Non vi sto prendendo per il culo.
Questa operazione l’ho vista fare qualche giorno fa e ne conservo alcune immagini che non renderò pubbliche per una forma di rispetto verso le persone (dipendenti…. credo) che conducevano questa operazione agronomica ed economica fuori dagli schemi e perchè conta conoscere una tecnica così rivoluzionaria in un mondo, come quello dell’uva e del vino, dove non si finisce mai di imparare.
Potare le viti prima di raccogliere l’uva potrebbe sembrare una barzelletta, potarle a settembre quando ancora sono in vigore e non addormentate potrebbe compromettere il futuro raccolto e non se ne capisce il motivo logico e pratico, però, di fatto è una tecnica che suscita curiosità naturale in ogni appassionato.
Potrebbe essere una soluzione di natura economica potare le viti adesso: si crea lavoro, si diminuisce la produzione di uva e di conseguenza di vino, risalgono i prezzi.
Se qualche lettore ha un’ idea, batta un colpo sulla tastiera.
Buongiorno.
Mah, mai visto nè sentito……. l’unica spiegazione razionale che mi viene (senza interpellare agronomi vari) è ridurre la dispersione di linfa concentrandola sui tralci che portano i grappoli arricchendoli così di zuccheri e polifenoli…. ma bastava aver fatto una vendemmia verde (o averla fatta bene) a tempo debito però, non rischiando di compromettere la vite stessa…..
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Giusta osservazione, però qui hanno potato a guyot come se vi fosse già stata la vendemmia e si fosse a febbraio, capito quale è il discorso?
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Ciao Andrea. L’ho (intra)visto dalle foto ma questo credo dipenda dal non voler ripotare poi a gennaio/febbraio. Credo, eh…………
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Le foto del post sono fuori contesto e appartengono ad una potatura a capo razzolo fatto a tempi debiti.
Non ho messo quelle reali di qualche giorno fa per rispetto alle persone che lavoravano in vigna.
Si, ma ti rendi conto che si è potato come si fosse in inverno, ma con l’uva attaccata ai capi a frutto di quest’anno finiti tagliati?
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Oh che ti devo dire………. quale che sia la ragione (e allora me ne vengono altre in mente) niente che una buona vendemmia verde (nel micro) o una salomonica decisione del Consorzio (nel macro) non avrebbe potuto risolvere a tempo debito
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Una spiegazione razionale non credo vi sia.
Si fà uva per raccoglierla, trasformarla in vino e venderlo, il senso è questo.
Però bisogna pensare che dietro ogni azione corrisponda un interesse…… e mettendo così il discorso il campo dei pensieri si allarga parecchio.
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Io direi che si produce uva per fare vino che soddisfa la richiesta (domanda) in tal senso da parte di tante persone alle quali “piace” (con cibo o senza, per guardarlo o per farsi guardare, perchè sì o perchè no, non è un problema….). Quando poi queste persone alle quali “piace” il vino da tante diventano molte meno si dovrebbe avere il coraggio e il modo di fare meno uva per poter fare meno vino……
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In Francia non avrebbero timore alcuno a procedere agli espianti o alla distillazione per eliminare dal giro uve marginali o a denominazione pur di diminuire la quantità di prodotto e di invenduto.
Qui da noi diritti di reimpianto di igt trasferiti dalla Puglia e dalla Sicilia in Toscana perfare i celebrati supertuscan continueranno a produrre e sono certo andranno a finire nel Chianti Classico.
Come?
Minor resa delle viti docg e riempimento con viti dell’igt.
Il problema che si creerà sarà grosso, parecchio grosso.
Non di esubero della produzione di docg che andrà a diventare igt si parla, ma di un uva a denominazione diversa e inferiore con viti registrate all’albo vigneti come igt e che tale vino dovrebbe produrre e che invece andrà a coprire la diminuzione di produzione del Classico.
Mi spiego ancora meglio?
Un quintale di uva igt bene che venga venduta va 20 €, un supertuscan sfuso se è parecchio, ma parecchio buono va sui 50€.
Vendere queste cose sfuse non conviene assolutamente. Conviene passarle nella denominazione superiore che ha maggior pregio e costo.
Ma le viti di igt come si giustificano?
Che le hanno razziate tutte daini e cinghiali?
O scoppia un casino o scoppia al solito una bolla di sapone.
Siamo troppo furbi in Italia.
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Vedi Andrea, il bello (commercialmente parlando) di questo lavoro è che tra vendita e produzione passa un periodo di tempo di minimo 2 anni massimo cinque (ma potrebbero essere molti di più). Un bel lasso di tempo. Un gran bel lasso di tempo.
In questo lasso di tempo il supertuscan che 5 anni fa incrementavo il suo valore, oggi lo ha perso (infatti l’uva vale 20 ma anche a 60 è lo stesso). E questo vale non solo per il supertuscan ma anche per le DOCG.
