Esce lento come l’olio dalla forza centrifuga di un separatore che lo divide dall’acqua di vegetazione ed ha un colore verde si avvicina molto alla speranza di quanto sono buone le cose buone.
Sul pane abbrustolito con qualche granello di sale e una drusciata d’aglio, a crudo sulla minestra di pane e sulla pasta incaciata a dovere con poco pepe sopra, sul pecorino fatto a pezzetti, sulle patate lesse con la noce moscata…..
Gioia per il palato e la salute.
Andrea Pagliantini
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ottimo anche … spalmato sul…posteriore ..del legislatore… che lo continua a chiamare solo extra come quello puzzolente ”mediterraneo”.(..perdonamelo quest’abbinamento)
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Gioia per gli occhi vedere la propria fatica trasformata in un gioiello del genere! 🙂
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Quoto Mario, come si dice nell’orrendo gergo: lo quoto.
L’olio è il luogo della malafede dei politici – dalla comunità della cosiddetta Europa (vi ricordate l’Europa?), a quelli locali, che si conoscono per nome e gli si da del “tu” -; nessuno vuole fare chiarezza e facendola, eliminando anche qualche carrozzone di troppo (sor Montiii!, venga a ungersi un po’ qui), rendere i meriti e i soldi a chi intrattiene – col sudore della fronte, la capacità e la forza fisica e adeguato quoziente intellettuale – un oliveto. Facciamola finita una buona volta con ‘sta merda di finzione, per cui con dieci euro (quando va bene) ti compri un chilo d’olio.
E’ una delle ricchezze italiane – anche paesaggisticamente parlando -: razionalizziamo pure, ma spazziamo via tutte le intermediazioni che succhiano il sangue agli olivicoltori.
E’ una delle stelle della nostra agricoltura: vogliamo darle valore, sì o no?
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E’ stupido non dare valore alla fatica e a un sapore cosi buono che fa bene alla salute.
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Fatica trasformata in gioiello? Vediamo un po’….
Nell’ipotesi che le olive nascano da sole (ossia che non presuppongano potatura, concimazioni, pulizia del campo ecc), e che quindi l’unico lavoro necessario a produrre l’olio sia quello di raccoglierle e portarle al frantoio (pagando quest’ultimo una quindicina di euro al quintale di olive molite quando va bene), calcoliamo che da un quintale di olive vengano fuori mediamente una quindicina di chili di olio. Cioe’ da cinque o sei cassette (belle piene o quasi piene) di olive escano fuori quindici bottiglie da un litro, va’.. Vuol dire che da una cassetta bella piena escono tre bottiglie. Quanto ci vuole per empire bene una cassetta? Quante persone devono lavorare per quante ore? Dipende ovviamente da quanto carichi sono gli olivi, da quanto distanti fra loro sono gli olivi mediamente carichi, da quanto bene sono stati potati (quindi da dove sono situate le olive sulla pianta: in una fascia esterna alla chioma a un’altezza medio bassa? prevalentemente in cima? uniformemente distribuite su tutti i rami e rametti della pianta, quindi anche e soprattutto all’interno della chioma?). Parra’ strano ma sono questi ultimissimi dettagli a incidere prepotentemente sul costo dell’olio.
Vogliamo dare valore all’olio? Alla fatica che richiede? Sicuri sicuri? Quanto siamo disposti a pagare per un litro d’olio? Siamo disposti a pagare il triplo o il quadruplo di quelli che sono gli attuali prezzi medi dell’olio sfuso nel periodo della frangitura, almeno nelle nostre zone? O siamo invece pronti a scattare come furie gridando alla rapina, al furto, alla truffa?
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e c’era anche il rischio che qualche olivo fra un paio d’anni ti toccava tagliarlo per legge:
http://www.europarlamento24.eu/html_backup/0,1254,74_ART_1779,00.html
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io mi ci farei anche il bagno! ti piace come affermazione?
e sento il profumo anche da qui….
chissà quando lo potrò assaggiare!
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Preziosissima segnalazione quella di Dario!
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L’olio novo è una delle cose più bone che esistano al mondo! Scusate l’ovvietà…
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Mica potevo perdermi questo post… c’è aria di bruschette, il pane lo porto io fatto in casa 🙂
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Mario c’è anche questa chicca sull’olio
http://andreapagliantini.simplicissimus.it/2009/08/12/nei-supermercati-tedeschi-extravergini-puzzolenti-e-rancidi/
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Come ogni prodotto alimentare si rispetti che produce nutrimento e paesaggio, le sue sorti nella bilancia di chi produce non sono migliori di qualsiasi altro prodotto agricolo allo stato attuale.
Non ne so bene quando si sia perso di vista il valore delle cose si mangia, ma so bene che dietro, come al solito, ci sono specualazioni e giochi per fare soldi spendendo poco sudore.
@ Vita
che ci faresti il bagno non è di certo un modo di dire…. e assaggiare questo, non dovrebbe essere tanto difficile.
@ Dario
interessante la notizia che dai, ma non credo sia salutare vedere burocrati comunitari armati di motoseghe per buttare in terra ulivi a Vertine…. non credo saranno accolti con le braccia aperte e un bicchiere di vino.
