Si esce da Porta Nova, lasciandosi alle spalle il rumore e le tante, troppe botteghe di mercanti che affollano la città.
Si attraversa la strada dopo aver sceso delle scalette, inizia una discesa, prima dolce, poi improvvisamente ripida, ma non si ha il tempo di farci caso perchè si rimane senza fiato di fronte allo spettacolo di olivi che si hanno intorno.
Si incrociano dei ragazzi francesi in preghiera mentre scendono, un lieve cenno della testa come saluto e si inseguono interiorità diverse: chi la pace fra gli olivi, chi la propria spiritualità.
Altro incrocio, una comitiva di persone calabresi che sembrano al mercato per la caciara e per l’occhio che invita a guardare altro, per la mole di firme sugli abiti che hanno addosso.
Si cammina e non ci si rende conto nè del sole, nè della fatica a rimanere in piedi in una discesa sempre più ripida, perchè ritorna subito la magia del posto e del silenzio fra le piante argento-verde.
Poi, dopo una discesa rivestita in mattoncini rossi, si arriva a San Damiano, e si comprende dalla poca gente, che questo è un luogo diverso, o che comunque non è legato ad un normale itinerario turistico, ma è qualcosa di ben altro e più grande.
Bello perchè semplice, bello perchè silenzioso, bello perchè in questi locali Francesco meditava di diventare ciò che è diventato in contemplazione e preghiera.
Bello, perchè comunque la si voglia vedere o credere ha rappresentato un passaggio, una svolta nella vita di una persona che poi è andata a donarsi agli altri lasciando beni e ricchezze, agi della famiglia.
C’è la stanza dove è morta Santa Chiara l’11 agosto 1253, una piccola targa poggiata in terra lo ricorda, e c’è una giovane ragazza, biondina, seduta in terra lì accanto che prima scrive su un quaderno, poi si prende le mani, se le porta alla faccia e inizia un lento scorrere di lacrime. Merita rispetto e solitudine, meglio spostarsi.
E poi altri fugaci incontri, altra gente, un cane nero che non viene cacciato fuori come di certo avviene nelle Chiese normali.
Avere fede o non averla, poco importa, si avverte comunque una carica di pace, una rivoluzione di sentimenti (che si sentono e fanno ancor più veri) ed emozioni, ma tutto questo non è cosa da appoggiare sul blog.











