Adesso avrebbe 40 anni, sarebbe mamma, forse anche nonna, avrebbe i tratti di una donna modellata dai giorni e dalla vita e certo non le sarebbe mancato un sorriso a incorniciare il tutto della sua dolcezza.
Ma si è fermata a 17 anni la vita di Graziella Campagna, si è fermata in un bosco colpita da cinque colpi di fucile da caccia perchè aveva visto un personaggio con il suo guardaspalle che viveva tranquillo la sua latitanza nella provincia “babba” di Messina, ed è morta perchè in un clima di silenzio di omertà era una creatura delicata e vera e non si fidavano, oltre ad essere la sorella di un carabiniere.
Lavorava in una lavanderia in quel lontano 1985, stirava, faceva consegne, per poche lire e al nero , come spesso succede.
In quella lavanderia passava spesso un signore con il solito guardaspalle, ma un gorno mentre era dal barbiere di fronte, si accorge di aver lasciato degli appunti su fogli che erano rimasti dentro il vestito da lavare, e la ragazza li aveva sfiorati.
Questa la sua condanna.
Una storia di domenica sera raccontata dal programma di Rai 3 Blu Notte, uno di quei pochi programmi che non fanno venir voglia di spengere la televisione e buttare il telecomando nel dimenticatoio.
Storie secche, asciutte, ricavate da articoli di stampa o da sentenze di processi, priva di fronzoli e chiara e che ci fa capire quanto noi italiani in fatto di memoria siamo un pò scarsi.
Una carezza a Graziella Campagna.

una carezza ai suoi cari
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A quei tempi questa notizia mi riempì di tristezza e mi creò un grande senso di impotenza, pensavo com’è possibile che un intero popolo potesse essere in mano ad un branco di gente animale e inutile (perchè questo sono … gente che fanno danno alla società.
Adesso leggendo questo post ho provato di nuovo la stessa tristezza per quella povera ragazza e per tutti quelli che hanno dovuto soffrire per colpa di questa gente … nel frattempo però qualcosa è cambiato e non si prova piu’ quel senso di impotenza che c’era allora …
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