. Non si poteva fare diversamente?

Certo, quantomeno perchè era tutto il sistema a dover essere razionalizzzare le risorse. E allora si potevano studiare vie diverse. Quando eravamo già al Santa Maria, realizzammo a costo zero per il comune una mostra di Francesca Woodman, poi allestita altrove e venduta a Milano.

A quel punto però il progetto iniziale era già compromesso.
Purtroppo si ed è sempre una ferita aperta. Mi è rimasta un’esperienza formativa straordinaria, gran parte di quello che sono lo devo al lavoro fatto con splendidi colleghi alle Papesse.

Cosa ha perso Siena in quel caso?

Ha perso dei treni che portavano verso il futuro, una squadra composta di grandi professionisti e uno sguardo sulla contemporaneità che ora le è pressochè negato.

Dove va adesso la gestione della cultura di questa città?

In una direzione che a me non piace affatto, perchè l’unico scopo di quel poco che si fa mira solo al profitto e questo non ha alcun senso. Basta andare in piazza Jacopo della Quercia in questi giorni. Affidare la programmazione culturale a chi dovrebbe gestire i servizi è una scelta sciagurata.

E per il Santa Maria della Scala cosa si dovrebbe fare?

Bisognerebbe smettere una volta per tutte di pensare a cosa bisogna fare e iniziare a fare. Non c’è da inventarsi niente, il progetto c’è già: un grande museo dell’arte figurativa senese e non solo. In tanti hanno paura della parola museo, ma in tutto il mondo sono spazi freschi, vitali, luoghi di formazione.

Le dispiace di non far parte dei progetti senesi?

Mi è dispiaciuto, ma si lavora anche altrove e non ho spirito di rivalsa. Il vero dispiacere, questo non sanabile, è per come è stata azzerata la nostra esperienza. Lo spegnimento totale e la perdita di tante competenze è stata una cosa terribile.

Orlando Pacchiani – La Nazione Siena mercoledi 19 agosto 2015

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0 Responses to La cultura schiava del profitto: un’ intervista a Marco Pierini di Orlando Pacchiani su La Nazione

  1. Avatar di giovanni giovanni ha detto:

    Ben detto, la cultura e le idee non possono essere gestite dalle società di servizi…. o dalle cooperative…..

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