Da anni su uno scaffale della libreria raccolgo oggetti che rimandano alla cialtronaggine che impera in questo paese.
Ho sullo scaffale bottiglia di latte Parmalat, pelati Cirio, modellini di macchine, pubblicità di banche, monnezza, a breve dovrò aggiungere altri pezzi al monumento e saranno pezzi che prima o poi sapevo di dover mettere perchè odoravo, stando prima dentro, poi ai margini dell’ambiente, che saremo arrivati a questo.
Il boato del vino pugliese rinvenuto a Montalcino inizialmente è stato percepito come un terremoto di propozioni dirompenti, poi mentre passano i giorni ed i pompieri della notizia e della smentita tentano di minimizzare, di accomodare le versioni, di ridimensonare
lo spiffero della portata dell’evento, dato che a dare la notizia non è stata la stampa cosiddetta ufficiale e di carta, ma un blog, quello del limpido Franco Ziliani, ora ho paura che tutto si trascini in un deplorevole silenzio dovuto algli interessi economici che gravitano intorno a quelle bottiglie e alla zona.
Il mondo del vino necessita di una pulizia accurata, un’indagine che nelle dimensioni e nelle proporzioni non sarebbe da meno di quella della famosa Mani Pulite.
Interessi incrociati, marchettate, cisterne ed uve che viaggianno in lungo ed in largo per la penisola, vigneti dalle foglie d’autunno dai colori strani ecc. Mi fermo per non incorrere in grane o meglio ancora per non farmi salire la rabbia di un ambiente che fatico a rivederlo e sentirlo come mio, nonostante la mia immersione da venti anni a questa parte, nel pur modesto ruolo di vinaio e non di ammaliatore.
Voglio respirare un aria di legalità in questo paese, voglio la celebrazione della democrazia in cui ci siano gli stessi diritti e doveri, voglio vedere realizzare il fatto che ogni persona in un ufficio pubblico ha lo stesso peso di qualsiasi altro, voglio che quanto mi spetta per diritto e legge non venga derubricato in una concessione per favore del funzionario di turno, voglio che chi ingrassa, chi spara cazzate sulla bontà delle proprie bottiglie, dei propri filari coltivati e amati, carezzati e riempiti delle melodie di musica classica e poi galleggia nelle cisterne, fosse messo nella condizione di andare finalmente a concimare le viti, con pala e merda di vacca, a dispetto di lustro e blasone.
Non abbiamo paura della pulizia e della legalità, lasciamo da parte i nostri piccoli egoismi, le nostre rendite di posizioni, i piccoli scheletrini negli armadi e liberiamoci alla luce di un paese nuovo, un paese in cui i dottori fanno i dottori, , gli insegnanti insegnano, i commercialisti insegnano a pagare il dovuto.
I casi sono due o ci apriamo mentalmente a questa nuova ottica di vita o consegnamo le chiavi di questo paese fetidarello al Papa, che bandirà un asta, sperando che qualcuno ci pigli.
L’Italia sarebbe un bel paese per viverci, facciamo pulizia e ripartiamo……………………..