Allora qual’è la situazione reale? La mia ipotesi è che il 90% delle aziende in Chianti abbiano in cantina buona parte delle bottiglie delle vendemmie dal 2001 a oggi. Qual’è il valore di queste immobilizzazioni(tali sono)? Zero=0! perchè è 0? perchè il mercato (quelle persone alle quali “piace” il vino) non beve più del 30% di quanto viene prodotto/distribuito per il canale HORECA e ogni vendemmia viene comunque prodotto più di quanto richiesto.
Ora dimmi te se siamo davvero troppo furbi o se stiamo per fare “il botto”? O se mi sbaglio io.
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Si è piantato troppo e ovunque.
In terre in cui si faceva grano, girasoli o granturco ora ci sono le vigne.
Lungo fiumi, in zone esposte male e chiuse ci sono vigne.
Si è piantato di tutto, si è perso il Sangiovese per strada, la Malvasia bianca è una farabutta…….. siamo andati a produrre ciò che tira e voleva il mercato allora e ci siamo sbucciati i ginocchi.
Produrre un cabernet, un merlot, un sirà nel Chianti ha un costo, produrlo in Australia, Cile, California, ne ha un altro.
Conformità dei terreni, burocrazia ecc le cause.
A parità di sapore si finisce per prendere quello costa meno e i supertuscan dè noartri la prendono in tasca…… anche se li si riempiono di storia e nobiltà.
Tante annate giacciono nei magazzini, lo si vede dalle annate che ancora circolano e il valore di quel vino in magazzino è pari a zero anche se a bilancio non può certo essere così.
Come scapparne? Non sono un esperto.. butto un’idea.
O si sbarbano le vigne o si distilla l’igt prima che vada in denominazioni più alte a rinsillare la diminuzione di produzione.
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Si sradicano coattivamente il 30% delle vigne (con preferenza di IGT) e si distilla il 90% di tutto. Tanto ne rimane abbastanza per tutti, grandi e piccoli.
Si ricomincia da capo.
Ah questo vale per le 3 grandi DOCG rosse senesi. In altre zone (Maremma) si sradica il 60%.
Io la penso così.
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Sono d’accordo.
Su una cosa però stare attenti.
Vi sono anche realtà che vivono di solo IGT e riescono a venderlo.
In quel caso bisognerebbe stare attenti a far estirpare……. messo così sennò si rischierebbe di perdere dei grandi sangiovesi in purezza o mandare le famiglie a comprare il Sassicaia a damigiane.
Però è anche vero che tante pieghe non dovrebbero esserci sennò fra le pieghe le scappatoie per i furbi si trovano sempre.
Lo vedi che per tanti aspetti questa crisi sta diventando salutare?
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Per me potare la vigna a settembre prima della vendemmia è da catalogare fra una grandissima stronzata o una grandissima furbata perchè la vigna andrà a produrre ugualmente.
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Andrea chi vive di solo IGT e riesce a venderlo?
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Avevo detto prima, ma ritorno sul pezzo.
Chi da tempo immemorabile produce igt di norma fa buoni prodotti e li vende bene e all’origine nascono addiritura da declassamenti di denominazione.
Sono le vigne piantate ad igt negli ultimi 10/15 anni che meriterebbero un pò di attenzione e ripensamento.
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@Andrea
quindi, se non ho capito male, la potatura prematura servirebbe a giustificare la diminuzione di produzione di igt? O mi è sfuggito qualcosa?
No, perchè sarebbe diabolico il sistema…
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No, semmai al contrario, la diminuzione di produzione di uva di Classico per riempirla con l’igt che non ha prezzo e poco mercato…. nelle vigne igt c’è stato infilato di tutto…. verranno dei classici proprio classici se la cosa inizia a prendere piede..
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oh stai a guardà il grappolo nella copertuta del carico, anche te………
‘ndiamo vieni con me si va a fa’ il syrah più buono del mondo a Caldana (nomen omen)
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Chiamalo grappolo per coprire il carico………… carrellate di grappoli vorrai dire.
A questo punto gaglioppo, sirà, zibibbo, non metto limiti ai luoghi e spazi…
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Ipotesi:
di fare quell’uva non gliene frega(va) alcunche’. C’era bisogno di avere le viti potate per la prossima stagione vegetativa. La manodopera era meglio reperibile in questo momento, o pagabile meno vassape’.. Risultato: viti potate a settembre come se si fosse in febbraio.
Altra ipotesi:
fra breve (diciamo fra un paio di mesi) deve passare un potenziale acquirente di quella vigna, abbastanza incompetente ma attento alle apparenze. Via i tralci semilignificati e pieni di fogliame semiingiallito, e largo a una bella vigna tosata e pettinata come se fosse principio di primavera.
