La messa del sabato delle palme

Il suono austero e gioviale della campana che chiama a raccolta il popolo di San Bartolomeo, si ascolta un paio di volte l’anno e le vibrazioni emotive arrivano fin nelle zolle più inaccessibili e scoscese di questo piccolo mondo.
Qui le palme diventano olivastri che trovano posto ai piedi dell’altare di una chiesa umida, una via crucis sempre più sbiadita nei colori, una zuppa di infiltrazioni bagnate che scrostano decorazioni e intonaci, ma non scalfiscono ricordi e secoli di persone vi sono passate.
Qui soggiornava la Madonna della misericordia di Simone Martini, qui erano censiti  i lievi peccati di un popolo lavoratore nella campagna e qui sostava poco nelle ampolle il vinsanto più buono che lubrificava i canti al signore.

La speranza che la fatica trasformi il vino e l’olio dell’annata in un raccolto ottimo e abbondante, la speranza di tanto amore nella conservazione dell’esistente testimone silente di un millennio di storia.

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0 Responses to La messa del sabato delle palme

  1. Avatar di an an ha detto:

    Non ti credevo così devoto dall’andare alla Messa delle Palme 🙂
    Forse è il fascino della benedizione dell’olivo, forse la bellezza di quella chiesetta piena di ricordi che prima o poi devo riuscire a vedere…..

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  2. Avatar di andrea Andrea Pagliantini ha detto:

    Il suono di quelle campane (tranne quella rotta nell’affusto di legno e quindi tenuta a riposo) evoca emozioni che sono alla base dell’andare e della presenza alla cerimonia religiosa.
    Ogni volta vedo l’interno della chiesa rivedo l’altare dove prendevamo la misura per misurare quanto si cresceva, mentre ora vedo questa struttura abbandonata, piena di infiltrazioni di acqua, sbiadita, mal messa nel tetto e nelle decorazioni vi sono dentro…..
    un peccato sia messa così.

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  3. Avatar di alessandra alessandra ha detto:

    Ma davvero questo piccolo gioiello di chiesetta fa acqua da tutte le parti?

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  4. Avatar di silvana silvana ha detto:

    Anni fa la regione Toscana diede vita a un bellissimo progetto, creato da Valentino Baldacci: I Luoghi della Fede in Toscana, per portare all’attenzione (anche degli stessi abitanti di ogni luogo) il patrimonio artistico legato al culto (perciò chiese e chiesette, ma anche pale d’altare, tabernacoli campagnoli, cappellette, eccetera) disseminato per tutto il territorio regionale. Ho avuto il privilegio di catturare questa meraviglia e portarla in casa editrice, dove divenne una serie di libri spettacolosi e molto agili. Così assistetti a ben due sciagurati esempi dell’inconsistenza, 1- della politica e dei suoi uomini , 2- dell’impresa e dei manager più reputati, rispetto al nostro patrimonio (quello che chiamano il petrolio dell’Italia).
    La regione aveva a sua disposizione una campagna stampa e tutti i periodici della casa editrice; quest’ultima poteva diventare il volano della comunicazione di una delle regioni artisticamente più ricche: una vera miniera per un editore internazionale.
    Non se ne fece niente, perché la cosa non sarebbe mai divenuta (allora) una passerella per le ambizioni degli abitanti dei due organismi. A me sono rimasti i libri, che meriterebbero anche una riedizione ‘europea’…..

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  5. Pingback: Vertine, una vasca idromassaggio fra la torre e la chiesa, un articolo di Tomaso Montanari su La Repubblica | Andrea Pagliantini

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