Svegliarsi e non vedere niente se non te.
I quattrocento siepi in silenzio per non far rumore,
pur di rubare al mondo
il cerchio lievito
del suo grano che sei
mentre dormi in profondo.
Odore di riposo
che crogiola i minuti futuri
allenta le tensioni vissute
specchio di luce e di agrumi.
Annaspo nel grigio
compresso fra riflessi azzurri
del tuareg appeso allo studio
e fiaccole umide di fondi di caffè.
Tolgo dal letto gatti, fagiani, lepri
che vogliono vederti,
lascio il tigretto
disteso ai tuoi fianchi
che scalda e preserva la piana di vita.
Tonda di luce, bruschetta rossa,
lavadrige di occhi neri.
Bellamia.


