Sabato 7 marzo, presso i locali dell’ “Enoteca Italiana” alla Fortezza Medicea di Siena, è possibile degustare il Salvino Igt 2005 e un’anteprima dell’Igt 2006, imbottigliato a dicembre e quindi ancora “giovane” per le tavole.
Inoltre sarà possibile degustare olio, vino, vinsanto, formaggi, salumi di aziende del senese.
Giornata del Sommelier Senese
Enoteca Italina Siena “ Fortezza Medicea”
Programma di Sabato 7 Marzo 2009
10.30 – verticale Brunello di Montalcino dell’ azienda ”La Cerbaiola”
di Giulio Salvioni. (sala San Filippo) riservata ai delegati AIS Toscana
13.00 – Pranzo “Ristorante mille vini” (sala San Francesco)
Piatti tipici Senesi con abbinamento di vini delle aziende presenti
Prenotazione obbligatoria € 25.00
15.00 20.00 – Apertura banchi di assaggio delle Aziende partecipanti:
produttori di vino,vin santo ed olio del territorio
parteciperanno anche Aziende produttrici di salumi,formaggi,
pasta e dolci tipici senesi. (Sala mostre) INGRESSO € 10.00
Delegato: BARTOLOMMEI LEONARDO
Via dei Rossi, 92 – 53100 Siena
Tel. /Fax e Segreteria 057740334 – Cell. 336706763 – e mail delegato.siena@aistoscana.it
Andrea Pagliantini
ho avuto un’invito per degustare! ma te ci sei con il Salvino?
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L’ho assaggiato un pò di tempo fa a casa di un amico (incuriosito dal tanto parlare su alcuni blog) e devo dire che non è niente male. Se non altro è un vino con una sua personalità che non scimmiotta presunti standard di omologazione.
Se c’è il tuo zampino ti dico: bravo!
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@ Ativ,
una puntata dopo la gara ciclistica che arriva in Piazza del Campo e parte da sotto Vertine, la farò.
@ Capric
te presumo hai assaggiato il 2004, dovresti sentire il 2005 che razza di vino è venuto fuori e il 2006 che è imbottigliato da pochi mesi ed è ancora fresco per la tavola, ma non aggiungo niente perchè capiterà l’occasione che l’assaggerai, cosa profondamente migliore del parlarne.
I meriti sono equamente da dividere fra le viti del Salvino, Filippo che ci ha creduto, Vasco (il Pipa) e me che mi onoro di metterci mano ed esperienza.
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Non vorrei sbilanciarmi, ma mi sembrava di aver bevuto il 2005.
Chiedo aiuto a Maicol che ha gentilmente offerto il vino (che gli è stato consegnato da Filippo direttamente a casa… ecco cosa vuol dire “accorciare la filiera”!)
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Credevo avessi assaggiato il vino da Liloni lassù a Gavardo all’osteria.
Lui, oltre ad Andrea Gori ed un ristorante a Castrovillari sono gli unici ad avere il Salvino, il resto se lo stappa chi lo beve direttamente ed è bello avere un rapporto diretto e a caldo con chi lo consuma.
Se capita qua sopra Filippo, ti saprà dire anche meglio di me.
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Se si tratta di un vino consegnato a domicilio ho capito da chi e dove. Dovessi dire che ricordo bene se era il 2005 o il 2004, mentirei. A spanne direi il 2005, anche perche’ di 2004 ne sono rimaste non molte bottiglie che cedo malvolentieri. Il 2005 e’ stato una gran soddisfazione se si calcola che era venuta una grandinata una decina di giorni prima della vendemmia. Si deve alla sapienza di Andrea se ne e’ uscito un vino degno di questo nome. Col 2005 si conclude la fase della vinificazione in tino di cemento. Dal 2006 in poi la vinificazione avviene in botticelle di legno usate a mo’ di tini, per contro la maturazione avviene in botti “medie” (non i mostri da settanta, ottanta ettolitri, ma neppure le mini da pochi ettolitri: sono botti da quindici), e anche questo dettaglio e’ una novita’ dall’annata 2006.
Mi ritrovo ormai una piccola verticale di vini che mi lascia basito per l’evoluzione che c’e’ di annata in annata: da un lato e’ ovvio che un’annata non sia uguale all’altra; d’altra parte c’e’ sotto proprio una “maturazione” nel modo di farlo (sia nella vigna sia nella cantina). Anzi, a dirla tutta, proprio perche’ sono in tutto sei i vini diversi a partire dal 2004 (il 2008 ne ha visti due), sto facendo pochissimi cartoncini di questa “collezione podere Erbolo” per…. no, questa e’ un’altra storia. 🙂
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@ Filippo
Dopo il commento mi sono messo a riguardare i video delle serate Da Burde dove spieghi il tuo Salvino. Ti dirò che non è da tutti conoscere i dettagli della produzione di un vino e trasmettere passione nel raccontarli: a volte mi è capitato di sentire dei proprietari di Aziende che sembravano passare di li per caso (del tipo “il vino è questo, assaggiatelo, poi mi dite se vi piace”)
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Caro Capric, ti ringrazio per le parole che, non lo nascondo, mi fanno molto piacere.
Non potrei non conoscere i dettagli del vino che io stesso produco, anche se nel caso delle annate descritte durante la serata da Burde posso dirmi loro produttore piu’ come titolare conduttore che come esecutore materiale. C’e’ che le vendemmie e le svine al Salvino erano da me seguite con molta curiosita’ e attenzione fin da quando ero bambino. Mi fara’ piacere se continuerai a seguire questo vino anche per le annate successive per le quali posso dire di averci messo le mani letteralmente, in senso sempre piu’ pieno e sempre piu’ consapevole.
Posso dirmi fortunato di aver trovato come maestro uno come Andrea. Di mio merito l’averne riconosciuto al volo il valore.
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Qui il titolo di meastro si spreca, se si parla di vino, non è a me che si deve applicare, ma a chi ha molte più qualità e storia del sottoscritto.
Un galantuomo.
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Ma io ho scritto maestro. Non Maestro.
Dai tempo al tempo… 😉
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