La tecnica di edilizia medievale (ma anche romana) prevedeva l’uso di fori per conficcare i pali delle impalcature negli edifici di cui si prevedeva un ampio innalzamento.
In questo caso si tratta di una torre dell’anno mille, tesoro parallelepipedo quotidiano restaurato nel 1972 dove, le pietre messe all’epoca, a fronte delle altre medievali, danno l’impressione di essere neonate.
Nelle buche pontaie hanno trovato ricovero e nido i piccioni posticci. Il maschio capo tromba si affaccia e controlla il passaggio sempre più fitto di persone camminano nelle stradine attratte dal primo tepore.
Passa le giornate su una mezzana esposta al sole, arrogante e pettone come un cardinale in attesa di conclave.
Più modestamente, nei muri del podere di cui caddi innamorata quarant’anni fa ci sono buchetti e fessure, considerati idonei a nidificare dai pipistrellini, con conseguente annientamento delle zanzare, e da cardellini e cinciallegre che svolazzano dentro e fuori già dai mesi più freddini..
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Troppi ‘ini’, meglio il Piccione Capo Tromba.
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Ma da me son buchi piccini: ini, i piccioni: oni, non ci stanno. Però ho una nutrita squadra di tortore che stanziano lì accanto: anto.
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Piace anche a me il “Piccione Capo Tromba”, è bello grassotto e concima dall’alto 🙂
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