Sorelli Chianti Rocca Guelfa 2008

Ottimo per la sangria.

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0 Responses to Sorelli Chianti Rocca Guelfa 2008

  1. Avatar di Francesco Regina Francesco Regina ha detto:

    Andrea hai sbagliato bottiglia è meglio la riserva :-)…

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  2. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    La Riserva la si tiene da parte per le grandi occasioni.

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  3. Avatar di Capric Capric ha detto:

    O come hai fatto a finire la bottiglia?

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  4. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Centellinare un sorsino per volta piano, piano…

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  5. Avatar di Rinaz Rinaz ha detto:

    Ciao Andrea,
    la linea Rocca Guelfa della famiglia Sorelli, è per volumi una delle maggiori brand di vini Toscani nella grande distribuzione.
    Una bottiglia di vino che trovi per pochi euro sugli scaffali dei supermercati, in particolare quelli della rossa COOP.
    Che tu lo voglia o no è un vino Toscano, esattamente un Chianti.
    Potrà non piacerti lo capisco ma è un vino Toscano fatto con uve Toscane rigorosamente da disciplinare… mentre tanti “nettari” che si considerano eccelsi ed esaltano il palato dei raffinati vengono fatti con uve che vengono chissà da dove. E non voglio andare oltre.
    Tovo improbabile ed anche ingiusto (ma anche un po cinico) da parte tua paragonare una bottiglia di Chianti Rocca Guelfa ad un Percarlo di San Giusto Rentannano.

    Quando i miei clienti nel mio studio vedono le bottiglie Sorelli storcono il naso, ma il passo dopo è ammettere che tutti (o quasi) hanno conferito le uve alla famiglia Sorelli almeno una volta in vita loro.
    E la famiglia Sorelli oggi da lavoro a più di 60 persone, cioè più di sessanta famiglie vivono dell’esperienza tutta Toscana della cantina Sorelli.

    Andrea capisco cosa vuoi dire se penso a una bottiglia di Percarlo di San Giusto a Rentennano, ma la povera gente esiste.
    Che si fà? Decidiamo una volta per tutti che il Chianti è un enclave per miliardari? Nel Chianti sono già state chiuse quasi tutte le scuole per mancanza di nascite negli ultimi 15 anni, stanno chiudendo una ad una tutte le chiese, i nuovi arrivati in genere sono anziani stranieri, spesso di altre confessioni religiose, che hanno accumulato in vita un grande capitale, la povera gente che ha costruito sul proprio sudore il giardino Chianti è finita a vivere nelle enclave di edilizia popolare come Pianella, Pancole e altri luoghi considerati orribili, e se un cancello non gle lo impedisce a volte tornano a vedere (dall’esterno) la casa dove sono nati.

    Andrea, possiamo anche decidere una volta per tutte che il Chianti è un’esperienza da condivedere solo se si ha un copioso conto in banca.
    Intanto che ci pensi io continuo a credere che l’eccellenza sia un diritto di tutti e se non ti è piaciuto il Chianti Rocca Guelfa la famiglia Sorelli ti propone la linea Castello di Uzzano (Chianti Classico), fattoria Petriolo di Rignano sull’Arno (Chianti) e Tenuta Belsedere (Orcia DOC).

    Andrea ti saluto con stima e aspetto che tu passi a trovarmi a Nebbiano.
    Dimenticavo, l’etichetta del Chianti Rocca Guelfa l’ho disegnata io, quella del Percarlo San Giusto a Rentennano anche.

    Rinaz
    (dott Rinaldo Chiesa, rinaz@libero.it)

