In tempi normali il freddo unito al vento diaccio e acqua croccante in terra, accompagnavano la raccolta di cureggiole, frantoio, moraiole, leccine con pochi maremmani e frangivento che insieme sarebbero diventate olio.
Una primavera mai doma ha velocizzato e rasserenato le operazioni senza il fardello di zolle di fango ai piedi (pur tenendo quasi tutto a pratino) come succedeva con l’olimpiade durissima dello scorso anno dove pioveva ad intermittenza ma continuamente.
Inizia ad essere l’ora di godersi le fatiche scaldando pane sulla brace viva o in una piattata di fagioli al cospetto di uno dei tramonti dipinti ogni sera da un artista diverso.
Collirio per gli occhi e infinito culo la raccolta con il sole.
Che culo fosse possibile assaggiare codesto nettare verde.
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Un clima perfetto per raccogliere olive e passare belle giornate all’aria aperta che creano non poca invidia a chi non può starci, svolgendo attività diverse…
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…e mentre si raccoglie in campagna in modo splendido…in città ed in qualche fabbrichetta qualcuno pensa… come farlo ”extra”e metterlo……(come da.. titolo) 🙂
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Detto fra noi c’è anche chi vende vigne ed ulivi caramente e non avendo per niente ulivi ha più olio di prima da vendere prendendolo fuori e dandolo via come locale.
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Caro mario@, non solo nelle fabbrichette pensano a come farlo “extra” e magari pure “bio”.
Ci pensa la burocrazia dei furbi.
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Certo, mica l’olio nasce fra gli ulivi, almeno quello fa prosperare i bilanci e ingrassare davvero.
E poi c’è un circuito burocratico che si traduce solo in spese aggiuntive di contributi associativi, promozioni ripartite fra tutti gli iscritti e non dico altro,
marchi, campionature ecc. ecc che non so quanto servono e facciano da garanzia.
Probabilmente dico una bischerata, ma non per presunzione, me ne guardo bene: la dop delle cose faccio e dove metto mano ritengo di essere io.
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…lo sai che hai solo e semplicemente ragione.. per esempio martedì ho la visita da me dei ”CONTROLLORI DEGLI ENTI CONTROLLORI..CHE VENGONO A CONTROLLARE (il sottoscritto)IL … CONTROLLATO utilizzatore della DOP” 🙂 🙂
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Avete ragione un par di zeri, cari amici. Io di voi mi fido ma se torniamo al sistema di fare a fidarsi degli amici e degli amici degli amici, buona notte. Si torna a cosa? A un’economia a centimetro zero? Mettiamoci in capo che stiamo volendo due cose contraddittorie: da un lato vorremmo (vogliamo!) realizzare il valore dell’olio che produciamo, sul quale valore non sto a tornare perche’ gia’ ampiamente dibattuto (diciamo, per riferimento, che un chilo di quell’olio costa alla produzione euri venticinque se non trenta). Dall’altro vorremmo (vorreste) un mercato che tale valore apprezzi e che si basi unicamente sulla faccia. A me questa storia del metterci la faccia mi convince fino a un certo punto. Nel senso che non mi basta (e se permettete a certe condizioni potrebbe pure non servirmi proprio). Io la fiducia la voglio poter basare su fatti certi. E certificabili. La distorsione della burocrazia delle carte false c’entra con il problema reale della certificazione delle origini e delle qualita’ piu’ o meno come il priapismo dell’ex premier o per altri versi la pedofilia possono entrarci col sesso. Io voglio basare i ragionamenti sulla fisiologia dei fatti, non sulle patologie. Se i controlli fanno ridere, miglioriamo i controlli. Se il sistema delle carte fa acqua, tappiamo le falle. Mandare tutto a monte e dire “ma va’ la’ che fasso mi'” significa tornare indietro di decenni e fare un regalo immenso a chi ha i capitali per poter trarre i massimi profitti truffaldini da un sistema deregolamentato, tirandolo massimamente nelle mele a tutti quanti.
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…vorrei tanto ”cederti” la visità di martedi ”dei CONTROLLORI CHE CONTROLLANO I CONTROLLORI A CASA DEI CONTROLLATI ”(EVVIVA SONO STATO SORTEGGIATO!…ma ho vinto la sola visita di costoro pronti ad …portare via anche qualche litro d’olio x le feste)…quasi quasi te li mando da te ..a fargli vedere delle scartoffie di registri che io e mia moglie stiamo provando a riempire di chili d’olio miei che l’ho più pagati di quanto mi danno i ”controllori” … 🙂
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Non ho cisterne di prodotti da smaltire, non sono conosciuto nell’universo e mi sta più che bene, ci metto il muso in quello faccio pigliando meriti o pedate dietro se è il caso e le cose vanno bene non avendo smanie folli di ingrandimento e avendo abbastanza senso reale di stare basso.
Chi mi conosce si fida e sa che la dop sono io e non ho la idea di contribure a finanziare seggiole e segate che mal sopporto senza che ciò faccio ne tragga giovamento.
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Tanto di cappello Pagliantini 🙂
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Tenetevi il chilometro zero, il mettici la faccia e l’amico dell’amico. Volete botte piena (un’agricoltura di paesaggio che sia incentivata e tutelata) e moglie briaca (che il tutto sia fatto senza cartoffie, a costo zero e sulla parola). E magari pure le figlie astemie (che il resto del mondo sia equo, solidale ed ecologico).
Alla salute.
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IO non voglio niente di niente da scaldaseggiole, burocrati, pappagalli e mosche olearie dalle cui gesta possono solo prosperare chiacchiere senza filtro, rovi, pruni e associazioni di tutela del niente che sono, come lo sono io del resto, ma so perfettamente quanto la terra vuole vedere in faccia la gente e certi scaldaseggiole sono solo un freno e un ostacolo alle cose buone da mangiare e da fare.
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quale agricoltura incentivata?…ma se i soldi li danno alle associazioni per fare i corsi ”formativi del c…”o ti danno i soldi x fare i vigneti e poi ”vendemmiarli verdi” o te li danno solo se sei giovane e ”ti piace comprarti il suv” e più che altro se sei ”impelagato”CON L’AMICO DELL’AMICO CHE LAVORA ”BENE TRA LE SCARTOFFIE”..o è parente di qualcuno..oppure a chi li spende ”subito”(i famosi lavori cantierabili),”bene” (ne viene a conoscenza prima degli altri ..perchè è amico di amico..)e ”tutti” (con le famose fatture gonfiate)..
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Domanda: quante sono le vere aziende agrarie e quante sono le finte aziende agrarie sorte per prendere contributi o incentivare ragazze belle, molto belle a vedersi ma poco credibili come coltivatrici per dare la possibilità al babbo avvocato, notaio, commercialista ecc. ecc. di potersi fare la casa, pardon annesso agricolo che mai potrebbero fare e prelevare dal fondo comune a dispetto di chi coltiva veramente?
E come mai non si è mai voluto fare una zonazione dei vigneti facendo vedere chiaro a tutti cosa c’è particella per particella, azienda per azienda?
Tutti a sollevare obiezioni, qauando tutti sappiamo che una fotocopia dei documenti all’albo vigneti consente velocemente di farlo.
Paura che si sia dichiarato il falso e si siano presi contributi comunitari dicendo si è messo una cosa per un’altra? Paura di false fatturazioni?
Sveglia gente, sveglia, non fatevi incantare dai soliti antani venduti caramente per buoni.
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