Ipotesi finale:
nessun interesse a vendemmiare ma molto interesse a far impazzire il Pagliantini. Della serie: “o vediamo icche scrive… questa, vedrai, ‘un la capisce..eh eh eh…”
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Io invece sono più malizioso e convinto che quella vigna non è stata potata per fare impazzire me, ben sapendo che ne avrei scritto all’istante.
Quella vigna produrrà anche se è stata potata adesso, produrrà il suo carico di uva come se niente fosse!!!!
Sarò malizioso, ma un’azione senza interesse da certi soggetti non me la sò aspettare.
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Maligni (non in senso biblico) buongiorno.
Ma che c’è di vero che in non poche aziende dalle vostre parti neanche si vendemmia perchè NESSUNO(neanche i miei amici) vuole l’uva?
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Prima di tutto ag: amici o amigi?
C’è una sostanziale differenza!!!
Battute di minchia a parte, ho notizie che chi vendeva solitamente uva alla stessa entità da sempre, continua a farlo.
Molti trasformatori vorrebbero venderla e non trovano, altri vorrebbero venderla ma non la danno preferendo vinificarla prima di cederla ai prezzi che girano.
Ma c’è anche notizia che grossi imbottigliatori stanno facendo incetta.
Chi fa vino a prezzi popolari e ha una ottima rete commerciale, sta facendo furore di faville.
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In pratica mi hai confermato che è vero, allora…..
come ho detto altrove i miei amici sono ottimi imprenditori
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L’uva è ricercata eccome, basta sapere che i prezzi sono quelli che sono e se la si vuol vendere non c’è da pretendere la luna.
Purtroppo molti che vinificheranno nonostante tutto con la speranza di vendere vino sfuso a qualcosa in più o nella vana speranza di piazzarlo in bottiglia, ci si faranno parecchio male.
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Ti voglio provocare: è ovviamente un male?
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Per i capitani di ventura calati negli ultimi anni, non mi metto certo a piangere.
Per chi gestisce veramente un’azienda stando sul pezzo tutto l’anno, questa situazione mi spiace e parecchio.
Per chi ha piantato vigne nel corso di torrenti, in fondovalle ed esposizione da kamikaze son proprio contento.
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Situazione:
Domanda. L’uva per vino da tavola e’ “ricercata” al prezzo “di mercato” di (poniamo) 15-20 euro al quintale;
Offerta. L’uva per vino da tavola non viene venduta “perche’ a quel prezzo piuttosto pasturo i cinghiali”, oppure “a quel punto vinifico io e poi in qualche modo lo sbologno (leggi: finisce nel buglione del vino a VQPRD)”, oppure piu’ plausibilmente “la porto alla cantina come sempre e vedo quel che [non] mi danno” (seh! fra un anno se va bene, lo vedi quel che non ti danno).
domandina (mia): quale sarebbe “il mercato”?
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Filippo buongiorno.
Il tuo esempio non è il mercato, mancando una delle due parti. Quella più forte.
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Incuriosito dal titolo della pagina hò letto i vari commenti, io sono un piccolo produttore di vino,(molto ,molto piccolo)infatti giusto abbastanza per il mio consumo.
Non voglio entrare nel discorso di prezzi ,mercato o qunt’altro,ma vorrei mettere a conoscenza di molti che quì in friuli anni fà si usava tagliare il tralcio che porta l’uva,sopratutto nell’uva ” fragolino “,lasciarla così per qualche giorno (tempo permettendo,non ci sono i settembre di una volta ) così avveniva un appassimento naturale .
S perdeva un pò di peso ma si guadagnava in parte zuccherina .
Mandi plinio
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Mi sono imbattuto,casualmente su questo blog, sono un lettore (senza vigna)ma vi garantisco che mi avete ammaliato con le vostre note, da oggi seguirò con interesse questa pagina.Approfitto dell’occasione (in Abbruzzo ho un giardino con una pergola di vino da tavola,che da 4 anni non viene curata)potreste indicarmi oppure comunicarmi “quando, come ,si può potare “da 4 anni tolgo solo i rami senza frutto prima raccolta.
Grazie
Antonio Cervellini
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Ciao Antonio,
innanzi tutto benvenuto qua sopra, poi dopo esserti letto tutta questa sequenza di commenti avrai capito che la vigna a settembre non la si pota mai a meno non lo facciano eccentrici personaggi che ci capiscono poco…… o tanto, a seconda dei punti di vista.
Per quanto ti riguarda, il momento buono per intervenire sulle viti è adesso.
Così a grandi linee e da lontano è difficile capire come sia la situazione però ti invito fin da ora a non toccare i rami senza frutto prima della raccolta.
Descrivimi il tipo di allevamento delle viti, o meglio dimmi come sono messe, poi si guarda il da farsi.
Se mi vuoi mandare delle foto, puoi usare la mail che trovi sotto la mia foto ad inizio del blog………. però manda foto di formato ridotto e si guarda che fare.
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