Si entra dentro il Museo De Grada che ospita l’anteprima della Vernaccia e le prime zaffate non sono di vino ma di profumi utilizzati a bocce intere sui corpi partecipanti.
Andare ad assaggiare vino con addosso un frutteto di giaggioli e noce moscata si dovrebbe evitare………….. anche per non sentire antani di spezie disperse nel bicchiere.
Avendo assaggiato una parte di vini presenti, non addentro a parlare delle singole aziende degustate per rispetto verso chi non ho assaggiato, aziende che sicuramente avevano ottimi vini in esposizione e per non spargere ulteriore incenso in sentori per far finta di sembrare ne capisco qualcosa.
Quanto entrato in calice a San Gimignano insieme ai volti schietti di chi produce Vernaccia, sono connubio di aria sana e respirabile.
Persone che ammettono le difficoltà del momento, ma che sono qui in un luogo intimo e adatto per assaggiare e fare due chiacchiere con chi passa senza una profilassi di antani che accompagna l’entrata del vino con spiegazioni e virtuosismi marchettari di aggettivi che allappano palle e mente……. si dice quel che è fatto e come in grande e semplice serenità.
Ottimi vini e bell’aria di San Gimignano.
Però almeno quelli che ti hanno colpito di più ce li puoi anche dire…suvvia.C’era anche il grande Cesani,il suo Luenzo 97 fù per me un molla irresistibile su cui saltare e iniziare a lavorare con l’uva…Hai proprio ragione San Geminiano bell’aria e bei vini.ciao GP
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No Gian Paolo, nomi non ne faccio è troppo riduttivo aver assaggiato un quarto dei presenti conoscere le zone a macchia di leopardo e poi pretendere di dire quali sono i migliori, unito al fatto che mica sono Veronelli.
Ti dico solo che fra le Riserve incrociate, ce ne sono due che sono vino rosso travestito da vino bianco.
Hanno corpo, struttura, acidità e profumi degni di gran rosso, sono certo faranno faville.
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Bene, dire una cosina almeno penso si possa. Io per lo meno la dico. Dai pochi pochissimi assaggi fatti ho tratto una conferma parziale di quello che era per me un sospetto: che la Vernaccia bene sarebbe [tornare a ] farla sulle bucce. Poca buccia, tanta buccia, una notte, due giorni, tre mesi.. questi dettagli uno se li gioca a gusto suo, questione di stile personale. Ma la differenza fra un vino bianco buono, o anche molto buono, e una vernaccia di sangimignano, secondo me passa anche di li’.
E gia’ che ci siamo, quando ci si prova a farla questa cosa, visto che e’ veramente tantarobba, sarebbe meglio non strafare e non cadere nel rischio di fare tropparobba. In altre parole: filtriamoli i vini, soprattutto quelli bianchi. Mi rifiuto di pensare che quanto di buono possa esserci in un vino, venga “strippato” da un filtro, ossia mi rifiuto di pensare che quel quanto di buono c’e’ nel liquido, sia veicolato da oggetti piu’ grossi di qualche centinaio di nanometri.
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belle le etichette del Podere la Castellaccia! sembrano essere le più nuove innovative tra quelle del territorio, che andrebbero un pò svecchiate…….
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sta migliorando letteralmente la qualità dei vini di San Gimignano, i produttori sembrano aver preso la strada giusta forse stimolati dai francesi (che ogni anno ospitano in quest’evento organizzato sempre meglio!!),questi parlano esclusivamente delle loro parcelle di vigneto e della qualità dei loro terreni,e ti versano il vino , prodotto da quelle viti che amano e rispettano come se fossero dei figli.
A san gimignano si parla sempre più di vigneto, di bio e di sostenibile tant’è che sono in cresita le aziende che stanno credendo in questo tipo di conduzione agricola rispettosa del territorio e della salute dei consumatori…
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