Un’altra perla per i miei lettori.
“Nel mio bicchiere di oggi un rosso ispirato e “parlante”, di carattere e sensualità. Porta in dote una espressività sincera (non una ridondanza qui), in cui il sottile ma pervasivo corredo floreale accompagna e sfuma le emergenze di visciole e lampone, spezie e pirite, alloro e sottobosco.
E’ vino da odorare, sicuramente, ed è vino cangiante. Perché, se non hai fretta, ti accorgerai che le brecce della prim’ora diventeranno squarci di individua grazia espressiva, nei quali volentieri confondersi. Ed è vino tutto da gustare sì, per la nonchalance con cui traduce la sottesa sua complessità.
La godibilità del sorso infatti ha a che vedere con l’istinto, dal momento in cui anima ed appigli territoriali appaiono conclamati.
Non una discontinuità, non una incoerenza. Solo calore e finezza, polpa e profilatura. E’ il conforto di un approdo amico, di quelli che riconosci a pelle.
Per i testardi come me, che hanno osservato le cento stagioni del territorio classico chiantigiano e dei suoi vini, alla ricerca ostinata (a volte contraria) di illusioni e certezze, questo bicchiere rappresenta un salutare ritorno al buon senso, alla misura, alla “bella nudità”, in cui tutto sembra alfine riappacificarsi nel nome di una fiera e ritrovata identità “sangiovesa”.
Un Chianti paradigmatico, capace di fondere con equilibrio tutta la freschezza delle sue “terre alte” con il tannino buono (e il succo) della annata che conta. Un vino dinamico e salino, di dettaglio e sottigliezze, innervato da un sentimento autentico. A 13 euro un’idea concreta di bellezza. Un’idea (una bellezza) da non disperdere nel futuro.”
Andrea Pagliantini 
Quest’ ora sarebbe l’ ideale per sentirlo e vederlo nel bicchiere….certamente mi
farebbe passare una giornata più bella, Pazienza, Ambra, pazienza…..
ciao…
E’ una dolce giornata, l’aria non è nè calda, ne fredda
La nube deterge di gocce la polvere al volto dei fiori,
l’ usignolo in suo muto linguaggio grida alla pallida rosa::
bere dobbiamo..dobbiamo..bere..bere..vino
Omar Khayyam xi sec. dopo C. 1126
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Mica l’ho tanto chiaro questo commento.
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al festival della supercazzola, subito!
lo so, andrea, che la correttezza non prevede sputtanamento ma i nomi di questi poeti, si potrebbero mica avere?! ciao.
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Mi porga l’indice… lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? 🙂
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Capric e Desian hanno ben compreso lo spirito di questo post.
Stuzzicare il divertimento fra la miriade di recensioni che si possono trovare che fanno sogghignare o vibrare dallo schiantare dal ridere.
Non ha senso fare il nome di chi scrive quelle delizie vinarie, uno vale l’altro, di gente che campa scrivendo tapiochi antani c’e nè una miriade, io mi limito solo a mettere quelli che parlano di vino.
Con scappellamento a sinistra.
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Poi, siccome dopo aver sgozzogliato un annata di Chianti dal retrosapore suddùcilo, mi appesto a sfiondare il letto con cognata agnoia e dunque deduco che lo sgogliozzamento sia in toto su scala ridotta con deviazione paracelsica. In fondo che male c’è a scazzulare? Qui la gente ride di qui e di laggiù e guarda guarda, stanno tutti ancora sgozzogliando! Quasi quasi ridiscendo dall’ulpito e mi mischio. Buonanotte! Con scappellamento a sinistra, ovvio.
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Iper scappellamento a sinistra con prospetto anale di vicesindaca di fuochi fatui antaneschi a te Elisabetta.
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Chiedo un prospetto di venia, per avallare l’assenza in codesto contesto contestuale. Ma il dito indice stuzzicava non poco da non permettere di sgozzovigliare. Allora, chiedo: e di che si scazzula?
Si svolta di qua. Si svolta di là. E si è arrivati ai fuochi fatui. Alla supercazzola ci si arriva poi, con scappellamento dritto, a sinistra e a destra.
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Indurimento di fuochi fatui scappellati con prospetto di vicesindaco per una confraternita pulitina?
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Chiedo amorevolmente veniazza per la dura coatta assenzualità da codesto posto, ma la sbirigunda non mi ha permesso di contestuare privanzi. Dichiaro chiaramente inoltre che … no! Ma poi, è proprio obbligatorio essere qualcuno? E quindi mi son presa una cippa lippa da fenomeno baracconale, sputazzando e prospettando, non le dico, signor Andrea! Un male boia! Ho sofferto -pensi- tre minuti!!! Non si può, no? Onde dunque quindi per non soffrire ulteriormente ad ulteriora, ho coinciso di sgozzovigliare impunemente. da allora mi sento molto meglio, grazie. Addio merdaiolo, ci si vede domani al solito posto, a mezzogiorno!
E alla mezza non ho pignoramenti!
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Post del millennio! Gara chiusa fino al 31 dicembre 2999, per manifesta superiorità! 😀
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Costernato con la contorzionista testè riapparsa dopo viaggio in valigia dentro pulman marcato Espagna non mi derubrico eccellendo nella gestione ecumenica di ente assistenziale curiale andando dritto alle cappelle prestato al sostegno delle nipoti da parte di fava private di contributi inps e marche del comune.
Ergo deduco con malcelato rispetto di comprimere le essenze delle sorelle da linea esterna affascinate ed unte dal proposito del contrario senso di attico in collina di diffondere nello spazio di vene varicose le più ampie fette di pane e lampredotto sotterfugio di acidi urici con malcelata tendenza alla vendetta del Necchi.
Alla mezza trovandomi in loco osteggiando sicurezza in divieto di sosta tendente al rispetto della carica come fosse vicesindaco spiluccando richieste di trapianto di buco di culo controfirmate da notaio la attesi accanto al lampione priva di notifica palestrata da certificato di esistenza in vita.
Buonanotte merdaiola, che l’alba del nuovo giorno l’assista estremo caso di defecazio isterica.
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