L’anno che verrà si porta via una voce immensa che avrebbe festeggiato il compleanno fra pochi giorni, il 4 marzo 1943.
Si ricorda per le sue canzoni, le sue stravaganze, la sua bravura.
L’anno che verrà si porta via una voce immensa che avrebbe festeggiato il compleanno fra pochi giorni, il 4 marzo 1943.
Si ricorda per le sue canzoni, le sue stravaganze, la sua bravura.
ricordiamolo così:… … la cosa eccezionale, dammi retta, è essere nornale..
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“Ah si, e’ la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva felice e ricominciò il suo canto”.
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Una struggente malinconia accompagna il corso del 2012 per la perdita di persone più o meno famose ma certamente non sostituibili.
Prima il Maestro Gambelli, altri, poi Lucio Dalla…..
Solo le teste di cazzo non muoiono mai.
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Un anno da fine del mondo, davvero… ma forse è solo il ‘cambio di stagione’.
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…forse,…so solo che nel mio piccolo ,sto andando all’obitorio con cadenza settimanale,dividendomi fra Arezzo e Siena….La morte non mi spaventa,come a molti…ma si creano strane dinamiche nei presenti alla veglia,quando una vita si conclude…Meraviglioso il libro di Concita De Gregorio,”Cosi’ e’ la vita”,x imparare a dirsi addio…un saluto
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..o dirsi ”arrivederci”..prima o poi ..
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Preferisco anche io dire “arrivederci”. Un altro libro molto bello è “La fine è il mio inizio” T. Terzani. E’ impressionate la serenità con cui accetta l’idea di morire.
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…e perchè non si deve accettare e/o essere sereni…?
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…si Mario,…Forse e’ solo un “arrivederci”,…
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Un altro grande è partito , resterà con noi con le sue opere !!!
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Ma che questa ondata di pessimismo leopardiano della miglior morte?
Si sa che ci tocca e non c’è da farne un dramma, semmai conta come si siariempito quel piccolo spazio ci è concesso si chiama vita.
Stamani pensavo a Lucio Dalla, o a un’ artista in genere, un pittore, uno scrittore ecc. ecc gente di arte e di intelletto che dietro se lasciano una traccia indelebile nelle future memorie che gli sopravviveranno.
Ma chi si occupa di terra, cultura alimentare e di paesaggio una volta scomparso dopo di lui non restano che pruni, macchie, ginestre e abbandono se nessuno raccoglie il testimone e lo ritrasmette.
Non so neanche dove porta questo ragionamento, solo a un senso di tristezza infinita se a quanto ci è stato lasciato non si riesce a garantire un galante presente e futuro.
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…e credi se abbiamo ancora un po’ di terra coltivabile non sia opera di chi ha detto ”arrivederci”..loro ce l’hanno lasciata e a sua volta ricevuta e così via…il buon senso ha vinto quasi sempre ..qualcuno i pruni ,prima o poi li ha estirpati..tu non crederai ”alla provvidenza” ..io sì!
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..io credo che quando si opera con amore,nel senso che si agisce,si lavora con passione,si lascia un segno importante..che resta visibile nel tempo e si rivela ad occhi sensibili che “sanno” leggerlo…Una vigna curata con amore,come ulivi potati da chi opera con umilta’ assorbono questa energia.E la rendono nel tempo e nel prodotto. Una casa ben costruita,si percepisce abitandola x l’energia positiva che trasmette.E rendera’felici le persone che la abitano anche a distanza di anni.Bisogna valorizzare e proteggere quello che ci e’stato donato e restituirlo migliore.Elisabetta
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E se anche,dopo tanto lavoro,non c’e’ nessuno che manterra’x il futuro,ritorneranno i pruni e le macchie…E la vegetazione riprendera’ cio’ che le e’ stato tolto,in un continuo susseguirsi di cicli e ricicli naturali..
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