Alla faccia della finezza
Venerdi scorso 18 ottobre si è svolta l’assemblea dei lavoratori della piazza di Lecce indetta dalle sigle facenti parti del primo tavolo, che verteva sullo sciopero del 31 ottobre e sul rinnovo del CCLN del Credito.
I lavoratori esternalizzandi di questo Polo hanno partecipato all’assemblea con l’intenzione di portare all’attenzione dei Colleghi della Rete, nonchè di tutte le banche della piazza, la situazione che stanno vivendo con grande angoscia e ansia per le sorti proprie e delle proprie famiglie.
La rappresentante della UILCA Segreteria Nazionale, dopo aver preferito continuare nella lettura del discorso, già preparato, senza del quale evidentemente non avrebbe saputo cosa dire, di fronte alle rimostranze dei colleghi esternalizzandi, che contestavano ai rappresentanti delle sigle firmatarie (ricordiamo chi sono: FABI, FIBA, UILCA e UGL) del famigerato accordo del 19 dicembre 2012 la mancanza assoluta di coerenza tra quanto da loro sostenuto prima di quell’accordo, sia nelle assemblee dei lavoratori che nei vari volantini strombazzati a più riprese, e quanto invece poi messo in opera con la firma di quell’accordo e con il loro atteggiamento successivo, non ha trovato di meglio, dopo aver sostenuto “Questi non hanno capito…. niente….tanto, non otterranno nulla” che alzarsi ed abbandonare l’assemblea “salutandola” con il dito medio alzato ed una serie di “vaffa” che certamente non le fanno onore, oltre a screditare la categoria dei sindacalisti.
Non vogliamo fare una fascina unica dei rappresentanti sindacali delle sigle frmatarie.
Non possiamo tuttavia che stigmatizzare aspramente l’atteggiamento di questa “signora” rappresentante nazionale della UILCA e deprecare la sua “finezza” nel rivolgersi ai lavoratori presenti.
UNITA’ SINDACALE,
RSA CONSORZIO OPERATIVO GRUPPO MPS POLO DI LECCE

Ho smesso tanti anni fa di avere un conto corrente al Monte dei Paschi.
Nella mia filiale, di solito sempre affollata di gente, dagli impiegati o dal direttore mi vedevo sfilare davanti chi presumevo rivestisse più importanza strategica di me o avesse sacche più capienti e la cosa non mi andava.
Però, per conto dell’azienda presso la quale lavoravo, capitava molto spesso che dovessi versare assegni di centinaia di milioni legati alla vendita del vino e a quel punto, per cinque minuti, il tempo che serviva per i dettagli del versamento sul conto aziendale, ero trattato come un cliente normale.
Appena venne aperta un’altra banca non esitai immediatamente a portare ogni mio avere presso i nuovi sportelli.
Uno perchè la gente da allora fino ad ora è cordiale e normale, due perchè già allora non ero cieco e vedevo cose che non mi andavano ne su ne giù.
L’arroganza del potere ha fatto il resto ed ha rotto irremediabilmente il giocattolino Siena fatto della sua Banca, ma non solo. Ospedale, Università…… seggiolifici vari.
Ora sono le famiglie e i dipendenti a rimetterci, magari quelli più lontani da Rocca Salimbeni, quelli delle periferie, inglobati per operazioni che non sarò io a dover giudicare, perchè oltre a non capirne niente, non parlo di questa politica e non ho niente da spartirci.
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Scarpe da sicario.
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