Sotto il fresco serale di una pergola di trebbiano antico va in scena la vita con le sue dolcezze, amarezze, ferite e amori con specialità estive fatte di popone, crostini, panzanella e trippa, torta salata di zucche dell’orto e prosciutto cotto, ottima Vernaccia e Sangiovese raspante, Vin Santo di Brolio del 1973 e uova al tegame con il primo atto proiettato di una saga di Amici miei che pur non sapendolo hanno generato, più tardi nel tempo, il termine antani nelle recenzioni vinarie e nel luccicare di cose poco utili come una batteria di sottocoppe di peltro o di scarpe strette in punta per schiacciare i ragni negli angoli.
Ad allietare la serata il coro dei cinque madrigalisti moderni.
I crostini verdi e bianchi come sono fatti?
Sembrano buoni 🙂
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…invitante anche la trippa…..
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Aglio, prezzemolo, burro per tenere insieme il tutto e un pizzico di sale per i verdi, tonno, capperi, burro e un filo di aceto per i bianchi.
Anche la trippa era magistrale, cucinata da un’anziana signora che in cucina è una demonia.
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..vedo,vedo…dev’esser stata davvero gustosa…anche perchè non “sguazza”nel pomodoro…La ricetta di questa “santa”donna?…qualche consiglio per farla bene?…è tanto che non la cucino…
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La “busecca” 😉 buona se è fatta bene.
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…m’è toccato informarmi sul significato di “busecca”,cara Liz….Non sapevo cosa fosse….un saluto
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Mangiamo come si parla, trippa e così sia.
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Di bottiglie di vinsanto di Brolio con quell’etichetta non so dire quante ne ho bevute.
Però so dire quanto mi mancano.
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