I nonni messi in bottiglia da Paolo Cianferoni sono la dimostrazione che il Sangiovese lo fa da sempre per vocazione e rispetto culturale del territorio in cui si trova e non per la moda del momento di sventolare questo vitigno ostico ed ignorante al solo scopo di rifarsi una verginità trapanata a suo tempo dal caberlot e dal tannino lungo e morbido.
Sangiovese minerale, fruttato ed estremo come tutti i vini di Caparsa questo 2007 ancora in botte, un vino che non ha paura di sfidare il tempo ed il tabù di una volatile che ne esalta ancor di più struttura e naso.
Non è da bersi a merenda con un salatino o come aperitivo delle 7, non essendo succo di frutta o un gingerino.
E’ vino da bersi a tavola pasteggiando.
Ecco proprio un Sangio cum l’am pies a me…Anche la riserva(Doccio e qualcosa che non ricordo, con rispetto parlando)mi piace assai.
E pensare che a me il Sangiovese quando non è una marmellata,mabensì un vino aristocratico,elegante mi ricorda certi P.neri, e qui giù bestemmie,anzi mi piace di più.
Ciao GP
P.S. pensa che per una definizione del genere sono stato scomunicato da un grande agronomo,Guru,me per me và bene lo stesso.
Se vuoi sentire un’altro grande Sangiovese, Stefano Berti-Maestro in ravaldino in monte, romagna e anche Az. agr costa archi- però deve piacere il genere-
dai che li beviamo insieme?
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grande Paolo uno dei veri ultimi Vignaioli…un esempio per tutti.noi…gardategli le mani……oltre ai suoi vin,i snobbati, a torto, dai fighetti del vino ma di assoluto valore in grado come pochi altri di sfidare gli anni….e quando dico anni ,dico decenni…..mica come certi supertuscan blasonatissimi sponsorizzatissimi da 4 cialtroni che dopo appena 8 9 anni sono gia’ cadaveri…!!!!!!
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Non e’ poi cosi’ eretico il tuo accostamento fra sangiovese e pinotto nero, Gian Paolo. Osticita’ del pinotto dovuta al suo essere un estremo “traduttore di terroir” (definizione non mia, ovviamente), cioe’ a causa della grande variabilita’ di risultati a seconda di dove e’ allevato. Cosa che si puo’ dire anche per il sangiovese, pur con tutte le differenze doverose.
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Se c’è da parlar bene dei vini di caparsa non posso tirarmi indietro. E’ sangiovese tosto, che regala grandi soddifazioni anche subito ma che da il meglio dopo un po’ d’anni, minimo 6-7.Quando passo da Radda se posso ne faccio sempre una scorta, e poi Cianferoni e la sua numerosa famiglia sono simpatici e non se la tirano!
Un saluto
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Ecco un vino che m’è spiaciuto non riuscire ad assaggiare.
Vorrà dire che anche per questo toccherà tornare in quel di Radda (e di Vertine) presto.
ciao, Dario
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Paolo fa un gran bel vino e come ha giustamente detto Michele, basta guardargli le mani e poi stappare una bottiglia per capirlo.
Dario quando ripassi dillo, così con la scusa ci vai te bevo un bel bicchiere anche io 🙂
Un brindisi ed un abbraccio a Paolo Cianferoni, vignaiolo in Chianti.
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