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  6. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    @ Rinaz
    innanzi tutto ti ringrazio del commento ampio ed articolato che hai lasciato.
    Poi mi devi spiegare dove trovi sul mio blog il paragone fra il Percarlo di San Giusto a Rentennano e il vino Chianti Rocca Guelfa che sono lontani prima di tutto nella costruzione, il primo nasce da vigne ben definite e da un accorto lavoro nella vigna, il secondo da assemblamento di vini comprati e messi insieme, il primo un igt, il secondo facente parte di una denominazione e di un disciplinare, il Chianti appunto, al cui interno si trovano cose obbrobriose a pochi centesimi e perle rare.
    Vorrei anche farti notare che il Chianti territorio, il Chianti vino e il Chianti Classico vino sono tre cose ben diverse e lontane fra loro, cosa che sai meglio di me abitando in luogo.
    Il Chianti è un vino ridotto a sinonimo di riempicorpo in mano a grandi imbottigliatori che fanno numeri assemblando sfuso e mettendolo in vetro senza guardare tanto per il sottile chi il vino lo fa.
    Il prezzo del Chianti sfuso, tanto per stare sul pezzo varia fra i venti e i trenta euro ad hl e chi lo coltiva non ha da arricchirsi e viverci, parecchi segano le viti e ci fanno ginestre che sono molto più convenienti di cura e manutenzione.
    Questo vino non ha nè pregi ne difetti, se non il prezzo onesto ma non si diffrenzia da nessuno degli altri vini degli imbottigliatori grandi numeri che paiono fatti con lo stesso stampino.
    Sono contento che la ditta venda e faccia lavorare persone e faccia prezzi popolari, ma il vino Chianti se mi permetti non può essere quello e non c’è bisogno di spendere cifre enormi per bere una bottiglia con piacere.
    Il Chianti territorio è cosa ben diversa dal Chianti vino che arriva fino a Pisa, Pistoia e chissà dove e dal Chianti Classico ancora.
    Se il Chianti territorio è divenuto un posto cartolina in cui pirati ed affaristi sono piovuti da ogni parte per prendere, disfare, rivendere e ripartire, i benefici
    per chi ci vive tranne i soliti mandrilli affamati privi di scrupoli, non ci sono stati.
    I prezzi delle case, dei terreni, delle speculazioni edilizie e di compravendita aziende per chi le cose le fa non hanno toccato minimamente la qualità della vita di chi i luoghi li abita, anzi hanno influito nel comprare casa, nel fare la spesa o di prendere due stanze in affitto perchè nemmeno a Montecarlo hanno i prezzi che hanno qui.
    Se il Chianti l’hanno fatto diventare zona per miliardari e annaspatori il vino più o meno popolare non c’entra niente.
    Se sono arrivati speculatori, acquirenti e veloci venditori è perchè il territorio si prestava a queste manovre e poca gente localmente e parecchia di passaggio se ne è ingrassata.
    Io che nel boom del vino, vino lo facevo e mi occupavo di azienda agraria non ho visto l’epocale passaggio di soldi fruscianti, ho visto passare, anche sulla mia pelle speculazioni e soldi che hanno preso mille rivoli.
    E se permetti sono fiero non siano finiti nelle mie tasche perchè non sono e non voglio essere complice della cementificazione errante e dello sperpero del territorio.
    Pianella e Pancole, belli o brutti che siano, sono dormitori di Siena ed è li che devi puntare il dito.
    Appena posso capito in zona a fare due chiacchiere, l’umido al momento rompe movimenti e tempi.

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  7. Avatar di Rinaz Rinaz ha detto:

    Ciao Andrea
    grazie della bella ed educata risposta.
    La penso in gran parte come te.
    Mi seccava cogliere dell’ironia su gente che fa onestamente il suo lavoro. Il fatto che tu abbia inserito la bottiglia Rocca Guelfa in un blog di alto livello (complimenti!) mi sembrava di per sé una cattiveria.
    Se mi sono sbagliato ti chiedo scusa.
    Il Chianti purtroppo ha subito una pulizia etnica senza pari di cui forse anche io ne sono complice.
    Oggi ho tirato fuori i limoni a Ruggero lui purtroppo non ce la fa più. E’ stato un momento triste, una volta che non ci saranno piu nemmeno i miei vicini di casa a Nebbiano non resterà più un vero Chiantigiano.
    Nonostante io lavori un po per tutti faccio fatica a digerire questa patina falsa di plastica e di facciata.
    Da qui il mio amore per la gente toscana umile e sincera come i Sorelli.
    Ciao Andrea, ti aspetto volentieri

    Rinaz

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  8. Avatar di vita vita ha detto:

    Andrea, complimenti per tua risposta!
    invidio la tua capacità di scrivere e la tua semplicità….

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  9. Avatar di Andrea Pagliantini Andrea Pagliantini ha detto:

    Guarda Rinaz che se frughi fra la categoria degustazioni trovi cose eccelse di cui ho parlato come il San Giusto a rentennano 2007, il Monteraponi e Caparsa, Remino dei Campacci di San Gusmè, la Susanna Grasi di Lamole ecc. ecc.
    In mezzo c’è anche il brik della Coop favorevolmente recensito come onesto vino quotidiano e altri che fanno dell’unione piacevolezza/costo arrivabile un loro vanto e anche i vini sopra sono accessibili a chiunque essendo poco sopra i dieci euro, diciamo la bottiglia per il pranzo della domenica.
    C’è posto per tutti, per l’imbottigliatore, come per il piccolo che cura le viti come bimbi e fa dei vini non di numeri ma da numero per bontà e attenzioni.
    Ho massimo rispetto per Sorelli e se compro una bottiglia so cosa trovarvi in quella linea di prodotto che ho già detto non avere nè pregi, ne difetti ma il mio ideale di Chianti è un pò diverso e con i prezzi dello sfuso che girano sul Chianti prendere bottiglie buone in qualche piccola o media azienda che lo produce non è cosa impossibile per nessuno, specie se si considera che il Chianti a questo punto è tutta la Toscana.
    Dal punto di vista terittoriale, i tempi cambiano e personaggi abituati a certo stile di vita, certo contatto umano e parole che erano contratti depositati sono una merce rara, ma non dovrebbe essere una sorpresa dato che il Chianti territorio mai è stata isola felice e meno che meno dopo la sbornia dei soldi che sono girati da queste parti che hanno fatto sorgere case, casine, casone, piscine e alberghi più o meno legali, aziende che volavano di mano e vigne messe anche nelle sacrestie in fondo valle pur di avere viti.

    @ Vita
    io invidio la tua capacità di colore e disegno

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