@ Liz
Il pane ti viene con la midolla gommosa.
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che l’europa voleva tagliare gli ulivi secolari non la sapevo e non l’ho seguita…ma che siano rimbecilliti da quasi vent’anni si sapeva dai primi regolamenti pazzeschi agricoli che sfornavano ogni anno….non sarà meglio che pensino come iniziare i ”loro” festeggiamenti del primo decennio trascorso della moneta unica?!
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completo l’informazione (che, chiarisco, ho dato io: non sono solito fare attività virale sui miei articoli, ma in questo caso eravamo in tema con l’attualità) specificando che a qualcuno era venuto in mente che gli ulivi potessero rientrare nella logica del cosiddetto “greening” nella nuova PAC (politica agricola comune) che ci sarà dopo il 2013 e a cui Commissione e Parlamento europei stanno lavorando.
Ossia: l’assegnazione dei contributi diretti agli agricoltori andrà messa in relazione alle attività di produzione a bassa emissione di carbonio.
La domanda giustamente fatta dall’europarlamentare italiano è stata: “vero che gli ulivi non c’entrano nulla con questo?”. Ovviamente tutti lo sanno, ma quando si fanno piani settennali, come la PAC, è sempre bene mettere le cose in chiaro prima. Anche per questo l’Europa è lenta nel fare le cose.
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Prezioso chiarimento, Dario@.
Se l’Europa (l’Europa?) continua a ‘ragionare’ così – ascoltando, fuor di ogni ‘ragionamento’ i lobbisti dei grandissimi interessi -, possiamo anche farne a meno.
Come vecchia europeista, pensavo a un’Europa della cultura e delle radici (greco latine, ebbene sì!), non a un luogo in cui fare di ciò carne di porco.
Manca solo che decidano che i paesaggi devono essere tutti uguali….
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Cara Silvana c’hanno provato e ci proveranno ancora! E tutto questo sotto la bandiera dell’Europa unita! Ma che vadano a pigliasselo nel culo loro e l’europa!
@ Dario: Caro Dario a te non sfugge proprio niente!
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Forse non è chiaro a tutti che il mercato dei grassi alimentari, fra cui l’olio è qualcosa di mostruosamente più grande del vino e ricco di sfumature e inventive… e interessi, interessi che potrebbero far smuovere una motosega sui tronchi in favore di chissà quale miscela o pasta di semi da imbottigliare.
Forse qualcuno ricorda gli attacchi alla cioccolata in cui il burro di cacao doveva non necessarimaente essere importante per fare l’impasto……..
Strano fare l’unità solo attraverso una moneta, per altro trainata dalla Germania.
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Grandissimo Andrea!
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@Rossano: grazie per la stima. Cerco di fare il mio mestiere. Ma le cose sfuggono anche me.
@Silvana: da vecchio europeista mi sento di invitare, e so di sfidare l’impopolarità, a essere tolleranti sul concetto Europa. Che non è mai morto. Ti invito, magari lo hai già fatto, a leggere un pamphlet di Alberto Savinio, “Sorte dell’Europa” (Adelphi), scritto sul finire della seconda guerra mondiale. C’era già tutto il senso di quello che stiamo vivendo, motivato.
@Andrea: non solamente olio. Ma anche api. Conterà poco e si farà come quello che diceva “mi contento”, intanto che gli cascava il billo a pezzi, come diceva mia zia Andreina. Ma qualcosa lentamente si muove:
http://www.europarlamento24.eu/unoperazione-continentale-per-salvare-le-api-e-noi/0,1254,74_ART_1780,00.html
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gentilissimo Dario..non ti sembra che in fondo all’articolo sulle api ..ma anche su tutte le iniziative dell’UE..manchi qualcosa ..nel trafiletto si dimenticano d’informarcie quindi scrivere, che dopo queste ”faticose sedute”..c’è da scrivere ..”seguirà banchetto o rinfresco per gli addetti ai lavori”… loro,devono sempre ”mangiarci ..sopra..”
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@Mario: la battuta ci sta. Ma soprattutto non tocca a me difendere chi sa farlo da sé.
Mi viene però da aggiungere un’informazione.
Il parlamentare europeo (di tutti i 27 paesi) ha una retribuzione inferiore rispetto ai nostrali: 8mila euro lordi al mese. Bello stipendio, ci mancherebbe.
Non hanno altri benefit e se vogliono uno staff se lo devono pagare con questi soldi o di tasca propria, chi ne ha. Sulle spese sono controllati al millimetro e devono fare rendiconti anche sui caffé.
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Quoto Dario@, in toto, quoto.
No quel libro di Savinio non l’ho letto! Ma anch’io sono europeista; purtroppo finora è l’Europa degli egoismi…bisognerebbe che tutti sapessero com’è stata l’Europa disunita e in guerra. A questo penso, senza voler gettare olio (soprattutto quest’olio!) sul fuoco…
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non è l’europa che volevano i nostri padri e ,rimanendo in tema… non è l’olio che volevano che utilizzassero i nostri compatrioti…
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